[Mostly Weekly ~88]
Tempi eccezionalmente interessanti
A cura di Antonio Dini
Numero 88 ~ 8 novembre 2020
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Another year is gone a straw hat on my head straw sandals on my feet
– Matsuo Basho (1865)
C'è fortissimo bisogno di una narrazione unificante, una grande teoria del tutto che di una spiegazione di quello che sta succedendo. Per adesso c'è la comprensione solo dei frammenti e molti sono contraddittori. Ad esempio: immaginare una internet diversa (opens new window) da quella che viene prodotta dagli attuali social. Come fare a costruirla? Utilizzando fondi pubblici e mirando a un valore comune e non all'interesse degli azionisti. Una sorta di "rete di parchi pubblici della rete", dove ritrovarsi senza pubblicità per fare assemblee, condividere esperienze comuni, dimostrare che molti problemi individuali dipendono in realtà da un sistema ingiusto che è necessario correggere. Lo dico con lo spirito di chi vuole migliorare la propria comunità, non distruggerla. Non so se questa è una soluzione che abbia senso, e certo non sta a me implementarla. Cercherò invece di approfondire l'idea di una interpretazione che unisce fenomeni da soli incomprensibili e contraddittori. Intanto, buona lettura.
Ps: nota di servizio. Ho cambiato il sender della mail usando la mia, perché a tantissime persone finisce direttamente nello spam o non arriva neanche. Inutile chiedere di inserirla nella rubrica del vostro provider di posta (soprattutto Gmail ci va giù con l'accetta), non è compito vostro risolvere questo problema. Però, se per caso ricevete per la prima volta dopo mesi Mostly Weekly, beh, questo vuol dire che siamo tornati!
Il denaro, lo sterco del demonio?
A proposito di teorie unificanti e interpretanti, volevo aprire questo numero di Mostly Weekly con la traduzione di un articolo di Cory Doctorow: Ant, Uber, and the true nature of money (opens new window) (e si può fare perché siamo tutti CC) ma Cory ha esagerato in lunghezza, peggio di me, e ha tirato fuori una cosa da 2.300 parole (14.700 battute spazi inclusi) che ammazzerebbe la newsletter e molti dei suoi lettori. Incluso me. Il tema però è veramente urgente e mi tocca da vicino: in un articolo di cronaca (opens new window) che ho scritto per Wired racconto l'avvio della quotazione di Ant Group, il braccio finanziario di Alibaba, che doveva essere la più grande al mondo (superiore a quella di Saudi Aramco dello scorso anno). Però il governo cinese l'ha bloccata. Antonio Talia de Linkiesta, citato velocemente nella newsletter Katane dell'ottima Giulia Pompili del Foglio, offre una interpretazione politica (opens new window) dello scontro tra Pechino e Jack Ma, fondatore di Ant e di Alibaba. La lettura di Talia è limitata: scontro politico, perché il governo cinese reprime mentre Jack Ma spinge. Ant Group è il sistema di pagamenti digitali, il Paypal+Stripe di Alibaba (che è il colosso cinese dell'e-commerce, assieme a Tencent).
In realtà, sostiene Doctorow, e io sono molto d'accordo con lui per tantissime cose, i fatti sono molto diversi. La lettura di Doctorow è radicale e molto, molto più belligerante e complessa e sistemica di quella di Talia. È una critica al metodo iper-capitalista e al funzionamento del denaro, Uber e Ant, e all'uso delle valute digitali come strumento per arricchire l'1% della società cinese contro il meccanismo di crescita e redistribuzione cinese. Ma alla base del ragionamento di Doctorow c'è una concezione del denaro in contrasto tra Usa e Cina, ed è questo che trovo particolarmente interessante. Il denaro negli Usa è percepito come qualcosa che precede la nascita delle forme di Stato, cioè il patto tra cittadini per essere guidati. Anzi, lo Stato è un ostacolo alla naturale creazione e circolazione del denaro. Mentre in Cina il denaro è uno strumento usato dallo Stato per redistribuire pianificare la crescita della società e gestire l'economia.
