[Mostly Weekly ~209]

Bata bata, full banana e tanta neve


A cura di Antonio Dini
Numero 209 ~ 5 marzo 2022

Buona domenica!

Benvenuti su Mostly Weekly, la newsletter settimanale che esce quando è pronta.

È la settimana con la neve in California (opens new window). Tanta neve.

Potete leggere questo numero di Mostly Weekly anche qui, invece l'archivio lo trovate qui.

Ricordo che Mostly Weekly è aperta a tutti, senza pubblicità o affiliazioni. Per supportarla potete fare una donazione qui su PayPal (opens new window) in modalità Amici (è una donazione, dopotutto, non una compravendita).

Ah, c'è anche un tizio che ha brevettato un modo per curare il singhiozzo (opens new window), dice lui. Se vi viene, sapete cosa fare.

Intanto, buona lettura.


Everybody is trapped by something. For me, liberty is a strict frame of reference, and inside that frame of reference all the variations are possible
–– Henri Cartier-Bresson



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Editoriale

Full banana. È il modo con cui gli americani indicano quando ti viene dato il trattamento completo, con tutti gli optional e tutte le cose aggiuntive, ovvero quando ti devi occupare dell'intera questione.

Craig Mod, che è uno dei miei autori preferiti, si è inventato e costruito questo sistema per vivere. È indipendente, gestisce lui tutta la filiera (fin dove arriva) e ha spostato le cose che fa anche per i giornali attraverso i suoi canali. Il punto è che guadagna quel che gli serve per vivere non con quel che paga il New York Times (che, credetemi, è un botto rispetto a quel che pagano da noi i giornali ai freelance), ma con un meccanismo autogestito (opens new window) simile a Patreon (ha disintermediato anche quella piattaforma).

Un esempio è arrivato nella mia inbox qualche giorno fa. Craig scrive un articolo su una destinazione in Giappone (Morioka) per le pagine dei viaggi del NYTimes (opens new window), pubblica poi il dietro le quinte sulla sua newsletter (Morioka Experience (opens new window)) e un botto di foto sull'altra newsletter (The People of Morioka (opens new window)). È tantissima roba e per di più è anche gratuita. Per gli iscritti c'è ancora altro.

Come fate a non pagare per entrare completamente nel suo ecosistema? E aggiungo: come autore e giornalista sarebbe la mia ambizione ricreare qualcosa del genere, se non fosse che non c'è abbastanza acqua e la papera non galleggia nello spazio della lingua italiana. Nel senso che queste cose funzionano se la nicchia, che deve diventare un ecosistema vitale e capace di supportare in modo ragionevole la vita di un autore, è sufficientemente grande in valore assoluto.

Siete lettori meravigliosi e alcuni di voi anche dei sostenitori straordinari (non sapete quanto vi sono riconoscente!) ma è inutile negarlo: quel che faccio è molto di nicchia rispetto ai temi più generali come gadget, moda e newsletter simili. Qui entra in gioco il problema della quantità d'acqua e della papera che non galleggia. Le nicchie per i parlanti italiani sono relativamente grandi ma molto più piccole di quelle dei parlanti inglese: quindi non ce la si fa a meno di diventare degli influencer molto mainstream (per usare un eufemismo), cosa che io non sono per scelta e per natura.

Ragion per cui la banana del Mostly System è piccolina (perché devo fare altro per campare) ma è comunque a disposizione di tutti, senza barriere digitali. E se anche siete relativamente pochi vi garantisco che per me siete straordinariamente buoni. Grazie!

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'blad ~ Foto © Antonio Dini

Importantologica

Il valore delle cose, del lavoro, delle persone, è distorto da una matematica irrazionale (opens new window) che fomenta solo l'idea della competitività: è la matematica di chi misura, classifica e ordina sulla base di valori spesso arbitrari. Sarebbe ora di cominciare a ragionare in modo diverso, sia perché il mondo è più complesso sia perché non è una gara. E invece il modo con il quale rappresentiamo le cose si trasforma in questo.

Le AI conversazionali si fanno piccole piccole. Meta, ad esempio, ha presentato (opens new window) un nuovo modello che può essere eseguito su una singola GPU. Il large language model, chiamato LLaMA-13B, è 10 volte più piccolo del modello GPT-3 di OpenAI, ma con prestazioni apparentemente migliori. I modelli LLaMA hanno dimensioni comprese tra 7 e 65 miliardi di parametri, mentre GPT-3 ne ha 175 miliardi. L'addestramento dei modelli LLaMA è stato effettuato utilizzando set di dati disponibili pubblicamente. Meta spera che LLaMA possa essere utilizzato per la ricerca sul linguaggio naturale e per alimentare applicazioni come la risposta alle domande, la comprensione del linguaggio naturale e la comprensione della lettura. LLaMA-13B potrebbe aprire la strada all'accesso a prestazioni simili a ChatGPT su hardware di livello consumer.

