[Mostly Weekly ~97]
There is no "there" there
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A cura di Antonio Dini
Numero 97 ~ 10 gennaio 2021
Freedom is what you do with what's been done to you
-- Jean-Paul Sartre
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L'ultimatum di WhatsApp
Gli utenti di WhatsApp al di fuor della Ue (qui forse no, perché c'è la GDPR) dovranno condividere i propri dati personali con Facebook (opens new window) entro l'8 febbraio o non potranno più utilizzare l'app. Dopo che WhatsApp è stata acquisita da Facebook, l'app aveva offerto ai suoi utenti la possibilità di rinunciare alla trasmissione dei dati del proprio account a Facebook (cosa che allora avveniva in automatico). Adesso la nuova politica sulla privacy aggiornata richiederà agli utenti di condividere con Facebook numeri di telefono, informazioni di contatto, nomi di profilo, immagini del profilo, stato dell'utente e dati diagnostici. Questo anche se non avete un profilo Facebook (che verrà indirettamente creato). Qui una mia ricapitolazione per il Sole 24 ORE (opens new window) di quali dati vengono trattenuti da Facebook. La modifica della politica sulla privacy fa parte di una strategia dell'azienda per consentire alle imprese di archiviare e gestire le chat di WhatsApp utilizzando l'infrastruttura di Facebook.
Sono uscito anni fa da Facebook (lo avevo scritto nell'articolo per il Sole 24 Ore (opens new window)), e non ho nessun desiderio di ridare i miei dati e quelli degli altri (la mia intera agenda telefonica, ad esempio) al social di Zuckerberg. Questa cosa non va bene. E la vivo come una violenza, perché nella realtà del mondo non posso uscire da Whatsapp: ci sono troppi gruppi di lavoro o sociali e contatti con cui si può interagire solo là. Non sono libero di farlo. E non ritengo etico -e a questo punto neanche sano- l'abuso nella raccolta di informazioni da un lato e la mediazione forzata delle relazioni tra persone e istituzioni dall'altro che vengono operate dal social. Inoltre, ritengo che i social in generale, e Facebook in particolare, siano diventati incompatibili con le democrazie liberali: hanno di fatto sostituito organi preposti al funzionamento della democrazia, cioè i giornali, e svolgono una funzione più ampia e assolutamente non regolamentata. Non solo perché non c'è una regolamentazione per il funzionamento dei social, ma anche perché non c'è un'etica e una deontologia per le persone che ci lavorano dentro e per chi ne sviluppa gli algoritmi e le soluzioni tecnologiche. Il ruolo dei giornali e dei giornalisti come mediatori nell'interesse dell'opinione pubblica era più articolato e complesso di quello di una piattaforma che massimizza la polarizzazione degli scontri per aumentare le interazioni, utilizzando algoritmi e strategie sciolti da qualsiasi responsabilità. Chi ha eletto il ceo di Facebook, di Google, di Youtube, di Twitter? Verso chi sono responsabili? Sulla base di quale costituzione e di quale equilibrio dei poteri possono decidere se un presidente in carica ha o non ha un account attivo e se può o non può rivolgersi direttamente a centinaia di milioni di persone? Se Facebook è incompatibile con i meccanismi delle democrazie liberali (opens new window) (soprattutto la parte in cui sono necessarie delle "fonti di informazione plurime e imparziali"), allora la situazione è paradossalmente semplice: bisogna chiudere Facebook. Questo non vuol dire cancellare l'idea stessa social: piuttosto, farne crescere di altri, non contaminati all'origine. Infatti, rendiamoci conto che ci sono anche altri modi (vedi Discord (opens new window)) di immaginare la socialità su internet senza bisogno di essere tritati da un gruppuscolo di avidi pirati sociopatici che ritiene avere il diritto di poter depredare tutte le persone del pianeta delle proprie informazioni e pensieri solo perché gli è andata liscia finora. Il problema sono le persone, cioè questa microscopica e potentissima classe predatoria, a cui la legge deve impedire di continuare a nuocere così come impedisce agli altri criminali di continuare a nuocere alla società.
