[Mostly Weekly ~210]

Felicemente ritirate dalle relazioni umane e altre novità


A cura di Antonio Dini
Numero 210 ~ 12 marzo 2023

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Per svagarsi: la ricchissima economia del doppiaggio (opens new window) creata su Youtube.

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Intanto, buona lettura.


Here's a rule I recommend: Never practice two vices at once
—Tallulah Bankhead



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Editoriale

“Felicemente ritirata dalle relazioni umane”. Quando pensiamo a relazioni romantiche con chatbot AI, tendiamo a immaginare qualcosa di simile al film Her del 2013: un uomo solitario si innamora di un bot femminile sottomesso progettato per soddisfare ogni suo desiderio. Ma quando Sangeeta Singh-Kurtz di The Cut (opens new window) ha iniziato a parlare con gli utenti dell'app Replika, che vende chatbot personalizzabili come partner, ha scoperto che potrebbe esserci una domanda altrettanto forte di fidanzati maschi artificiali. La giornalista ha parlato con donne che hanno usato le loro AI per affrontare aborti traumatici, relazioni violente e la morte di persone care. Una donna ha rotto con il suo fidanzato dopo aver creato la sua Replika e ora si è "felicemente ritirata dalle relazioni umane". Questi utenti sono stati attratti dalla promessa di un partner che non avrebbe mai mentito, ferito o lasciato, a patto che l'azienda non cambiasse troppo il suo algoritmo. "Le persone arrivano con un pregresso: un bagaglio, un atteggiamento, un ego", ha detto una donna a Sangeeta. "Ma io non devo occuparmi della sua famiglia, dei suoi figli o dei suoi amici. Ho il controllo e posso fare quello che voglio".

Intanto, racconta Anna Louie Sussman sempre su The Cut (opens new window), in Corea del Sud è nato il movimento 4B: “È l'abbreviazione di quattro parole coreane che iniziano tutte con bi-, ovvero "no": Il primo no, bihon, è il rifiuto del matrimonio eterosessuale. Bichulsan è il rifiuto del parto, biyeonae è il no agli appuntamenti e bisekseu è il rifiuto delle relazioni sessuali eterosessuali. Si tratta sia di una posizione ideologica che di uno stile di vita, e molte donne con cui ho parlato estendono il loro boicottaggio a quasi tutti gli uomini della loro vita, prendendo anche le distanze dagli amici maschi”.

È la riscoperta del femminismo radicale degli anni Settanta? Un malessere più ampio? L'attrito nella trasformazione delle identità e dei ruoli, tra prima e dopo, vecchio e nuovo? Boh.

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La macchina del caffè
La macchina del caffè ~ Foto © Antonio Dini

Importante

Nella sua difficile relazione con il settore privato, il Partito Comunista cinese sta lentamente smettendo di combattere a cannonate con le più grandi aziende del Paese. Si sta invece orientando verso una forma più silenziosa di controllo. È la "golden share": le partecipazioni statali. A volte molto piccole, come la partecipazione dell'1% che un fondo dell'ente di sorveglianza del cyberspazio di Pechino ha assunto di recente nella divisione media digitali del gigante dell'e-commerce Alibaba. Queste mini-partecipazioni danno al governo cinese posti nei consigli di amministrazione, potere di voto e influenza sulle decisioni aziendali. La Cina vuole il controllo delle aziende private che da molto tempo guidano l’innovazione e creano posti di lavoro nel Paese. Il Wall Street Journal esplora il fenomeno (opens new window). In Italia, che ha reso la "golden share" un’opera d'arte legislativa e regolamentare, servono per tenere in piedi gli interessi della politica spiccia all’interno dell’industria.