Ma qual è lo scenario più ampio con tutto questo rumore di AI conversazionali di qua e di là? Basta andarselo a leggere sul loro sito. La missione di OpenAI, sostiene l'azienda (opens new window), è garantire che l'intelligenza artificiale generale (AGI) porti benefici a tutta l'umanità. L'AGI, dice OpenAI, potrebbe "aumentare l'abbondanza", "mettere il turbo" all'economia globale e contribuire alla scoperta di "nuove conoscenze scientifiche". Ha il potenziale per dare a tutti "nuove incredibili capacità" e aiutare a svolgere "quasi tutti i compiti cognitivi". Tuttavia, l'AGI presenta anche seri rischi di uso improprio, di errori e di disgregazione della società. OpenAI ritiene che non sia possibile o auspicabile arrestare lo sviluppo dell'AGI e l'azienda sta studiando il modo giusto per "affrontare la transizione verso un mondo con superintelligenza". Con un piano così, cosa potrebbe andare male?

Ad esempio: un repository che mostra le conseguenze (opens new window) della creazione di interfacce per modelli linguistici di grandi dimensioni con altre applicazioni.

Intanto Time, il settimanale americano che ha compiuto cento anni (opens new window) e per lungo tempo è stato uno dei principali gatekeeper dell'informazione internazionale, prova a spiegare cos'è l'AI e cosa vuol dire (opens new window) per il resto di noi (con risultati discutibili).

SpaceX sta già lanciando i satelliti Starlink V2 Mini di nuova generazione. La missione di lunedì scorso, denominata Starlink 6-1, porta in orbita terrestre bassa 21 satelliti Starlink V2. I satelliti opereranno con la licenza FCC Starlink Gen2 di SpaceX, che consente a SpaceX di lanciare fino a 7.500 dei 29.998 satelliti teorici. Secondo quanto riferito (opens new window), i satelliti Starlink V2 offrono una larghezza di banda quasi 10 volte superiore rispetto ai satelliti V1.5.

Una delle invenzioni fondamentali dell'umanità? La ruota, dite voi? Beh, prima sono stati inventati il filo, la corda e la cima (opens new window) (sono tutti collegati e indicano cose diverse). E si è trattato di una serie di invenzioni antichissime e fondamentali per lo sviluppo dell'umanità, molto più che non la ruota.

Uno studio affascinante sulla solitudine e gli effetti che ha sul sistema neurologico (opens new window). Le neuroscienze suggeriscono che la solitudine non derivi necessariamente dalla mancanza di opportunità di incontrare altri o dalla paura delle interazioni sociali. Al contrario, i circuiti del nostro cervello e i cambiamenti nel nostro comportamento possono intrappolarci in una situazione di "catch-22": se da un lato desideriamo entrare in contatto con gli altri, dall'altro li consideriamo inaffidabili, giudicanti e poco amichevoli. Di conseguenza, ci teniamo a distanza, rifiutando, consciamente o inconsciamente, le potenziali opportunità di connessione.

Le recenti reazioni sui social media contro gli influencer che adesso declamano il mantra della moda sostenibile cioè "meno ma meglio" (con prezzi livello Patagonia) stanno costringendo il settore dell'abbigliamento (opens new window) a chiedersi se il problema della moda sostenibile non sia diventato un po' troppo elitario. Nel campo del "sì" c'è chi sostiene che la conversazione sulla sostenibilità è fuori dal mondo e "svergogna" i consumatori più poveri. D'altra parte, dicono i sostenitori della moda sostenibile, è davvero un diritto umano "essere alla moda a spese delle persone e del pianeta"?

Gli ottimi consigli di un assistente di volo (opens new window) su come affrontare i viaggi più lunghi (sopra le 8-10 ore, per intenderci). Aggiungo: bere più acqua che si può e dormire come se non ci fosse un domani o al massimo leggere. Ah, e io le scarpe mica me le tolgo, soprattutto per andare in bagno.


Yamatologica

Bata bata (バタバタ)
La parola di questa settimana per il nostro dizionario tematico di giapponese è bata bata (バタバタ), un'onomatopea che vuol dire un po' di cose.