* "Ciao ciao 2020 -- Foto © Antonio Dini")
Importantologica
Una azienda sola al comando La produzione di processori e SoC è diventata la chiave. E oggi c'è un'azienda che è venuta fuori "da dietro", si è staccato dal gruppone dei produttori (lentamente scomparsi) ed ha raggiunto e superato anche i campioni del settore come Intel. Si tratta della taiwanese TSMC, quella che fa i chip conto terzi per Apple e tutti gli altri e l'unica che sta per fare lavorazioni da 2-3 nanometri. Qui una intervista video da un'ora (opens new window) al suo elusivo fondatore, Morris Chang, e qui un articolone di quelli da incorniciare, che spiega perché tutta l'innovazione del pianeta passa da Taiwan (opens new window)
Nel 2021 è arrivata la malaria 2.0 I decessi globali per malaria (opens new window) sono diminuiti arrivando a 409mila nel 2019, rispetto ai 585mila nel 2010. Diversi paesi hanno eliminato la malattia o stanno per farlo. Tuttavia, c'è un problema: un nuovo ceppo del parassita ha mostrato resistenza a uno dei trattamenti per la malaria più comunemente usati. Il nuovo ceppo potrebbe portare a più morti, una maggiore diffusione della malattia e una perdita di fiducia nei trattamenti per la malaria. Per riuscire a limitare al diffusione del nuovo ceppo servono maggiori finanziamenti per aumentare capacità di test e ricerca, nonché un uso più efficace dei farmaci da parte di fornitori e pazienti. La mutazione è stata osservata nel sud-est asiatico nel 2013 e viene tenuta a bada con l'uso attento di vari farmaci.
Trovate l'errore La cultura, la preparazione ma anche l'abito mentale determinano il modo con il quale si affrontano i problemi e si immaginano le soluzioni. Scott Santens utilizza infatti il suo background di ingegnere (opens new window) per sostenere l'idea di un reddito di base universale come idea di buon senso: «Abbiamo progettato un sistema di supporto per la vita senza tolleranza ai guasti e lo abbiamo fatto perché non sono stati degli ingegneri quelli che lo hanno progettato. Invece, lo hanno fatto i politici. Ed è costruito su un antiquato moralismo incentrato sul lavoro invece che sul realismo contemporaneo incentrato sulla vita. Il realismo richiede che riconosciamo che gli esseri umani hanno bisogno di denaro per vivere all'interno di un sistema di proprietà privata che impedisce l'accesso legale alle risorse di base a meno che non si abbia del denaro o si abbia diritto all'assistenza governativa. Quindi, per le persone è fondamentale avere soldi da spendere per ciò di cui hanno bisogno per vivere. Ne consegue che bisogna assicurarsi che ce ne abbiano, fornendoli a tutti incondizionatamente». Logico, no?
Microsoft ti riporterà in vita dai morti (sort of) A volte ritornano. Microsoft ha depositato un brevetto (opens new window) per un metodo che utilizzerebbe dati dei social come immagini, audio, post sui social media e altre cose scritte da un individuo per costruire un profilo di quella persona e creare un chatbot con "la sua personalità". Il chatbot potrebbe persino avere la voce simile a quella della persona reale, utilizzando registrazioni e dati sonori pregressi (avete presente? lo facevano anche sui navigatori della TomTom). Il brevetto di Microsoft include la creazione di modelli 2D-3D di individui usando dati presi da immagini e-o video. L'obiettivo di questo lavoro potrebbe essere chiunque, quindi è possibile creare un chatbot di qualcuno del passato, quindi di una persona morta. Insomma, avete capito.
Lo Smithsonian si arrabbia
Non toccategli i parchi. Negli ultimi tre decenni il National Park Service ha compiuto sforzi importanti per ricercare e spiegare la storia e la preistoria dei nativi americani di Yellowstone, tuttavia il mito della natura incontaminata è ancora promosso nell'opuscolo che ogni visitatore riceve all'ingresso del parco: «Quando guardi gli animali a Yellowstone, intravedi il mondo com'era prima degli umani». Ecco, anche no. Diciamo solo che (opens new window) il marketing non ha ancora ricevuto il memo del dipartimento della ricerca. Infatti, gli esseri umani sono a Yellowstone sin dai tempi dei mammut e dei mastodonti.