Dentro questa spiegazione di Doctorow, che se dovete leggere qualcosa questa settimana di Mostly Weekly vi invito a leggere in originale (opens new window), ci sono suggestioni e pensieri su cosa sia e quale ruolo abbia il denaro nella società, il ruolo delle persone e dei governanti, l'abuso perpetrato da Uber, il meccanismo di creazione degli iper-miliardari (che poi si lavano la coscienza paternalisticamente facendo beneficienza, anziché cambiare la meccanica della società attuale) e in buona sostanza la struttura del tutto. Parliamo di ricchezza, di tasse, di welfare, di redistribuzione, di equità.
Stiamo vivendo tempi eccezionalmente interessanti, soprattutto se teniamo la testa fuori da Facebook e riusciamo a leggere cose stimolanti.
Ad esempio: ha vinto Biden e salutiamo Trump fra meno di tre mesi, forse. Perché, come in un film dei fratelli Coen, Trump e il suo avvocato Rudy Rasputin Giuliani lottano già (opens new window) come se fossero dei personaggi di una commedia tragicomica. Doctorow invece mantiene la sua attitudine da grillo parlante e spiega, in un altro articolo lungo e macroeconomico come quello di cui sopra, che Biden non è esattamente una figata per la gente qualunque (opens new window) che non fa parte dell'1% e neanche del 10%. Non ha torto, a quanto pare. Il tema della finanziarizzazione della casa lo tocco in fondo, nella bustina di Minerva.
Importantologica
L'ultima lezione
Randy Pausch (opens new window) è stato un brillante scienziato, studioso di realtà virtuale, scomparso a 47 anni, nel 2008, per un tumore. Nel 2007 ha tenuto una lezione alla Carnegie Mellon della serie "The Last Lecture" (ironia del nome, che peraltro era stato cambiato poco prima). Preparate i fazzoletti perché è qualcosa che va visto (è uno dei video che circolano di più su YouTube) e qualcosa che avrà un impatto sulla vostra vita: Really Achieving Your Childhood Dreams (opens new window). Qui c'è la pagina dedicata all'ultima lezione di Pausch sul sito della Carnegie Mellon (opens new window). Da qui è nato anche un libro (opens new window), varie interviste televisive (inclusa Oprah) e altro. Lui peraltro odiava gli sprechi e ha scritto un notevole libro sul time management (opens new window) (ve l'ho detto che era un personaggio, no?.
A proposito di Oprah
Per una forma di serendipity algoritmica, sono anche incappato in questa puntata del salotto televisivo di Oprah negli anni Novanta: dipende probabilmente da un mix di ricerche sulle elezioni americane (Donald Trump, Ivana Trump: "don't get mad, get everything (opens new window)"), Oprah per Randy Pausch ed è venuto fuori l'incontro (del 1997) tra Oprah e Goldie Hawn, Diane Keaton e Bette Midler (opens new window), presenti in trasmissione per la promozione del Club delle prime mogli (opens new window), per uno dei migliori momenti di talk della tv americana (qui invece le tre signore presentano (opens new window) un segmento della cerimonia degli Oscar di quell'anno).
Clean Code
Visto che c'è la pandemia e il lockdown, una cosa che non si fa più è prendere l'aereo e andare agli eventi organizzati dalle associazioni o dalle aziende per presentare prodotti, certificare sulle tecnologie e via dicendo. In settimana Apple presenterà i nuovi MacBook con processore Apple Silicon, ma in realtà manca la cascata di eventi in cui, chi ha a che fare con la tecnologia, finisce per incappare prima o poi. In compenso, ce ne sono una montagna online e moltissimi sono fatti male (Google e Microsoft, sto guardando voi). Se volete rifarvi la bocca e passare qualche serata davanti a Youtube, ecco a voi un ciclo di lezioni (questa è la prima (opens new window)) fatte dallo "zio Bob", cioè Robert Cecil Martin, programmatore, formatore, uno dei padri del movimento Agile, che ha scritto libri e altro. Coding Better World Together è una bella iniziativa (opens new window) e queste lezioni sono tecniche ma hanno anche la capacità di intrattenere la persona semi-tecnica o il non programmatore. E se avete un po' di rudimenti di coding, fanno capire parecchie cose.