Il senso più facile e comune è indicare quando le cose diventano veramente complicate, incasinate, in una parola frenetiche. Avete presente quando il lavoro diventa una montagna e bisogna fare velocissimi (un po' come sto facendo io stamattina con questo numero di Mostly Weekly) e si sta con il capo chino a fare più che si può? Oppure quando c'è da preparare tutta la famiglia per un viaggio e bisogna fare i bagagli di corsa mentre i bambini scappano da tutte le parti? Ecco, quella cosa là.

Bata bata è la classica risposta alla domanda "Com'è il lavoro in questo periodo?" per far capire che c'è un sacco da fare. Ma non solo, perché in realtà è un'onomatopea. Altri significati di バタバタ sono quelli legati all'idea di un rumore sferragliante o un'agitazione, quindi penso sempre che significhi che si sta correndo in giro, sbattendo contro le cose e facendo un gran baccano mentre si cerca di arrivare al prossimo momento di calma. Ma da dove viene?

Per quanto riguarda l'etimologia dell'espressione バタバタ, non esiste una spiegazione definitiva. Tuttavia, una teoria suggerisce che il suono ripetitivo "ba-ta" possa essere stato ispirato dal battito del cuore o dal suono delle dita che battono sui tasti di una tastiera o su una superficie. In ogni caso, bata bata è diventata una parola comune in giapponese e viene utilizzata frequentemente nella conversazione quotidiana. Tra l'altro, con un'accezione positiva: se chiedete a un giapponese "come stai" e risponde bata bata, vi sta dicendo che ha un sacco da fare, ma con un bel sorriso di qualcuno che sa che sta facendo bene il suo dovere di operosa ape. Un italiano si fregherebbe anche le mani incassando un po' la testa tra le spalle.

Altri significati (che rafforzano l'etimologia) sono quelli per cui bata bata indica confusione e caos, cioè un'atmosfera frenetica e disordinata, come ad esempio un luogo affollato o un ambiente di lavoro molto impegnativo. Oppure indica del rumore, un suono forte e ripetitivo, come ad esempio quello prodotto da un tamburo o da passi pesanti. O, infine, un movimento rapido, veloce e deciso, come ad esempio quello di una persona che corre o di un animale che si muove rapidamente.

Il sinonimo non onomatopeico di bata bata nel senso di "frenetico" è isogashii (忙しい), ed entrambi si usano per parlare di persone molto impegnate. Se invece si vuol descrivere un posto o un luogo molto affollato o incasinato, si usano altre parole: ‌nigiyaka (にぎやか) per indicare ad esempio per una festival molto trafficato, oppure ‌kondeiru (混んでいる) per indicare un ambiente strapieno come un treno o un negozio.


Variologica ed eventualogica

Chi sono i vegetariani? E cosa fanno, come fanno? Della loro storia avevo parlato nel numero 120 di Mostly (opens new window). Adesso è interessante vedere che ci sono tante declinazioni del genere, tra queste quella di chi mangia la carne ma solo in determinate occasioni. È la scelta di compromesso delle persone che la rivista Bon Appétit chiama “onnivori sociali”, spiega il Post (opens new window), per limitare il proprio impatto ambientale evitando alcune seccature.

“Nel 1913 ebbi la felice idea di fissare una ruota di bicicletta su uno sgabello da cucina e di guardarla girare”, scriveva Marcel Duchamp, il padre del readymade, l'arte concettuale nata negli anni Dieci del secolo scorso. Tempo addietro, leggendo un libro (opens new window) di Claudio Marra che parla di fotografia analogica, digitale e di arte, ho scoperto che lo snodo centrale è il readymade. Ma cos'è? Lo spiega bene qui (opens new window) Luca Maggio.

Paolo Attivissimo manda un'altra bordata contro l'informazione che non rispetta il buon senso e che forse (dice) è in malafede. Questa volta è un articolo del Sole 24ORE (opens new window) che sostiene che per fare Milano-Napoli in auto elettrica servono due ore in più e 110 euro di corrente elettrica anziché i 76 con il gasolio. Stupidaggini, dice Attivissimo, e pure in malafede.

Le borse Birkin di Hermès sono diventate davvero molto costose (opens new window). In generale c'è una tendenza per le vecchie borse di valore (opens new window). C'è chi si chiede se non siano un vero e proprio investimento economico (opens new window) (stessa domanda che si fa in campo maschile per gli orologi (opens new window)) mentre chi cerca di speculare con gli NFT (opens new window) scopre che non si può. Ah, le bolle di una volta.


Multimediologica

C'è un mondo fotografico epico e ormai ahimè tramontato quasi del tutto. È quello di Hasselblad e soprattutto del sistema V o 500. Qui c'è un video che spiega bene come funziona il sistema 500 (opens new window) e qui la progenitrice di tutto, cioè la Hasselblad 500C (opens new window), e di seguito invece, spiegato molto bene e in italiano, uno dei corpi alternativi, l'epico Flexbody (opens new window). Tra l'altro, la riedizione all-digital 907X (opens new window) è sostanzialmente la fotocamera con il processo più lento e simile alla pellicola di sempre.