Yamatologica
Sushi (すし)
Per il nostro dizionario tematico settimanale di giapponese questa volta vi verrà fame (a me è già venuta, e siamo subito dopo pranzo). Si parla del moderno sushi (すし), che è universalmente sinonimo di pesce crudo. Ma il tipo di sushi che conosciamo oggi è in realtà un'invenzione relativamente recente, emersa solo nella prima metà del XX secolo. Il sushi come idea, tuttavia, esiste da secoli. La parola sushi deriva dalla parola giapponese per "aspro" e la sua forma più antica, "narezushi" (熟れ寿司, sushi stagionato), viene messa in salamoia per mesi o addirittura anni, con una consistenza e un gusto completamente diversi dal moderno rotolo di sushi con pesce fresco preparato al momento. Invece, un momento di pausa per un tipo particolare di sushi, cioè per le palline schiacciate a mano e con una sottile striscia d'alga che avvolge il riso e il contenuto (pesce o altro). Si chiamano nigirizushi (握り寿司, "sushi schiacciato a mano") e risalgono agli anni venti-trenta del'Ottocento: secondo alcuni racconti è stato lo chef Hanaya Yohei (1799--1858) ad inventarsi e perfezionare la tecnica del nighirizushi attorno al 1824 nel suo negozio a Ryōgoku, distretto del municipio di Sumida-Tokyo. Il piatto si chiamava originariamente Edomae nigirizushi, dove Edo-mae sta per il pescato preso dalla baia (mae) di Tokyo (cioè Edo). Quando in Giappone si fa riferimento al nigirizushi (e più in generale a tutto il sushi) come un prodotto "della baia di Tokyo", l'intento è di dire che si tratti di un sushi "di qualità superiore", a prescindere dalla reale origine del pescato. Ah, un'ultima cosa: avrete notato che in italiano e nelle altre lingue occidentali la traslitterazione è "sushi" con la "s" quando è da solo, ma cambia nei composti in "z", come nigirizushi. Questo è per via del Rendaku (連濁, sonorizzazione sequenziale), che è un fenomeno affascinante della morfo-fonologia giapponese. In pratica, quando a una parola che inizia con consonante viene anticipato un prefisso (ma può essere anche il caso della seconda delle parole composte), questa consonante molto spesso (ma non sempre) diventa sonora. Non c'è una regola per prevederlo, i kanji non hanno alcun segno per indicarlo ma invece nei kana (per bambini e parole straniere) c'è il mitico segno diacritico "dakuten" (濁点, accento sonoro, detto più familiarmente "ten-ten", "puntini" perché è rappresentato da due piccoli tratti: ゛). Aggiungo che il segno diacritico per la mezza sonorizzazione si chiama "handakuten",半濁点 , ed è un pallino vuoto detto anche "maru", cioè "cerchietto": ゜).
L'isola dei gatti
Sull'isola di Tashiro-jima (田代島), nella prefettura di Miyagi, i gatti sono più numerosi delle persone e alla gente va bene così (evidentemente gli allergici come me si sono già trasferiti da tempo). Non è un caso che i gatti che abitano Tashiro-jima, o per meglio dire: quella che è diventata nota come "l'isola dei gatti" (猫島 oppure 猫の島), siano diventati i residenti principali. L'immagine e l'idea dei felini sono state sfruttate a lungo dalla gente del posto per rappresentare la fortuna e la buona sorte; e se ti prendi cura di loro e li nutri, raddoppi la dose di fortuna e buona sorte. La cosa a quanto pare ha funzionato perché nel 2011, quando c'è stato terremoto e annesso tsunami di Tohoku, si sono salvati praticamente tutti gli abitanti e i gatti. Questo sia perché l'isola è in posizione fortunata, protetta da una penisola, sia perché i felini hanno dato l'allarme ore prima e gli abitanti si sono messi in salvo ritornando alle case, rialzate rispetto al mare.