Il fallimento della Silicon Valley Bank (opens new window) (in un solo giorno sono stati ritirati 42 miliardi di dollari (opens new window)) è un problema non solo per la storia della banca e degli imprenditori che sono finiti impigliati (i piccoli risparmiatori no, perché la FED garantisce i depositi fino a 250mila dollari). Invece, c'è un più ampio problema con l'economia predatoria della Silicon Valley (opens new window) basata su ritorni enormi che hanno reso possibile la creazione di un istituto di credito che finanziava tutto e facilmente. È la fine dell'easy cash, insomma.

Google e Meta hanno assunto (opens new window) migliaia di dipendenti in eccesso, persone che svolgono un "lavoro falso e inutile", dice l'investitore Keith Rabois (opens new window). Secondo l'ex manager di PayPal, le due aziende hanno assunto troppo personale perché volevano in realtà soddisfare il criterio della vanità delle assunzioni. Ora i nodi sono arrivati al pettine.

Intanto, sempre negli Usa, forse a causa della pandemia e del lavoro da casa, per la prima volta da lungo tempo gli indici di natalità sono invertiti. Gli americani stanno facendo più figli (opens new window).


Yamato

Aruku hito (歩く人)
La parola di questa settimana per il nostro dizionario tematico di giapponese è in realtà il titolo di un libro a fumetti, un manga: aruku hito (歩く人), "un uomo che cammina". Anche se letteralmente sarebbe "una persona che cammina".

Si tratta di un manga piuttosto bello di Jirō Taniguci. Ma ci arriviamo tra un attimo. Prima parliamo di parole. In giapponese, "persona" si può dire in diversi modi a seconda del contesto e della formalità, ma la forma più comune è "人" (pronunciato hito o jin a seconda del contesto. Ad esempio, "una persona felice" può essere tradotto shiawase na hito 幸せ*な人. Invece, la parola "uomo" in giapponese è danshi (男性), che letteralmente significa "sesso maschile". Tuttavia, in contesti informali o meno formali, la parola "uomo" può essere espressa semplicemente come otoko no hito (男の人), che significa "persona di sesso maschile".

Taniguci è andato dritto sulla forma più semplice e comune in giapponese, in un certo senso neutra per valore semantico. E la scelta fa da eco alla storia del suo manga, particolare anche all'interno della produzione di Taniguci che è piuttosto particolare. Aruku hito è uscito a puntate tra il 1990 e il 1991 ed è stato poi raccolto in volume. Da noi è stato pubblicato nel 1999 da Planet Manga, durante quella che potremmo definire la "seconda ondata" di pubblicazioni di fumetti giapponesi.

È la storia lunare, silenziosa, minimalista, di un flâneur molto particolare. È un uomo senza nome che cammina. Un uomo di mezza età, estremamente normale, con un corpo tutt'altro che sportivo. Un tipico impiegato di mezza età. Sposato, apparentemente senza figli. Nel primo capitolo, lui e la moglie (senza nome anche lei) si ritrovano con un cane e lo chiamano Yuki, "Neve". Le storie di questo libro sono così: profondamente leggere e delicate, a rischio depressione forse, sempre eteree. Un Raymond Carver non tossico. È un minimalismo assoluto della mente. C'è tutto ciò di cui una persona ha bisogno: e sono poche cose. L'uomo cammina per le strade della periferia giapponese. È tutto molto sicuro: non c'è violenza, non c'è pericolo. Ci si prende cura delle persone. Lui cammina senza telefono, senza distrazioni. È presente a se stesso e al tempo stesso si muove in modo leggero. È felice. È educato. Si compiace di tutti e di tutto.

Una persona che cammina ("una", non "la") è una raccolta esemplare di storie non solo disegnate ma anche scritte Jirō Taniguchi (谷口 ジロー, 1947-2017): una serie di vignette in cui i dialoghi sono quasi totalmente assenti, cosparse però di piccole cose che destano grande stupore in chi le sa riconoscere. Taniguchi come autore completo è stato capace di evocare sentimenti al tempo stesso leggeri e profondissimi: le sue riflessioni sulla vita sono estremamente poetiche, disegnate con un tratto posato molto giapponese e al tempo stesso una linea chiara decisamente europea. Sono impossibili da raccontare a parole. Tuttavia, oggi l'idea di una persona che cammina è diventata un ideale di serenità, distacco e al tempo stesso comunione con il mondo. Astratto e terribilmente concreto.