Come vedete anche dalle foto di questo numero, ho tirato fuori dal cassetto la mia Hasselblad 500c e ho scattato un buon rullino di Acros 100 (Fujifilm). Ormai è diventato come bere un vino del secolo scorso. Ancora l'Hassleblad mostrata bene (opens new window) e poi la mia serie di articoli Pimp my Hasselblad parte prima (opens new window) e parte seconda (opens new window).

Nel mondo della musica da palco c'è una cosa che è fondamentale: avere l'audio sparato nelle orecchie con delle piccole e (quasi) invisibili auricolari. Sono il più grande cambiamento nel mondo della musica degli ultimi trent'anni e richiedono un po' di lavoro da parte di tutti. Questo video (opens new window) è un po' tecnico ma spiega molto bene come funzionano e perché servono i rig basati su rack con tutti i pezzi del caso.

Non si può non ricordare che siamo arrivati al cinquantesimo compleanno di The Dark Side of the Moon, l'album più famoso (ancora più famoso di The Wall) dei Pink Floyd, che si presta (opens new window) a mille e mille usi (alcuni (opens new window) davvero spettacolari). Un disco davvero speciale (opens new window).

Negli Usa, dopo l'Europa, Tesla sta aprendo i suoi Supercharger anche ai possessori di veicoli elettrici diversi. Là è un po' più complesso perché le auto hanno uno spinotto diverso (in Europa per fortuna abbiamo uno standard unico) e ci sono stati degli adattamenti sui distributori. Ma le cose non sono semplici, anche perché le auto non-Tesla hanno la presa per la carica in posti diversi. Insomma, è complicato, ma MKBHD fa un gran racconto (opens new window), meglio di un giornalista (girato con iPhone 14 Pro).


Tsundokulogica

«Dio mio! Dio mio, che non esisti! Perché mi hai transessualizzato?» È con questo incipit che comincia la ricognizione de La vita sessuale di Guglielmo Sputacchiera (opens new window) di Alberto Ravasio, un libro che promette miracoli: "Guglielmo Sputacchiera, inetto sociale e sessuale, si sveglia trasformato in ciò che più gli manca: una donna, è diventato una donna. Ma cosa è stato? l’abuso di pornografia, la masturbazione ambidestra, il surriscaldamento globale, gli amici del liceo, uno scherzo di dio? Un po’ Samsa, un po’ Fantozzi, un po’ soldato Sc’vèik, il giovane Sputacchiera lascia la casa dei suoi e parte per un’avventura pesantemente surreale e realista". Consigliato dal poeta residente emerito (opens new window) di Mostly.

Ai 2041. Scenari dal futuro dell'intelligenza artificiale (opens new window) è un libro di Kai-Fu Lee (ex capo di Google in Cina, nativo però di Taiwan) e Chen Qiufan, un famoso scrittore e sceneggiatore di fantascienza cinese. Per dare una dimostrazione del fatto che l'AI sarà la cosa più importante del prossimo futuro, Kai-Fu Lee e Chen Qiufan hanno scritto dieci racconti ambientati nell’imminente futuro. A San Francisco nasce una nuova industria intelligente per aiutare degli sfollati, mentre a Mumbai un adolescente si ribella all’IA che spia le sue relazioni d’amore. A Seoul dei robot diventano insegnanti di due gemelli orfani, mentre a Monaco uno scienziato informatico mette in pericolo il mondo intero. Guardando verso un orizzonte non troppo lontano, il libro "ci ricorda che l’uomo continuerà a essere l’unico artefice del suo destino", dice la lirica quarta di copertina.

Uneasy Listening (opens new window) di Anouchka Grose e Robert Brewer Young è un gioiello di libro. Anzi, una vera bomba. Attraverso un dialogo tra uno psicanalista e un liutaio, affronta una semplice domanda: cosa rende tale un buon ascoltatore?

Fondatrice di "The Nap Ministry (opens new window)", Tricia Hersey ha un messaggio chiaro: il riposo, nella sua forma più semplice, diventa un atto di resistenza e di rivendicazione del potere in un sistema che sottopone i nostri corpi e le nostre menti a ritmi di lavoro irrealistici, dannosi e macchinosi. Rest Is Resistance (opens new window) è una chiamata alle armi e un manifesto per coloro che vengono privati del sonno, che cercano giustizia e che desiderano liberarsi dalla morsa oppressiva della Grind Culture.

