[Mostly Weekly ~341]
Espresso, cultura e innovazione
A cura di Antonio Dini
Numero 341 ~ 14 settembre 2025
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Grazie per aver aperto questa pagina! È tornata anche questa domenica Mostly Weekly, newsletter settimanale che esce quando è pronta, realizzata a mano, piena di refusi ma priva di algoritmi e AI (almeno quello).
È il momento di mettersi la mano sul cuore, come hanno fatto alcuni generosi lettori (grazie! Voi sapete chi siete!). Potete contribuire a sostenere questo progetto facendo una donazione su PayPal in modalità Amici (opens new window) oppure su Ko-Fi (opens new window).
Intanto, buona lettura.

Attenti ai bug nel codice soprastante; ho solo dimostrato che è corretto, non l'ho provato
– Donald Knuth
Editoriale
Mondovino e mondo espresso Quanto costa un espresso al bar? E perché costa sempre di più? Ho una teoria. Ma partiamo dal principio. Nei giorni scorsi un bar dove lo prendo sempre, in un piccolo paesino della provincia toscana, mi ha detto che lo alzavano a 1,30 euro "perché ormai siamo rimasti gli ultimi a farlo 1,20". Sono gli ultimi? Forse. C'è un prezzo naturale al quale portare il caffè espresso? No. C'è solo una generica tendenza inflattiva al rialzo.
In Italia il prezzo oscilla, ma è soprattutto all'estero che va su di brutto. Un espresso "single shot" (tralasciamo le composizioni più ardite) che da noi normalmente sta sotto i due euro (opens new window), in Europa viaggia sui 4-5 euro, o più. Se poi si va in Nordamerica il prezzo esplode (opens new window).
Da cosa dipende? Si dice: il caffè costa caro. Però in Italia il prezzo dell'espresso è legato non solo al costo delle materie prime più il "contorno" (dal costo del personale alle spese fisse alle tasse) ma anche alle necessità del marketing. L'espresso, si dice, non serve soltanto a fare utili, quanto soprattutto ad attrarre i clienti nel bar. Il ricarico si fa dopo, con altri prodotti.
Anche fuori dall'Italia fanno così. Ad esempio, la catena tedesca LAP mette l'espresso a 1,50, attirandosi critiche di svendita sottocosto e praticamente concorrenza sleale (opens new window) perché a Berlino un espresso costa il triplo. In generale, al di là del costo della materia prima (che con Donald Trump sta crescendo (opens new window), oltretutto (opens new window)), il tema secondo me è che non esiste un vero prezzo "naturale" dell'espresso. Tutto dipende da come lo posizioniamo.
Nonostante la spiegazione che va per la maggiore, cioè che il prezzo adesso sale perché ci sono i dazi, il cambiamento climatico (opens new window), l'inflazione (opens new window), in realtà io vedo una cosa diversa. Secondo me in questi anni il caffè è diventato sempre più un prodotto "gourmet", sia per i caffè "americani" che per l'espresso. Chicchi di qualità sempre più curata, miscele impreziosite, sapori complicati da degustare: il tutto proiettando l'idea che il caffè sia diventato un prodotto di lusso e non più un prodotto "da banco" di quelli che si consumano e via.
Insomma, avete presente cos'è successo nell'ultimo mezzo secolo al vino, che da bevanda povera (dalle mie parti il bicchiere di Chianti sfuso a pranzo o a cena era la cosa meno pretenziosa che si potesse volere) è diventato un drink raffinato, profumato, costoso? Bene, allora potete immaginarvi anche cosa sta succedendo all'espresso. Maledizione.

Importante
Nido d'aquila
Quando si tratta di progettare delle case la differenza tra un architetto e un ingegnere è un tema noto, dibattuto e che crea contrasti abbastanza forti. Questa Cliff House è stata progettata da un architetto (opens new window). Si capisce?
Dormire con chi legge Tucidide
Sono intrigato dalla figura di Fabrice Hadjadj: l'ho scoperto adesso, ma so che è popolare da tempo. Francese, figlio di genitori di origine ebraica tunisina, maoisti, attivisti rivoluzionari nel maggio francese, in gioventù Hadjadj è stato ateo e anarchico, e ha mantenuto un approccio nichilistico per più di venti anni. Poi nel 1998 si è convertito al cattolicesimo (opens new window) di fronte ad una statua della Vergine Maria, nell’église Saint-Séverin, nel Quartiere latino, nel centro storico di Parigi. Battezzato all’abbazia di Solesmes, dal cattolicesimo prendono slancio la sua indagine filosofica (opens new window) e il lavoro letterario (opens new window) fatto di saggi (opens new window), articoli (opens new window), interviste video (opens new window). Ha dieci figli. È lui che viaggia e dorme con personaggi come questo camionista (opens new window): il venerdì e il sabato sera fa il giro delle piccole fattorie per riempire un'autobotte del latte che servirà in seguito a fare il groviera. Ma, appena ha un po' di tempo legge Aristotele o Tucidide, scrive testi sul sillogismo modale o finisce di imparare a memoria un grande poema. Indimenticabile.