Italiana

C'è una macchina fotografica a pellicola che ha trasceso tutti i generi fotografici: documentario, ritratto, paesaggio, strada o moda. È la Rolleiflex. È attraverso il suo doppio obiettivo che cominciamo a vedere e comprendere il XX secolo. Questa è la sua storia (opens new window).

A proposito di macchine fotografiche: ne hanno ritrovata una (opens new window) del 1937 sotto un ghiacciaio.

Il Myanmar è una dittatura digitale (opens new window). Scrive Eleonora Zocca su Guerre di Rete che dal primo febbraio 2021, secondo i dati registrati da Assistance Association for Political Prisoners, in Myanmar sono state uccise dalle forze armate 2.947 persone, sono detenute altre 13.787 persone mentre 143 sono state condannate a morte. Controllare la rete Internet e le telecomunicazioni vuol dire poter disporre degli spazi online in cui potenzialmente si può diffondere il dissenso. Per questo, con cadenza regolare, vengono disposti dei blackout, soprattutto nelle zone in cui la resistenze al regime è più radicata. Come riporta Access Now, l’interruzione dei servizi online è spesso imposta per nascondere uccisioni, maltrattamenti, incendi di villaggi e altri gravi abusi. I social network sono soggetti a un costante controllo delle autorità, mentre account pro-regime diffondono una propaganda feroce che si ripercuote sulla vita delle persone, soprattutto su quella delle donne.

Qualche giorno fa è venuto a trovarmi Alessandro, un caro, vecchio amico di un'altra epoca, a Firenze. Sottolineo un'altra epoca perché, quando ha visto i miei numeri di Akira su una mensola della libreria del corridoio ha capito subito di cosa si trattava. E ha chiosato: "La serie Glénat completa con i due numeri usciti dopo che era fallita". Ecco, lui ricorda bene, ma io sono stato meno bravo: i due numeri finali (37 e 38) non li avevo mai comprati. Mi sono mosso per cercarli, uno l'ho già trovato, l'altro (il 38) chissà quando salterà fuori. Perché Akira, la versione a colori pubblicata in Italia (opens new window) da Glénat nel 1992-1994 e poi nel 1997 da Planet Manga per gli ultimi due numeri, è discreta rarità sul mercato. Intanto, torna nei cinema questa settimana per due giorni (ma è un fenomeno ciclico) l'anime, che è un caposaldo dell'animazione nipponica. Un titolo fortunato, oltretutto, perché non fosse che Nausicaä di Hayao Miyazaki (opens new window) è stato mutilato nell'adattamento originale, non sarebbe mai stato il primo film mainstream a cartoni animati giapponese per gli adulti. Invece, la prima posizioen tocca al kolossal di Katsushiro Otomo (opens new window), molto più acido della delicata principessa della valle del vento. Che, per carità, rimane un film importantissimo, come spiega il Post (opens new window). Ah, anche Kaze no tani no Naushika è nata come storia manga (opens new window), scritta e disegnata da Miyazaki e molto, molto gustosa. Che all'epoca comprai senza lasciare "buchi", per fortuna, soprattutto comprando l'ultimo numero che è raro assai.


Multimedia

Dick Tracy: non il personaggio (opens new window) delle strisce quotidiane di Chester Gould. No, il personaggio impersonato e diretto (opens new window) da Warren Beatty. Che è tornato in televisione (opens new window) fosse solo per mantenere vivi (opens new window) i diritti cinematografici di un franchise (opens new window) che l'attore, regista e produttore ottantacinquenne molto difficilmente potrà portare avanti.