Variologica ed eventualogica
Riavviare il cervello dopo il covid
Non c'è dubbio che il 2020 sia stato difficile per tutti e tragico per molti. Nel 2021 però, soprattutto grazie ai vaccini, c'è di nuovo la speranza di un ritorno alla normalità e di un anno normale. Tuttavia, mesi di ansia, dolore e solitudine possono facilmente creare una spirale di negatività difficile da fermare. Questo perché lo stress cronico cambia il cervello. E a volte quando uno è giù non ha alcun interesse a fare le cose che potrebbero effettivamente farlo sentire meglio. Ecco sei modi (opens new window) "scientifici" (diciamo meglio: documentati) per cambiare in meglio il nostro stato d'animo.
Un anno come un altro (speriamo non come l'ultimo)
Ok, ecco un altro che ci prova: previsioni per l'anno appena iniziato. Entro la seconda metà del 2021, sostiene questo articolo (opens new window), vedremo le persone tornare a una vita normale. Tuttavia, questo probabilmente non cambierà i comportamenti che molti hanno adottato durante la pandemia e alcuni continueranno a fare molte cose da casa. Molti settori dell'economia non saranno più gli stessi. La pandemia e la crisi climatica spingeranno molti individui a trasferirsi in aree meno colpite dai cambiamenti climatici. Questa sarà un'enorme tendenza investibile per gli anni a venire. La criptovaluta e le organizzazioni decentralizzate saranno più diffuse, con una presa che si espande in aree oltre al settore finanziario.
"Siamo tornati". Oh, no!
Microsoft vuol ringiovanire Windows 10 (opens new window) e già che ci sono trasformare Outlook in una webapp (One Outlook) (opens new window) che gira su Windows, Mac e Linux. Poveri loro (e poveri noi).
Epic Games si è comprata un centro commerciale
Epic Games si allarga e, approfittando della crisi, sta acquistando un vecchio centro commerciale (opens new window) e lo sta convertendo nella sua nuova sede globale. Il Cary Towne Center è stato venduto per 95 milioni di dollari. Epic ha sede a Cary, nella Carolina del Nord, dal 1999. Ha circa due dozzine di filiali e studi in altre località in tutto il mondo. Il Cary Towne Center ha faticato a rimanere aperto a causa del cambiamento del mercato americano con gli acquisti che si sono spostati online e gran parte del centro commerciale è rimasto chiuso. I suoi proprietari hanno convinto il consiglio comunale di Cary ad approvare il suo cambio di destinazione, consentendo a Epic di utilizzarlo per uffici. Il nuovo campus di Epic includerà edifici per uffici e anche spazi ricreativi.
Esplorare la città
Un giovane camminatore si fa 26 Km per andare da un capo all'altro di Milano. Da Cologno ad Assago la traversata della città, in una giornata di cammino dello scorso giugno. Annoia un po', però (opens new window). Sarebbe più divertente se avesse fatto il periplo del GRA di Roma.
Maledetti millennials, ma invecchierete anche voi
Negli ultimi anni i dipendenti più anziani nel settore tecnologico hanno avuto più difficoltà a essere assunti o mantenere il lavoro e i fondatori di startup più anziani hanno avuto difficoltà a ottenere finanziamenti a causa della loro età. Una società di ricerche di mercato ha deciso di indagare sull'età media dei dipendenti (opens new window) delle principali società tecnologiche degli Stati Uniti e ha scoperto che la maggior parte dei dipendenti nel mondo tecnologico ha poco più di vent'anni, cioè sono assai giovani. Il grafico risultante dell'età media dei dipendenti nelle migliori aziende tecnologiche è disponibile nell'articolo.
Parlo da solo? Chi, io?