La professione del programmatore
La filosofia di fondo, il clean coding, è qualcosa di più profondo che non semplicemente una tecnica: Uncle Bob all'inizio della prima lezione spiega anche che quella dei programmatori (ma diciamo degli informatici nel loro insieme) non è ancora una "professione" perché non "professa" un credo, cioè non ha degli standard etici e comportamentali. Arriveranno, l'odore è nell'aria con i temi sugli "algoritmi che fanno cose" e le "AI che fanno altre cose". Se la tribù degli informatici riuscirà a darsi delle regole di alto livello, come hanno fatto altre professioni prima di loro (medici, ingegneri, avvocati, architetti, giornalisti, etc) queste verranno riprese e diventeranno la base giuridica della professione. Altrimenti, dice Uncle Bob, saranno altri a decidere quali algoritmi si possono usare e quali no, quali linguaggi sì e quali no, quali IDE sì e quali no (e poi ci siamo capiti). Non ci avevo mai pensato ma la trovo un'idea brillante.
Yamatologica
Taishū engeki (大衆演劇)
La parola di questa settimana per il nostro corso tematico di giapponese è Taishū engeki (大衆演劇), letteralmente "il teatro per le masse". È un genere di teatro popolare che possiamo immaginare come una specie di società segreta e chiassosa, rumorosa e colorata. Altro che kabuki, bunraku e Noh. Il Taishū engeki è un'altra cosa: diviso in due parti ben separate, prima propone un dramma dell'epoca Edo con lo stile di una soap opera, e poi nella seconda parte si balla e si canta con un sacco di musica. E soprattutto, si rompe il quarto muro e si permette ai fan di interagire con gli attori e ballerini, costruendo una relazione piuttosto vivace e complessa sul palco e in platea. Praticamente un mix da kabuki, opera, musical tipo Broadway e The Rocky Horror Show. Ci sono più di cento troupe di Taishū engeki in Giappone, con una ventina di performer ciascuna, seguendo uno schema ereditario tipico delle vecchie compagnie teatrali o del circo: non sono parenti di sangue ma si "adottano" adoperano lo stesso cognome. Ogni compagnia è riconoscibile perché ha il suo teimon (il Mon (紋) è l'emblema, oggi il logo ma anche lo stemma del casato). Se vi capita, andateci, vi divertirete anche se non ci capirete una pizza.
Variologica ed eventualogica
Il Raspberry Pi 400
In attesa della prova di Riccardo (opens new window), parliamo un po' del nuovo Raspberry Pi 400 (opens new window): la tastiera che contiene il computer (opens new window). Avete presente il Commodore 64? O l'Apple II? O tutta quella roba là? Questa soluzione è particolare: è fatta bene (dissipa bene il calore), contiene un Raspberry Pi 4 (opens new window) che è quello potente pensato per sostituire un Pc, ma costicchia, alla fine però si risparmia perché si prende anche la tastiera e il mouse assieme. Basta non voler cambiare tasti. Per la connettività ci sono due porte Usb 3 e una Usb 2 (l'altra viene usata all'interno per collegare la tastiera). C'è una Usb-C per l'alimentazione (ma fa anche da porta dati, volendo) e un header GPIO per attaccarci cose. Il processore è una versione più moderna e svelta del Cortex A72 quad core da 1.8 GHz (anziché 1.5 GHz). C'è Wifi ac, c'è Bluetooth 5.0, viene fornito con alimentatore e alle volte con mouse, cavetti Hdmi, card microSD e costa sui 100 euro. Manca solo il monitor.
Il motore di ricerca di Apple
Pare da più parti e da più voci che Apple stia lavorando a un suo motore di ricerca (opens new window), una specie di incrocio tra Siri e DuckDuck GO (che per qualche strano motivo l'azienda non compra). Questo motore le costerebbe caro, perché non verrebbe più pagata 8-12 miliardi di dollari all'anno da Google per usare il suo motore di ricerca (cosa che puzza agli antritrust del mondo) e perché probabilmente funzionerebbe un po' peggio (o molto peggio, se pensate alla lunga e faticosa storia delle mappe di Apple). Però se va bene, si tratterebbe di un sistema rispettoso della privacy e pensato per dare più potenza e integrazione ai prodotti di Apple. Dubitiamo tutti che venga annunciato settimana prossima.
33 cose rubate da gente più furba di me
Questo tizio a ogni suo compleanno pubblica un post in cui mette il numero di cose che ha capito "rubandole" agli altri pari al numero dei suoi anni. Essendo relativamente giovane (opens new window) anche il numero di cose rubate è relativamente contenuto. Una perla buona per tutti: da un certo Steve Kamb il nostro amico ha imparato che un modo educato per declinare una richiesta è dire di essersi dati una regola. Tipo: "Mi sono dato la regola di non scrivere articoli gratuiti per nessuno". Le persone rispettano le regole e accettano il fatto che non sei tu a rigettare l'offerta o l'opportunità del momento ("Mi scriveresti un articolo? Però non ti posso pagare"), ma è la regola che ti sei dato a non consentirti di farlo.