E il vincitore è...
Abbiamo il vincitore del piccolo grande premio Tiny Awards (opens new window). La scelta di quest'anno è molto politica (Fifty Thousand Names (opens new window) di Leo Scarin (opens new window)).
Chitty chitty bang bang
Avete presente i silenziatori delle pistole, che le rendono praticamente inudibili? Ecco, succede solo nei film perché nella realtà non è così (opens new window).
Minority report
Wikipedia chiede sempre un sacco di soldi di donazione, in maniera molto aggressiva, per restare indipendente e priva di pubblicità. È una cosa buona (ho contribuito anche io, per dire). Ma c'è chi osserva che i conti non tornano perché la non profit sta seduta su una montagna di soldi (opens new window) e paga un sacco i dipendenti e le spese interne (opens new window).
Italiana
Le guide che non guidano più
Il mondo del vino e le sue piccole cose: “Abbiamo snaturato tutto per cercare subito quantità e profitto. E ora il vino è in crisi di identità (opens new window)”.
Buon appetito
L'idea del podcast di Wired Italia è molto carina: "Un giorno mangeremo robot (opens new window)" racconta le avventure e le scoperte dei due conduttori mandati in missione nel 2037, per raccontare un mondo nel quale “mangiare” robot sarà la normalità.
L'epanortosi enfatica
Quando parlo con degli studenti universitari o delle superiori è difficile capire come usano l'AI. Gli studenti temono di essere ripresi o penalizzati perché sospettati di copiare grazie all'AI (c'è un forte disincentivo al suo uso nella scuola e nell'università). Sarà vero? Non so. Intanto, per chi si chiede se qualcosa è stato scritto da una persona o da un LLM, questo studio spiega un vizio di forma ricorrente (opens new window) dei modelli linguistici che dovrebbe permettere di capire chi ha scritto il testo (che presumo di dimensioni lunghe o almeno medie). Non ho particolari valutazioni da fare se non che anche Wikipedia aveva fatto la sua guida per riconoscere il contenuto scritto con l'AI.
L'altra giustizia
Una vicenda non solo brutta: indegna (ma vedi sotto, le grandi notti bianche tra i video). Parlo dell'Eredità Agnelli (opens new window): tre richieste di archiviazione e il parere favorevole dei Pm per una messa alla prova di John Elkann, che va così verso i servizi. Nessuna ammissione di colpa, secondo il legale si conclude una vicenda dolorosa.
Mai più senza
Alle porte di Milano, la capitale del design, sta per spuntare un altro coso: è la torre dell'acqua di Sesto San Giovanni (opens new window), che sta per trasformarsi in una fontana panoramica, parte del progetto di rigenerazione dell’area ex Falck. Dentro ci sono ovviamente le firmone di Renzo Piano, Norman Foster.
Multimedia
Le grandi notti bianche
Certo che ci siamo dimenticati molto presto dei grandi campioni del nostro Paese: classismo, prevaricazione, profondi difetti di carattare. E pensare che abbiamo lapidato Lapo (perdonatemi l'allitterazione) e tollerato Gianni per decenni (opens new window), mentre faceva scempio di tutto quello di cui poteva far scempio. Il suo stile di vita e l'idealità del jet set che gli ruotava attorno dovrebbe veramente farci vergognare. Gente marcia.
Andere Italien
Altro che Gianni "Snow White" Agnelli e le sue nanette tossiche. Se volete qualcosa di genuinamente divertente che fa vedere anche cosa c'è sotto la tovaglia a scacchi della trattoria, in un'Italia ingenua ma anche furbacchiona e fornicona (romagnola, non a caso). ecco Paolo Cevoli e le sue meravigliose storie (opens new window).
La noia
Non ho mai capito per bene l'ideale di Umberto Galimberti. Ho solo sempre diffidato da quelli che vogliono farsi chiamare "professore" a tutti i costi. Eppure ci sono, ancora oggi. La sapienza di Galimberti è fatta di piccoli pezzetti spesso alquanto discutibili, oltre che noiosi (opens new window).