Questo suggerimento potrebbe suscitare una certa reazione viscerale, che parlare a te stesso in terza persona nella migliore delle ipotesi è strano e fastidioso, narcisistico e idiota nella peggiore. «Basta pensare a Elmo nel programma televisivo per bambini Sesame Street, o all'irritante Jimmy nella sitcom Seinfeld, non sono certo modelli di pensiero sofisticato", ha scritto il giornalista scientifico David Robson (opens new window) in The British Psychological Society Research Digest. Eppure, decenni di ricerca dimostrano che parlare a te stesso in questo modo all'interno della propria testa, una cosa chiamata anche "discorso auto-distanziato", può aiutare a promuovere la distanza psicologica, un fenomeno che porta a una migliore regolazione emotiva, autocontrollo e persino saggezza.
L'arte di prendere delle decisioni
Probabilmente molte persone si ritrovano nell'idea di questo articolo (opens new window) del New Yorker sul modo con il quale prendiamo le decisioni grandi e piccole della vita: risoluti per le cose enormi (matrimonio, figli, lavoro) e assolutamente inefficienti per le piccole (quale film guardare, quale libro leggere, quale maglietta comprare). «Uno dei paradossi della vita -- scrive in New Yorker -- è che le nostre grandi decisioni sono spesso meno calcolate di quelle piccole. Ci tormentiamo su cosa guardare su Netflix, poi lasciamo che un programmi televisivo ci convinca a trasferirci a New York; l'acquisto di un nuovo laptop può richiedere settimane di ricerca su Internet, ma le decisioni dietro una rottura che cambia la nostra vita potrebbero essere fatte sulla spinta di una bottiglie di vino. Non siamo certo più avanzati degli antichi persiani, che, dice Erodoto, prendevano decisioni importanti discutendone due volte: una volta da ubriachi, una volta sobri».
Bolle grandi come una galassia galleggiano sulla Via Lattea
Il North Polar Spur è un arco che emette onde radio sospeso sopra il piano galattico. Gli astronomi hanno suggerito diverse teorie su cosa sia a partire dalla sua scoperta negli anni '50, ma è stato difficile arrivare a una conferma della sua stessa esistenza a causa della mancanza di percezione della profondità nello spazio. Un astronomo giapponese nel 1977 ha pubblicato alcune simulazioni che suggerivano che le radiazioni provenienti dallo "sperone" (è questa la forma dell'entità) fossero create da una coppia di bolle poggiate sopra il disco della galassia. I dati raccolti da allora (opens new window) suggeriscono che la teoria è corretta. Una mappa pubblicata nel 2019 mostra gigantesche bolle di raggi X create da gas a una temperatura compresa fra 3 a 4 milioni di gradi Kelvin, e che si espandono verso l'esterno da 300 a 400 chilometri al secondo. Le immagini delle bolle delle dimensioni di una galassia sono disponibili nell'articolo (opens new window).
Siamo il buco nero di qualcun altro
Ne avevo già scritto ma ci ritorno perché la trovo, assieme alla teoria che viviamo in una simulazione, un'idea affascinante. Se poi fossero vere entrambi (viviamo in una simulazione nella quale siamo il buco nero di qualcun altro) sarebbe un tripudio. Comunque. Per anni, gli scienziati hanno cercato di risolvere il mistero della materia oscura, una sostanza inspiegabile che rappresenta la maggior parte della massa dell'universo. Sebbene la materia oscura non emetta luce rilevabile, gli scienziati sanno che esiste a causa dei suoi effetti gravitazionali sugli ammassi di galassie e altri oggetti "visibili" nello spazio. Ora, gli scienziati hanno proposto l'idea (opens new window) che i buchi neri primordiali, oggetti che risalgono all'infanzia dell'universo, siano "un valido candidato per la materia oscura". Secondo uno studio (opens new window) condotto da ricercatori negli Stati Uniti, Giappone e Taiwan questo suggerisce persino l'idea dell'esistenza di un multiverso.
Anto', fa caldo
A New York, se vi capita di andarci e poi di andare a dormire in qualche appartamento o vecchio hotel di inizio secolo, vi farà caldo, soprattutto d'inverno. Ma un caldo da tenere aperte le finestre la notte. Ecco, sappiate che questo accade "by design", nel senso che, durante la Spagnola, vennero programmaticamente costruiti termosifoni fuori scala per poter consentire (e in qualche modo anche forzare) gli inquilini a stare con le finestre aperte, arieggiare e fermare i contagi. Lo racconta un esperto di termosifoni (opens new window), che ha fatto la sua piccola inchiestina. Una delle poche ragioni per cui Internet è ancora figa.