Noto, per arricchire il ragionamento, che su un concetto simile ma con valenza negativa, cioè "il computer non mi permette di farlo", ovvero "il modulo-la procedura non lo permette", esercitano da sempre il loro potere la burocrazia e i funzionari pubblici e privati. Pensateci: quelli che vi dicono che "io lo farei volentieri, ma non posso, la regola/la procedura non me lo permette" fanno esattamente questo. Hanno trovato un modo per dirvi di no facendo finta di non dirvi di no.
Audiologica
Prince Jazz Funk Sessions 1977 Instrumental (opens new window) - Prince al suo meglio: strumentale del 1977
Steely Dan @ Sony Music Center, NYC - Band & Crew Rehearsal (opens new window). Vederlo + sentirlo = come esserci.
Ludologica
Baby Shark e Despacito
Il video più visto su YouTube (opens new window) non è più Despacito ma Baby Shark, con più di 7 miliardi di visualizzazioni. Lo scorso aprile ne aveva "solo" 2.5 miliardi.
Tsundoku-logica
Qualche lettura sparsa
Nonviolent communication
A differenza del pacifismo, che è l'esercizio del controllo, anche tramite la minaccia della violenza, per eliminare i conflitti (la pax romana, per intendersi), la non violenza riconosce i conflitti ma sceglie di affrontarli in modo, appunto, non violento. Solo che questo è difficile. Ma – buona notizia – si può sfruttare anche nella vita di tutti i giorni. Ad esempio, Nonviolent Communication: A language of life (opens new window) è un libro che tratta questo: il modo per migliorare le proprie capacità, potenziare il modo di comunicare, aprire in maniera più efficace la propria mente al mondo senza che ne esca un conflitto perpetuo, portatore di violenza e ulteriore dolore. Il libro propone un vocabolario e una consapevolezza adatti a un approccio di tipo non violento.
The Innovation Delusion
The Innovation Delusion (opens new window) è un libro che spiega come abbiamo fatto a svalutare il mondo che sta sotto la nostra vita moderna, e facendo questo abbiamo stroncato l'economia e le infrastrutture pubbliche, mentre ci facevamo gonfiare la mente (e sgonfiare il portafogli) da parte di consulenti furbi e dall'ego dei boss della Silicon Valley oltre che dall'avidità di Wall Street. I due autori del libro offrono anche una strada per allontanarci da questa dinamica tossica (startup, unicorni, "nuovo" a tutti i costi) e cercare invece il senso di "tenuta" della società attraverso manutenzione, attenzione, miglioramenti e aggiornamenti. Ne avevamo parlato due o tre settimane fa, è un tema a mio avviso sempre più centrale (io lo avrei intitolato: "Bad karma? Buy a new one").
Algoritmologica
Gente che sa scrivere di scienza
Un collegamento segreto tra la fisica e la matematica (opens new window) (perché si tratta di due cose diverse, ma forse no). Tuttavia, la cosa più impressionante è che l'articolo è fatto veramente bene, si capisce di cosa si sta parlando. È la prima fogliolina di una primavera della "pubblicistica fatta bene"? Intanto, qui viene spiegato (opens new window)un approccio per leggere i rapporti di ricerca, quelli che si chiamano generalmente "paper" (e che gli addetti ai lavori italiani chiamano familiarmente "paperi"). Se invece volete leggere qualcosa del genere per quanto riguarda l'informatica, questo articolo su Edsger Dijkstra, "The Man Who Carried Computer Science on His Shoulders (opens new window)" è perfetto (e secondo me dovrebbero studiare Djikstra alle medie). Gente capace di fare sintesi così potenti e innovativa è molto poca: nel campo del design mi viene in mente Dieter Rams con le sue dieci regole del buon design (opens new window).
Per Djikstra, un passaggio che riassume il senso di una vita, almeno secondo me:
Dijkstra’s major software projects, the ALGOL 60 compiler and the THE multiprogramming system, had given him a sense that programming was an activity with its own rules. He then attempted to discover those rules and present them in a meaningful way. Above all, he strove to transform programming into a mathematical discipline, an endeavor that kept him busy for several years to come. At the time, these were completely uncharted waters. Nobody else seemed to be devoting their attention to such matters.