Amare l'Italia
Laetitia Casta ha fatto innamorare una generazione di italiani: era la versione dolce delle bambole e delle modelle anni Ottanta-Novanta. È sempre una donna affascinante (opens new window) che, caso più unico che raro, ama la lingua e la cultura italiana (con la quale è anche collegata). Insomma, santa subito.
Come si fa a fare
Un'altra presentazione Dyson. Mi è piaciuto molto guardarla (opens new window). Cosa ho imparato: non dite solo quello che fa, spiegate anche come fa a fare quello che fa. (Vi ricordate i keynote di Steve Jobs? Ecco.)
Tsundoku
Il romanzo inglese del '900
Dal più autorevole anglista italiano, Paolo Bertinetti, un saggio di riferimento sul romanzo in lingua inglese del Novecento: da Banville a Beckett, da Agata Christie a Chatwin, da Conrad e Fleming, da Greene a Huxley, da Le Carré a McEwan, da Zadie Smith a Virginia Woolf, senza trascurare le letterature inglesi dal mondo. Uscirà a ottobre, per adesso non ci sono pagine web su cui trovarlo (pensa te).
Platone
Aristocle, figlio di Aristone, aveva uno pseudonimo: Platone. In greco antico πλατύς vuol dire largo, ampio. Probabilmente riferito alle sue spalle ampie o forse alla fronte, particolarmente spaziosa. Cioè Platone era bello robusto, oppure aveva una capoccia tanta, piena di cose. E in effetti la seconda è una buona ipotesi, anche se è forse vera la prima. Ma non è del nome che voglio parlare, quanto del libro che Matteo Nucci ha scritto: Platone. Una storia d'amore (opens new window) (e al centro della copertina bianca la scritta in caratteri greci "eros"). Una biografia romanzata con ampie digressioni (gli amori, la politica), come è caratteristico di questo particolarissimo autore innamorato da sempre della cultura greca classica. Da leggere? Comunque, fa il pari con Alcibiade, altro romanzone storico scritto dall'olandese Ilja Leonard Pfeijffer di cui ho parlato nel numero 326 di Mostly Weekly.
Il gatto che voleva salvare i libri
Belli i libri giapponesi che stanno arrivando sempre più fitti nel nostro Paese. Da adolescente mi sono letto quasi tutto quello che si poteva trovare di Yukio Mishima, che è sicuramente bello ma anche decisamente pesante. Invece, adesso vaghiamo nell'evasione minimalista e surreale di romanzi come questo di Sosuke Natsukawa, Il gatto che voleva salvare i libri (opens new window). Storie di librerie, di gatti parlanti, morti improvvise ed eredità straordinarie (ma difficili). Insomma, una favola (perché quelle con gli animali parlanti (opens new window) si chiamano favola) con tutto quel che ne consegue, tra cui la morale esplicita.
Coffee break
Mostly Weekly è una newsletter libera e gratuita per tutti. Se volete supportare il tempo che passo a raccogliere e scrivere le notizie, potete fare una piccola donazione su PayPal (opens new window) in modalità amici e parenti (che detto così sembra quasi un "in alto le mani, questa è una rapina", però vabbè ci siamo capiti) oppure su Ko-Fi (opens new window) per gli amanti delle carte di credito.
Money quote
Quando andavo a scuola avevo alcuni insegnanti eccellenti e molti insegnanti mediocri. La cosa che probabilmente mi ha tenuto fuori di prigione erano i libri, perché potevo andare a leggere quello che ha scritto Aristotele o Platone. E non avevo bisogno di un intermediario: il libro andava dritto dalla fonte alla destinazione senza niente nel mezzo. Il problema era che non si poteva fare una domanda ad Aristotele. Se guardiamo i prossimi 50 o 100 anni, se riusciamo davvero ad inventare queste macchine che possono catturare uno spirito o un insieme di principi, o un modo di guardare il mondo, allora quando arriverà il prossimo Aristotele, forse se porterà con sé una di queste macchine per tutta la vita, e digiterà i suoi pensieri giorno per giorno, allora forse a un certo punto, dopo che quella persona se ne sarà andata, potremo chiedere alla macchina: “Ehi, cosa avrebbe detto Aristotele?”. Forse non otterremo la risposta giusta, o forse sì. Questo per me è veramente emozionante, ed è uno dei motivi per cui faccio quello che faccio.