Fuma sano, fuma pakistano
Sul perché e sul percome i camionisti pakistani addobbino i loro camion (opens new window) neanche fossero rificolone.
Robottologica
Cagnacci marziani
Ricercatori della NASA / JPL-Caltech hanno presentato i robot "Mars Dogs" (opens new window), bestie artificiali che possono manovrare su altri pianeti in modi che i rover a ruote non potrebbero mai fare. Sono una versione modificata del robot "Spot" di Boston Dynamics, uno di quelli che ballano (opens new window). I cagnacci meccanici sono dotati di intelligenza artificiale e una serie di apparecchiature di rilevamento per aiutarli a navigare autonomamente sulla superficie di Marte. Molte regioni marziane scientificamente interessanti non possono essere raggiunte con rover su ruote. I Mars Dogs possono viaggiare attraverso tipi diversi di ambienti in maniera molto più veloce dei rover su ruote e soprattutto possono riprendersi e rialzarsi se cadono.
Spezzarsi la schiena, ma virtualmente
L'Holotron è una tuta-robot (opens new window) per la parte inferiore del corpo, che può essere indossata per simulare alcune delle forze necessarie per rendere la realtà virtuale più realistica e interattiva. È dotato di force-feedback che può limitare i movimenti della persona che la indossa a seconda dei vincoli fisici dell'ambiente virtuale. L'Holotron si indossa sospesi in aria mentre la tuta fornisce il movimento necessario per dare la sensazione come se ci si stesse muovendo. Questo consente all'utente di concentrarsi completamente sul controllo del corpo del proprio avatar. L'Holotron può essere utilizzato per molte applicazioni, inclusi giochi, formazione professionale e controllo dei robot di telepresenza. Nell'articolo (opens new window) è disponibile un video di un minuto che mostra l'Holotron in azione (fa paura: immagino già le fratture spinali).
Un batuffolo di robot
Un giorno i "soft-robot, i "robot morbidi", potrebbero essere utilizzati per un'ampia varietà di applicazioni, ad esempio esplorazione dello spazio, ma anche chirurgia, operazioni di soccorso e molto altro ancora. Sono fatti di materiali morbidi (opens new window) che consentono loro di approssimare le funzioni biologiche. Si prevede che il mercato dei robot morbidi raggiungerà i 2,16 miliardi di dollari nel 2024 (sì sì, tanto poi chi se lo ricorda chi ha fatto questa previsione?). I robot morbidi hanno anche dei difetti, come ad esempio la lentezza nell'accensione, ma i ricercatori stanno sviluppando soluzioni alternative. Consiglio di andare a letto presto la sera prima.
Audiologica
The Best Of The Internet (2020) (opens new window)
La società della sorveglianza: dalla Cina all'Europa (passando per Milano) (opens new window), intervista live a Simone Pieranni (il Manifesto e China Files) il 14/01.
Lo posso dire, è veramente tanto che non prendo un aereo e, se anche fisicamente stare fermo per 11 mesi mi ha fatto bene, mi mancano certe parti del mondo dove ero solito recarmi più o meno regolarmente. Una di queste è il Giappone e Tokyo in particolare. Ma per fortuna c'è Youtube: ho passato una mezz'ora incantato a guardare questa passeggiata tra caffetterie di Tokyo: primo (opens new window), secondo (opens new window), terzo (opens new window) e quarto (opens new window). Mi sono anche chiesto perché non ho comprato una GoPro dieci anni fa per fare una cosa simile anche io: a questo punto avrei girato un capolavoro di videoblog. Aggiungo anche (ma non mi è piaciuto particolarmente) questo lungo giro notturno a Shibuya (opens new window) in 4K e poi invece questo giro per i Kissaten di Ueno (opens new window) questa fantastica microserie di jazz bar sempre a Tokyo: lo Old School Jazz Bar (opens new window), i Japan's Hidden Listening Bars con SHeLTeR (opens new window)e con Bridge (opens new window) (ma le stesse cose da poco ci sono anche in altri posti nel mondo, ad esempio in Spagna, a Barcellona (opens new window), ad esempio.