Coffee break
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Perché serve la riga di comando?
La risposta sul perché serva la riga di comando, dopo che la scorsa settimana vi raccontavo dell'emergere della generazione di coder senza-codice (i giovani che vengono su imparando il pensiero computazionale in maniera visiva, non le scimmiette ammaestrate da Microsoft che cliccano le checkbox di configurazione di Windows), è complicata. Una risposta viene da una startup, Crufter, che ha realizzato Micro (opens new window), una piattaforma di microservices open source. Praticamente Netlify per il backend: un framework in Go venduto come piattaforma. Serve un sito web per dare accesso ai clienti, no? Si sono messi al lavoro per realizzarlo e dopo un po' si sono detti: perché? Viviamo e lavoriamo nella riga di comando per fare questo: la CLI è perfetta. Dietro c'è un ragionamento legato all'evoluzione trentennale del web, con varie iterazioni del concetto di "web first" di cui "mobile first" è quasi una declinazione suicida. Vedi AWS, dicono loro. Per gli sviluppatori sarebbe meglio essere "CLI first". E hanno deciso di non fare il frontend web per la loro piattaforma, ma basare tutto sulla riga di comando. Limitando le loro possibilità di scelta, salta fuori, hanno fatto cose egregie. E questo a me fa pensare che forse il ghiacciaio del web si sta sgretolando e l'esperienza informatica di rete nel versante della produzione sta evolvendo. Forse il cloud computing deve essere riformato. Forse. Quelli ci Crufter ci credono e hanno fatto anche un tutorial su Bash (opens new window). Dopotutto, è più facile scrivere un romanzo usando delle parole oppure usando delle fotografie?
CI/CD o solo CI?
Il tema è enorme e quindi lo tratterò molto brevemente, ma poi ci devo tornare anche perché è una cosa di cui mi occupo ormai da anni. Siamo così sicuri che (opens new window) quello che chiamiamo CI/CD in realtà non sia solo CI per la maggior parte dei progetti? (se non sapete di cosa sto parlando, aspettate qualche settimana e ci torniamo sopra).
Text Layout
Come dice giustamente l'autore, ci vorrebbe un piccolo libro per parlare di questa cosa. Però è fondamentale non solo nei siti web ma ovunque, nei giochi e nel resto. Il testo, il testo, il testo. E la sua gerarchia, il modo con cui viene manipolato, mosso, renderizzato. Da leggere (opens new window).
Minutiae
Visitate l'interno (opens new window) di un sottomarino nucleare dell'era sovietica (bello sfasciato). Imparate come si faceva a sviluppare un videogioco negli anni d'oro dell'arcade gaming: Robotron del 1982 (opens new window). La grafica era minima ma i giochi erano schegge e la meccanica la potevi sentire nelle dita: era l'epoca in cui i pixel e i bit erano così grandi che, con la vista da ragazzino, potevi quasi vederli a occhio nudo e sentirne l'odore quando si muovevano. Per restare nel mood, questa è una "nuova" fanzine sul Commodore 64 (opens new window). Invece, avete presente il mio adorato Workflowy? (se volete provarlo, potete iscrivervi partendo dal mio referral (opens new window)). Beh, qualcuno ha fatto Vimflowy, la versione con i comandi Vim (opens new window). Molto divertente, nei prossimi giorni ci gioco un po'. Intanto, Microsoft sta per far esplodere Excel (opens new window) dandogli la possibilità di supportare custom live data types. Cioè altre cose rispetto a testo e numeri. È l'inizio della fine (per loro). Una lunga teoria di generative art (opens new window). Il robot della Disney che non ha la pelle e fa veramente impressione perché ti fissa nelle palle degli occhi, ma sa farlo bene (opens new window). Questo tizio prova dolore: come si fa a sopportarlo (opens new window). Nel mondo forse cancelleranno l'ora legale (opens new window) (e tutti i vecchi orologi Casio esploderanno). Però non sarebbe una cattiva idea (opens new window). La morte delle SPA (opens new window)? Salsiccioni vaganti sulle strade americane per spandere la gioia degli hot-dog anche durante la pandemia (opens new window): il marketing non morirà! (Forse). Il parco cinese della fantascienza sarà favoloso (opens new window). Interfacce: sette piccoli task (opens new window) e i risultati della ricerca sull'uso delle UX (opens new window).