Fresh Banana Leaves (opens new window) di Jessica Hernandez è bello e decisamente reale. È una lettura difficile da comprendere per il "mondo occidentale", ma molto necessaria, perché rende di nuovo visibili le popolazioni indigene, che sono state praticamente cancellate dalle narrazioni tradizionali.


Algoritmologica

Un piccolo ma promettente sito, per una volta in italiano, che organizza un po' di idee su Linux e come usarlo: Dajelinux (opens new window).

I corsi di informatica, sia quelli universitari che quelli online, trattano spesso argomenti come i sistemi operativi e l'apprendimento automatico, ma raramente insegnano la conoscenza degli strumenti. Questo corso del MIT (opens new window) offre agli studenti l'opportunità di capire come si usano la riga di comando, gli editor di testo, i sistemi di controllo delle versioni del codice e altro ancora. L'idea è che la padronanza degli strumenti non solo fa risparmiare tempo, ma apre anche la possibilità di risolvere problemi complessi. Investendo nella conoscenza degli strumenti, gli studenti possono aumentare il valore della loro formazione e quindi della loro carriera. E, sì, insegnano a usare Vim (opens new window).

Già che ci siamo, lo sapete che usare Vim (opens new window) in modo facile (anche MacVim (opens new window)) va bene sostanzialmente così com'è (serve giusto qualche riga nel file di configurazione), ma per usarlo in maniera strutturata serve un file explorer? Ce n'è uno dentro (opens new window), ma è meglio NerdTree (opens new window). Qui il tutorial video (opens new window) su come aggiungere i plugin con Vim 8+ e gli altri gestori di plugin.

Il "problema dello sviluppatore solitario (opens new window)" si verifica quando un singolo programmatore costruisce qualcosa, rendendone difficile la successiva manutenzione da parte di altri. I programmatori solitari spesso capiscono e costruiscono sistemi che hanno senso per loro ma non per i futuri lettori. Questo può essere un problema anche per i grandi programmatori. Per evitare questo problema, gli sviluppatori solitari possono coinvolgere un altro sviluppatore per rivedere il codice, provare l'accoppiamento del codice o l'open-source del codice. Non è sempre necessario risolvere questo problema, come non è sempre necessario scrivere del buon codice.

Un team internazionale di scienziati guidati dalla Johns Hopkins University ha proposto lo sviluppo di un computer biologico alimentato da cellule cerebrali umane (opens new window) che potrebbe superare le attuali macchine basate sul silicio, consumando meno energia. Questa "intelligenza organoide" sarebbe costituita da strutture neurali cresciute da cellule staminali collegate a sensori e dispositivi di output e addestrate con l'apprendimento automatico. Potrebbero essere necessari decenni per sviluppare questa tecnologia in un prodotto commerciale, e ci sono considerazioni etiche riguardo alla possibilità che il computer acquisisca una coscienza. Tutte le questioni etiche saranno costantemente valutate da team di scienziati, etici e dal pubblico.

I computer basato su funghi (opens new window) sono un nuovo sviluppo della tecnologia informatica che utilizza il micelio, la struttura radicale a forma di ragnatela del fungo, come conduttore e componente elettronico. Rispetto ai computer tradizionali, i computer a fungo sono più tolleranti ai guasti, riconfigurabili e consumano poca energia. Possono imitare le attività e gli schemi di spike utilizzati dai neuroni nel cervello per comunicare i segnali. Stimolando il micelio in due punti si aumenta la conduttività tra di essi, consentendo di stabilire la memoria.


Coffee break

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At the bar
At the bar ~ Foto © Antonio Dini

Una modesta proposta

Un aspetto interessante dell'arrivo dell'informatica nel lavoro è che gli uffici cambiano forma perché si lavora in altri modi da altri posti. E un effetto della trasformazione dei vecchi posti in nuovi posti è che c'è tutto un mondo di tizi che acquistano a prezzi stracciati e mettono da parte l'arredamento, spesso anche di gran pregio, per poi rivenderlo con calma. È un mercato che nella Silicon Valley a quanto pare sta accelerando (opens new window): ci sono liquidatori professionisti, venditori su Craigslist e start-up che parlano di "economia circolare". E alcuni tizi con magazzini pieni di sedie davvero belle.




I link non hanno alcuna affiliazione, puntano orgogliosamente solo all'oggetto culturale citato. Un giorno riuscirò a renderli non tracciati.



“A man must love a thing very much if he practices it without any hope of fame or money, but even practice it without any hope of doing it well. Such a man must love the toils of the work more than any other man can love the rewards of it”

– G.K. Chesterton


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