Poi, se volete, visto che indirettamente di questo si parla, ecco un documentario su gente che colleziona ellepì: Gathering Grooves (opens new window). (Perché si dice "ellepì", in italiano, lo sapevate no? Mica "vinile", maledetti millennials)
A bordo di una Tesla, da San Francisco a Los Angeles (opens new window) senza toccare il volante o quasi (sono sei ore di viaggio, volendo c'è anche la versione non accelerata). Ipnotico.
«Sì, sì: conosco bene PowerPoint». Ecco, no: non lo conoscete neanche un po'. Guardate ad esempio Tom Wildenhain (opens new window) mentre lo usa per farci dei veri programmi usando solo le funzionalità "di serie"
Ludologica
L'animalese in Giappone da noi Animal Crossing: New Horizon è l'ultima incarnazione dei giochi della famose serie di Nintendo. Una delle caratteristiche è che tutti i personaggi comprimari sono "animaleschi" e parlano una lingua inventata, l'animalese. Ora salta fuori una riflessione intrigante (opens new window) sulle strategie degli sviluppatori di videogiochi per evitare di far parlare veramente i loro personaggi (prima per limitazioni tecniche, poi per evitare di dover localizzare il gioco mille volte) con una serie di beep o altri suoni che vanno a tempo con la lunghezza del messaggio scritto. Cosa che richiede però di localizzare i beep e il modo con cui sono intonati e distribuiti. Insomma, in viaggio affascinante in un aspetto apparentemente secondario dei videogiochi.
Città per gioco Ci sono varie simulazioni parziali o complete della vita cittadina e delle altre attività umane (questo modello di traffico (opens new window) per browser non è male). E ci sono infinite trattazioni su SimCity, il presupposto ideologico dei simulatori di città e via dicendo. Questo è il primo articolo invece che trovo che faccia una bella comparazione fra sei diversi giochi di simulazione di questo tipo. Peccato sia "solo" un thread di Twitter (opens new window) (maledetti millennials).
Tsundoku-logica
Qualche lettura sparsa
Straw Dogs (opens new window) del filosofo John Gray è un libro provocatorio e mette in crisi quasi tutti i punti di partenza costruiti negli anni: il segno di un buon libro. È una serie di meditazioni sull'idea (molto zen-stoica-taoista) che pensare al mondo attraverso narrazioni morali articolate e progetti utopici, sia religiosi che secolari, ci rende solo infelici. E che questo abbia spesso ha portato ai peggiori mali della storia.
Pubblicato su Urania 753 del 16 luglio 1978 e intitolato Watergate XXI (opens new window), scritto da Ron Goulart (in originale The Panchronicon Plot del 1977) ecco il romanzo che emerge dalle nebbie del passato ma è di straordinaria e quasi preveggente attualità, per così dire. La quarta di copertina dell'epoca spiega meglio: «Dal titolo del romanzo si deduce subito che siamo in America, all'inizio degli anni '20 del XXI secolo, e che ci troviamo di fronte a un grosso scandalo in cui è coinvolto il presidente degli Stati Uniti. Ma il lettore non si aspetti da Ron Goulart, autore pazzesco se mai ve ne furono, il solito romanzo di fantapolitica ideologica e moraleggiante. Il presidente del 2021, l'italoamericano Biz Bisbiglia, non ha nulla di ideologico a parte il suo marxismo (nel senso che sembra uscito dritto da un film dei fratelli Marx), e la morale del 2000 non ha nulla di vittoriano. Prova ne sia il favore con cui è accolto, in Brasile, il gesto del generale Bonfigli: il quale apre la campagna presidenziale facendosi paracadutare su Rio de Janeiro in calze nere, giarrettiere alla Marlene e piccantissime mutandine di pizzo. Ma non si creda neppure che in questa storia manchino gli eroi positivi: uno è l'agente invisibile Jake Conger, l'altro è il primo uomo in tutta la fantascienza che riesca a viaggiare nel tempo senza macchina (senza "macchina del tempo" cioè), vale a dire praticamente a piedi.».