– Steve Jobs, intervento all'International Design Conference di Aspen, in Colorado, nel 1983 (opens new window)

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Al-Khwarizmi
Compilami questo, compilami quello
Perché l'AI ha effetti potenzialmente dannosi: se vi iscrivete a Informatica a un certo punto dovete programmare un piccolo compilatore, una cosa semplice ma fondamentale per capire alcuni passaggi. Farne uno complesso è difficile, serve molta esperienza e molta pazienza. Ma imparare a farne uno piccolo per capire i principi è fondamentale. O almeno, lo era. Adesso, i grandi modelli linguistici cambiano tutto. Infatti adesso è possibile descrivere le regole discorsivamente e avere modelli che abbozzino il codice per tokenizzarle, analizzarle ed eseguirle. I compilatori erano in precedenza una nicchia riservata agli specialisti. Ora, chiunque può abbozzarne uno per il proprio dominio di interesse e vedere immediatamente le connessioni tra intento ed esecuzione. O almeno, così pensano questi (opens new window).
Ciao ciao Nova Launcher
Alcuni anni fa avevo fatto una esplorazione dei launcher per Android. Il launcher è il programma che gestisce la schermata iniziale e il menu delle app. È quello che vediamo quando sblocchiamo il telefono: mostra lo sfondo, le icone delle app, i widget, e permette di scorrere le schermate e aprire i menu del sistema. Android permette di cambiarlo: è praticamente una skin. Non ce n'è uno "standard", perché ogni produttore ha sempre messo la sua (Samsung, Oppo, Google eccetera). Questo nel tempo aveva portato a sistemi sempre più incasinati e pesanti, da qui le versioni "vanilla" fatte da Google ma anche alla nascita del mercato dei launcher indipendenti sul Play Store: alcuni più semplici e puliti, alcuni molto personalizzabili e interattivi, alcuni gratuiti e altri a pagamento. Tra questi, spiccava Nova Launcher, forse il più famoso. Che adesso chiude. Ecco, la notizia che volevo dare alla fine era questa: ciao ciao Nova Launcher (opens new window).
Niagara Launcher
Non uso Android come smartphone ma se dovessi usarlo sicuramente metterei il launcher alternativo Niagara Launcher (opens new window). Ne ho anche scritto (opens new window), alcuni anni fa (opens new window); è stato fatto da uno studente tedesco, Peter Huber, che l'ha trasformato nel suo lavoro. E direi che ha avuto un'ottima idea.
8bit
Già che ci siamo, anni fa il buon Diego Barbera aveva fatto un ottimo tutorial per trasformare (gratis) la grafica di Android in 8bit (opens new window). Launcher, icone, calendario e orario, sfondi, fotocamera, persino l'emulatore. Tanta roba.
Prossimamente su questo schermo
Su un fronte tecnologico completamente diverso, a quanto pare gli schermi eInk (opens new window) stanno cominciando a diventare una cosa seria, una vera e propria alternativa a quelli LCD tradizionali.
Nuovi trucchi per vecchi animali
Infine, se volete provare il nuovo formato analogico per l'audio nell'era dello streaming dovete cercare Tiny Vinyl (opens new window), i mini dischi di vinile. Sul serio. Mamma mia.
TextJam
Con il motto "la creatività ama la compagnia", questa app per fare videoscrittura di gruppo con il terzo incomodo (l'intelligenza artificiale) che si chiama TextJam (opens new window), promette meraviglie. Chissà.

La coda lunga
Vendere acqua zuccherata
Per anni Apple ha vissuto come se la domanda di Steve Jobs a John Sculley («Vuoi vendere acqua zuccherata per il resto della tua vita oppure vuoi venire con me a cambiare il mondo?») fosse un test da superare ogni volta. L’iPhone era la risposta perfetta: un oggetto che sembrava destinato a scadere come un succo di frutta tenuto fuori dal frigorifero, ma che invece ha riscritto le regole dell’informatica personale rendendola "post PC".
Eppure oggi, mentre i nuovi modelli sono praticamente perfetti dal punto di vista dell'esecuzione industriale, il rischio è che l’acqua zuccherata buttata fuori dalla porta torni dalla finestra. Non nei prodotti, sempre migliori, ma nello spirito. Continuare a raffinare la stessa formula può essere profittevole. Ma non cambia il mondo. E forse è proprio questa assenza di vertigine (opens new window) che da qualche anno rende le novità di Cupertino meno elettriche.
Eppure, anche se in uno spazio più circoscritto, Apple sta innovando. Alla grande. iPhone Air è una meraviglia. E anche i nuovi 17/17 Pro sono migliorati in maniera sostanziale, non solo incrementale. Insomma, questo è un anno del quale non bisogna proprio lamentarsi.

Un uomo deve amare molto una cosa se la pratica senza alcuna speranza di fama o di denaro, ma anche se la pratica senza alcuna speranza di farla bene. Un uomo del genere deve amare le fatiche del lavoro più di quanto qualsiasi altro uomo possa amare le ricompense che ne derivano
– G.K. Chesterton
END
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