Parliamo di git
Ok, vogliamo lavorare un po' con git? Vi ricordate che lo avevo tirato in ballo come piattaforma "future proof" per la gestione anche del testo tradizionale oltre che del codice sorgente? Occorre sapere come usarlo. Lo strumento è un po' complicato proprio perché potente. Sconsiglio di usarlo da un frontend grafico all'inizio: occorre imparare le basi altrimenti non si capisce come funziona e, in caso di problemi, sono guai. Quindi: CLI. Qui c'è una buona guida (opens new window) per iniziare. Qui alcuni comandi avanzati (opens new window). Qui un buon modo per allenarsi (opens new window) e capire i concetti (realizzato in SVG con D3). Un comando su altri: anziché il solito "git add .", provate "git add -p" per mettere dentro un file alla volta (basta rispondere Y/N). Utile se dovete lavorare a grana fine e volete salvare alcune cose ma non altre. Se poi committate solo queste e vi rendete conto che potevate o dovevate metterne anche altre, dopo averle aggiunte potete legarle insieme nello stesso commit con "git commit --amend".
Vega-Lite
Una bomba: una grammatica di alto livello per grafica interattiva. Vega-Lite (opens new window) è affascinante e più sintetico e comodo rispetto alla versione full di Vega. Qui l'articolo di lancio (opens new window). È il motore e la macchina per la data visualization del marketing, della pubblicità, del giornalismo e molto altro.
Cirrus
Un framework completamente responsive e che ha tutte le misure: Cirrus (opens new window) si adatta bene ed è semplice da gestire: leggero, pulito, modulare e ben disegnato. O almeno così dicono: dei due siti di esempio uno è giù. Non serve jQuery ma può essere aggiunto per dare altre funzionalità.
Il modo semplice per fare le build
ninja (opens new window) è una cosina semplice per fare le build. L'articolo spiega come si usa ad esempio per convertire un file SVG in un PDF.
Addendologica/Randomlogica
Invecchiare? Anche no
La ricerca sulla salute e il benessere delle persone procede da tempo. L'idea è che (opens new window) potremmo anche non invecchiare: c'è un libro di David Sinclair, Lifespan (opens new window), che porta avanti questa teoria. Affascinante, anche perché viene spiegata da uno degli scienziati preminenti della Harvard Medical School e non da un giornalista o da un consulente. La riprogrammazione genetica potrebbe renderci più giovani (o cancellare la razza umana per sempre).
Bianco più bianco
Alla Purdue University hanno sintetizzato una vernice bianca (opens new window) che può mantenere la temperatura di quello che viene verniciato sensibilmente più bassa dell'ambiente circostante. La vernice riflette il 95,5% dei raggi solari compreso gli infrarossi e li ributta nell'universo, che agisce come un gigantesco radiatore. Diventerà la nostra arma segreta contro il riscaldamento globale? Diventeremo una specie di abbagliante civiltà proto-messicana, con la gente che vive in case bianche, cammina su strade bianche, guida auto bianche? C'è anche un video che mostra come funziona l'esperimento.
Disegnini medioevali
Una idea piacevole quando si legge la storia è scoprire che è fatta da persone come noi (lo chiamo "il superamento dell'eccezionalismo del contemporaneo", propedeutico a capire che anche noi siamo foglioline su un albero molto più grande di quel che pensiamo). Un buon modo sono le marginalia, i disegnini che nel medioevo facevano al bordo dei manoscritti. Alcuni erano (opens new window) veri e propri doodle. Su Instagram Johanna Green (post-doc) ne fa vedere un bel po' (opens new window).
Stories per Visual Studio Code
Volete scrivere prosa in markdown usando Visual Studio Code? l'editor vi consente anche questo, con un apposito plugin (opens new window). Forse faranno una versione del plugin anche per Vim. Un video di sette minuti mostra le funzionalità e la storia del suo sviluppo (un video!).
We belong out there
Come fare a fare le passeggiate "bene" anche durante il covid: il concetto norvegese e dintorni del friluftsliv.