Riccardo, voi lo conoscete, ama smanettare e farlo su cose vecchie e desuete. Questa volta esplora i netbook e i computer con vecchi processori (opens new window): mette Alpine Linux in modalità diskless sul netbook Nokia, e spiega quali sono i sistemi operativi consigliati per ottimizzare laptop economici, netbook con processore Atom, o computer datati.

Un incontro al vertice: Jerry Lewis gioca (opens new window) con il grandissimo batterista Buddy Rich. Gustosissimo.

Avete voglia di finanziare un corto? Alcuni dei mie ex studenti (gente brava, nonostante il sottoscritto) stanno realizzando un progetto video a cui potete dare una mano su Kickstarter (opens new window). Si intitola Dolci Acque, è ambientato sul lago di Garda ed è tanta roba (opens new window), garantito!

Amy Winehouse era una donna estremamente musicale (opens new window).

Per leggere bei libri i consigli di Francesca Innocenti (opens new window), la book-influencer Instagram nata durante la pandemia (opens new window), che va alla grande.

Si avvicina la bella stagione, le vacanze di Pasqua e poi quelle estive. Si parte? Beh, servono valige adeguate per andare in aeroporto (oltre a un passaporto (opens new window)). La recensione della Helix Pro Roller Bag (opens new window) di StrongBags (quella che comprano i piloti e il personale di cabina). Brutta come la fame, ma indistruttibile.

Rifatevi le orecchie con Samara Joy che ha cantato (opens new window) a Catania Jazz con il Pasquale Grasso Trio. Lei, nata nel Bronx, non ha neanche 25 anni ed è una bomba: ce ne siamo accorti anche noi, perché è finita pure sulla copertina di Musica Jazz (opens new window) di questo mese (opens new window)), pensa te. Qui un altro concerto (opens new window), alla Trinity Church di Wall Street, con una qualità audio migliore. È quasi impossibile smettere di ascoltarla.


Tsundoku

Sto finendo di leggere questo librone, Vita di Vivian Maier - La storia sconosciuta di una donna libera (opens new window) di Ann Marks, che è una straordinaria "rimessa a posto" della storia della tata-fotografa (opens new window), il personaggio emerso dal niente grazie alla rete e diventata rapidamente un interessantissimo paradigma che segna il confine tra arte, professionismo, amatorialità. Maier è una grande artista o una straordinaria dilettante? Un fenomeno mediatico o un talento genuino? Bella lettura, anche se un po' per impallinati del genere.

Ancora fotografia. Il percorso di Leonardo Sciascia spiegato da Diego Mormorio (opens new window) nell'introduzione al libro che raccoglie le riflessioni dello scrittore siciliano, Sulla fotografia (opens new window) più alcuni suoi scatti.

Ultimo libro di fotografia: An attic full of trains (opens new window) di Alberto Di Lenardo. Un autore scomparso e sconosciuto, il nonno di Carlotta (opens new window) che ne scopre l'opera lasciata nella soffitta. All’ultimo piano della casa dei nonni di Carlotta di Lenardo c'è infatti una stanza che ospita la biblioteca. Una porta nascosta tra gli scaffali conduce a una soffitta segreta: una grande stanza dominata da un gigantesco modellino ferroviario, alla cui costruzione il nonno si dedicò per tutta la vita. Carlotta aveva un rapporto speciale con il nonno; durante un pranzo in famiglia Alberto le confidò di aver coltivato, non proprio segretamente, un’altra passione: la fotografia. Decise quindi di mostrarle e affidarle il proprio archivio: oltre ottomila immagini, racconto di oltre cinquant’anni di vita. L’opera di Alberto di Lenardo (1930-2018), fotografo amatoriale, è una scoperta preziosa: le immagini lo accompagnano in giro per l’Italia e poi negli Stati Uniti, in Brasile, in Marocco e in Grecia. Un corpo di lavoro che ricorda, anticipandola, l’opera di alcuni tra i più amati autori italiani, da Luigi Ghirri a Guido Guidi. Questo libro ci mostra uno spaccato gioioso del XX secolo: frammenti di vita in spiaggia, al bar, in montagna, storie di viaggi in auto, di amore e di amicizia.