La fantascienza, la "letterature di idee", è sempre stata accusata di essere piena di inventiva ma alquanto carente per la forma e il piacere della lettura. Gene Wolfe, in un settore comunque dominato dagli autori di lingua inglese, è stato uno degli autori più significativi della vocazione letteraria della science fiction: chiamato "il Melville della fantascienza", merita ancora oggi di essere letto: questo ritratto fa capire anche il perché (opens new window). Wolfe è scomparso nel 2019.
Algoritmologica
Life Dashboard
Si può fare il jailbreak di un Kindle (soprattutto quelli vecchi) e usarli via WiFi con una SSH per connettersi e passargli dati, E trasformarli in un visore per dati personali. La propria Life Dashboard (opens new window) magari: "Low power, heads up display for every day life running on a Kindle.". Mi disegni un cane che corre? DALL·E (un portmanteau tra Salvarod Dalì e WALL-E) è una versione di GPT-3 (opens new window) con 12 miliardi di parametri, addestrata per generare delle immagini a partire da una descrizione testuale. Funziona maledettamente bene.
La kryptonite dei CV
Stanno provando a fare un nuovo social media per i curriculum (opens new window) (i CV) fatto bene. Fusse che fusse la volta buona e ci liberiamo di Linkedin?
Una volta qui erano tutte pagine html
Ci siamo completamente dimenticati la visione iniziale del web? Ecco un ottimo post su come è nato il web (opens new window), scritto da qualcuno che era presente fin dal principio.
Omatsuri
Una piacevole nonché utile lista di funzionalità e strumenti open source (opens new window) per i vostri progetti web: dai generatori di gradienti ai compressori di SVG.
Coffee break
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Bastava così poco...
Imparare a programmare in rust (opens new window) in mezz'ora (no, sul serio). Se poi usate Windows (ahi) ecco a voi un listone di strumenti (opens new window) più o meno usabili per lo sviluppo. Invece, se volete imparare a programmare in Go, beh qui ci si riesce in cinque minuti (opens new window) (dicono). Quando avete imparato potete programmarvi un software contro cui giocare a scacchi (opens new window). E a quel punto fare la vostra azienda, ma strana eh (opens new window). Per rilassarvi, potete sempre ascoltare Wikipedia (opens new window).
Project Lightspeed
Project Lightspeed (opens new window) è un server di live streaming completamente autonomo. Consente di distribuire video dalla propria piattaforma di live streaming con latenza inferiore al secondo. Il repository contiene le istruzioni per l'installazione e l'intera applicazione.
Api per tutti
Questo è un elenco di risorse (opens new window) pubbliche gratuite che possono aiutare lo sviluppo. Include API per Zoom, riconoscimento facciale, dati sulla salute umana, gif, riconoscimento del testo, web scraping e altro ancora.
L'ultima bustina (di Minerva)
Evviva i manutentori
Questo articolo (opens new window) ha rafforzato la mia idea, di cui avevo già scritto in passato qui su Mostly Weekly, che le persone che lavorano nel settore della tecnologia siano prigioniere di una falsa nozione del valore dell'innovazione e dell'imprenditorialità: «Nonostante le fantasie ricorrenti sulla fine del lavoro o sull'automazione di tutto, il fatto centrale della nostra civiltà industriale è il lavoro, e la maggior parte di questo lavoro cade ben al di fuori del regno dell'innovazione. Inventori e innovatori sono una piccola fetta, forse intorno all'uno per cento, di questa forza lavoro. Se i gadget devono essere redditizi, le aziende hanno bisogno di persone per produrli, venderli e distribuirli».
I link non hanno alcuna affiliazione, puntano orgogliosamente solo all'oggetto culturale citato. Un giorno riuscirò a renderli non tracciati.
“A man must love a thing very much if he practices it without any hope of fame or money, but even practice it without any hope of doing it well. Such a man must love the toils of the work more than any other man can love the rewards of it”
– G.K. Chesterton
END
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