L'attacco alla Bastiglia
È nato un aggregatore di librerie indipendenti: si chiama Bookshop (opens new window) e permette ai singoli librai di creare il loro negozietto digitale sul sito, prendendo una percentuale sulle vendite. Bookshop gestisce il carrello dei clienti e la spedizione (in tre giorni). Per adesso è negli Usa e ci sono 900 librerie dentro, ma sta aprendo anche in Gran Bretagna. Lo statuto di Bookshop prevede che non possa essere venduto a nessuna delle grandi catene librarie.
Il risveglio del miliardo
Circa 70mila bitcoin, che valgono giuppersù un miliardo di dollari, sono stati movimentati per la prima volta in sette anni (opens new window) pagando una tassa della transazione di 12 dollari. È probabile che i fondi venissero dalla Silk Road, uno dei marketplace illegali presenti nel dark web che è stato chiuso nel 2013, e che siano stati "addormentati" sino a quel momento. Il fondatore della Silk Road è in galera e resterà là per tutta la vita +40 anni, senza possibilità di uscita condizionale. Non è chiaro chi abbia mosso i soldi, ma è molto improbabile che sia stato lui dalla prigione.
Un asteroide costoso
La fantascienza propone da decenni l'idea di usare gli asteroidi come miniere di materiali necessari alla Terra. Il telescopio Hubble ne ha trovato uno che è fatto tutto di metallo (opens new window): si chiama 16 Psyche ed è un aborto, nel senso che è il cuore di un pianeta che non si è riuscito a formare. Misura 140 miglia di diametro e contiene l'equivalente in metallo di diecimila volte il valore dell'economia globale nel 2019 (con il Covid 19 si presume ancora di più durante il 2020). La Nasa lancerà una missione automatica nel 2022, che arriverà a destinazione nel 2026.
Un altro buco nelle CPU Intel
Questa volta ci va di mezzo la chiave crittografica per gli aggiornamenti delle CPU di Intel. Tutte o quasi. L'hanno rotta (opens new window). Teoricamente si può mettere del codice maligno dentro il processore. Ma Intel dice che è un finto problema (almeno pensano) perché bisogna avere accesso alla macchina da compromettere. Il che a me fa venire in mente che è venuto il momento di smettere di comprare i computer usati.
Fotocamere "normali"
Per rendersi conto di quanto le fotocamere dei telefoni cellulari elaborano computazionalmente le immagini, basta vedere che (opens new window), quando un panorama ha dei colori surreali come i tramonti nelle zone incendiate della California, l'immagine esce fuori invece "normale".
L'ultima bustina (di Minerva)
Il ritorno del pendolo
La costante della civiltà è la nascita delle città e la creazione di epocali movimenti migratori da un Paese all'altro e dalla campagna verso la città. Sono duemila anni che succede, e negli ultimi cento ha accelerato moltissimo. Poi è arrivata Internet e quindi la pandemia di Covid 19. E agli americani viene da pensare (opens new window) che tutto si sia invertito e ci sia una frammentazione delle megalopoli e la nascita di città secondarie che diventano all'improvviso attraenti. Un cambiamento permanente su dove si vive e dove si lavora potrebbe avere grandi ripercussioni ed effetti di secondo e terzo livello (qui ci sono generazioni di urbanisti e sociologi, ma anche di demografi e dirigenti che pianificano le politiche di governo che si stanno rivoltando nella tomba, scusatemi!). Le città diventeranno meno congestionate? Le cittadine in campagna cominceranno a crescere? Siamo tutti impazziti?
La finanziarizzazione della casa
Il mercato immobiliare serve a far abitare la gente nella casa che preferisce e che si può permettere. Ma si è trasformato anche in un mercato finanziario. Non è una novità, ma seguitemi. In questo articolo viene sottolineato (opens new window) che i boom del mercato immobiliare sono speculazioni finanziarie, e si trasformano in fonti di soldi per gli investitori: commodity da vendere e comprare, anziché case da abitare. Invece, le politiche di sviluppo delle case dovrebbero essere ancorate ad altri principi, come il valore d'uso e non di scambio, la costruzione di vicinati e comunità basate su mix sociali e la condivisione e lo scambio tra persone. La società è più importante dei mercati: i mercati dovrebbero essere dei mezzi per i fini della società e non viceversa.
I link non hanno alcuna affiliazione, puntano orgogliosamente solo all'oggetto culturale citato.
“A man must love a thing very much if he practices it without any hope of fame or money, but even practice it without any hope of doing it well. Such a man must love the toils of the work more than any other man can love the rewards of it”
– G.K. Chesterton
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