Un incontro molto casuale con un libro molto particolare. È Il tempo brucia le tappe: Vicenza Underground 90 (opens new window) (si trova in circolazione anche una "nuova edizione" con un'altra copertina). È stato scritto da Massimo Fagarazzi e fotografa un istante unico, ormai finito: "la globalizzazione sta per soffocare il rumore del sottosuolo" motivo per cui le storie come queste stanno scomparendo. Non è che manchi l'interesse per leggerle e ascoltarle. In realtà, non c'è più nessuno che ne viva di nuove, tutti persi sui social: una piccola realtà come Vicenza diventa lo specchio di un tramonto malinconico e sublime, l’ultima stagione dell’underground musicale prima dell’avvento delle nuove tecnologie.


Coffee break

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Al-Khwarizmi

Testo semplice: come usarlo. Una premessa: non ritengo sia necessario lavorare solo in un modo piuttosto che un altro. Niente dogmatismi, usiamo quel che serve a seconda del progetto o del problema. Detto questo ci sono delle idee di fondo che dovrebbero orientare. La mia è usare il testo semplice quando e quanto possibile. Ma come organizzarlo? Questo articolo di Scott Nesbitt (opens new window) spiega come creare una struttura di cartelle per gestire i documenti txt.

E cosa si usa per scrivere? Se avete un repo lontano lontano, magari appoggiato su una macchina che potete raggiungere via ssh dal terminale, potete ovviamente usare Vim, che riduce le distrazioni e ottimizza le distanze. E che per molti (me incluso) è il piano di fall back casomai andasse tutto storto. Qui una bella spiegazione (opens new window) di come usare Vim se siete scrittori di prosa (e non di codice). E qui invece i dieci migliori plugin (opens new window) per scrivere prosa.

Vi ricordate WordGrinder? No? È probabile. Non è il mio editor preferito, però è una buona videoscrittura molto amata da Riccardo (che sovente ne parla (opens new window)). Da riscoprire e provare (opens new window); c'è anche su brew (opens new window). Segnalo VOoM (opens new window) e Writable Search (opens new window).


Push harder
Push harder ~ Foto © Antonio Dini

Una modesta proposta

C'è una vita che tutti vagheggiamo. È una vita più semplice, con tempi diversi, fatta in un altro modo, meno convulso, dove a quanto pare il tempo passava più lentamente e le strade erano meno affollate. C'è chi la cerca nei dischi in vinile (quelli che un tempo si chiamavano "album" o "ellepì"), chi nella cucina slow e slow food, chi negli abiti vintage, chi nella fotografia a pellicola. E chi nei mestieri che oggi non esistono più semplicemente perché non lo consentono i costi e gli stipendi cambiati per sempre nei "paesi ricchi" dall'automazione e dai processi di globalizzazione, mossi soprattutto dall'inflazione incorporata nelle valute del sistema monetario tradizionale grazie alle grandi banche centrali. Per questo vi corre un brivido giù per la schiena quando guardate storie come quella di questo giovane orologiaio indipendente giapponese (opens new window): Masahiro Kikuno. Poi, sappiate anche che non è vero niente. Ma almeno tenetevi stretto il sogno, anzi l'illusione, per un po'.




I link non hanno alcuna affiliazione, puntano orgogliosamente solo all'oggetto culturale citato. Un giorno riuscirò a renderli non tracciati.



“A man must love a thing very much if he practices it without any hope of fame or money, but even practice it without any hope of doing it well. Such a man must love the toils of the work more than any other man can love the rewards of it”

– G.K. Chesterton


END




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