[Mostly Weekly ~243]
New York segreta, la fine di Ita e arriva Mostly Apple
A cura di Antonio Dini
Numero 243 ~ 29 ottobre 2023
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Canali, canali
Come sapete, oltre a questa newsletter e al sito Mostly Here (opens new window) dove raccolgo in modo ordinato tutto quello che scrivo (Sisifo, Sisifo: chi era costui?), ho un canale di approfondimenti su idee mie e di altri che si chiama Mostly, I Write (opens new window). Basta così, direte voi? Magari, rispondo io.
In un momento di picco glicemico ho deciso di aprire non uno ma ben due canali. In realtà è lo stesso canale ma su due mezzi diversi. Volevo provare a gestire un canale sintetico di brevi flash, che ho deciso di chiamare Mostly Apple. E volevo provare il modo con il quale funzionano i canali di WhatsApp. Così, lo stesso canale Mostly Apple va sia su Telegram (opens new window) che su WhatsApp (opens new window). Spara fuori una notizia sintetica ogni uno-due giorni, quando serve. Scegliete voi quale vi può eventualmente comodare di più, tanto ci metto le stesse cose.
Adesso possiamo riprendere come al solito. E quindi: benvenuti su Mostly Weekly, la newsletter settimanale che esce quando è pronta.
Ricordo che Mostly Weekly è aperta a tutti, senza pubblicità o affiliazioni. Per supportarla potete fare una donazione qui su PayPal (opens new window) in modalità Amici (è una donazione, dopotutto, non una compravendita).
Intanto, buona lettura.
Imagination is like a muscle. I found out that the more I wrote, the bigger it got
― Philip José Farmer
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Editoriale
Qualcosa di spettacolare dal magazine New York (opens new window), un vero classico: un "Power Issue" con gli identikit di 49 newyorkesi straordinariamente potenti. Solo che la soglia di inclusione è un po' folle. Nessuno di loro è famoso. Tutti sono praticamente sconosciuti al di fuori del loro settore. L'elenco è una radiografia del modo in cui New York opera realmente, in decine di nicchie, da Wall Street alla politica al commercio sessuale. C'è un immobiliarista che senza che nessuno lo sappia sta impedendo il crollo di Broadway. E un avvocato che tiene fuori dalla galera i colletti bianchi che finiscono nei guai. E una specie di Mr Wolf, l'esecutore numero uno di tutti i problemi del sindaco. E un burocrate che può procurare un rene a chi ne ha bisogno. E ancora, ogni nome è più sorprendente del precedente. Come New York.
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Importante
Il trasporto aereo sta ripartendo alla grande. Per tutti o forse no. Air France-KLM ha fatto la sua trimestrale migliore di sempre (chissà se reggerà, si chiede Le Monde (opens new window)) e così molte altre compagnie aeree europee e statunitensi incluse le low cost e ultra low cost (opens new window). invece vanno malino. E cosa succederà con la nostra Ita Airways, ex vettore di Stato e fenice blu prossimo al matrimonio "benedetto" (opens new window) con Lufthansa? Che ancora non sappiamo veramente che farà (opens new window), anzi forse salta proprio tutto (opens new window). Intanto, se serve a qualcuno, leggete la triste storia di Air Malta (opens new window) che però a differenza di Ita Airways può risorgere (qui le differenze tra i due casi (opens new window), spiegate bene dal solito e impareggiabile Leonard Berberi).
C'è anche un altro modo di "leggere il futuro". L'aumento delle tasse aeroportuali, la chiusura delle compagnie aeree, il finanziamento delle reti ferroviarie. Se cambiamo prospettiva, il trasporto aereo deve far fronte alla crescente concorrenza della ferrovia, meno inquinante ma più costosa in termini di infrastrutture, che pesa sul prezzo dei biglietti. Però la transizione ecologica va, o dovrebbe andare, in quella direzione: una vera concorrenza con il trasporto aereo basata su una serie di regole chiare, come sta facendo ad esempio la Francia. Ne parla qui Libération (opens new window) che aggiunge anche un paio di considerazioni su quello che le aziende più attente per responsabilità sociale d'impresa dovranno fare sempre più spesso: mandare per quanto possibile i loro dipendenti in treno e non in aereo. È potenzialmente l'inizio di una transizione epocale.
E le auto elettriche, direte voi? Sono a un punto di passaggio importante. I produttori tradizionali hanno fatto delle mosse un po' sporche (auto di scarsa qualità, senza i vantaggi di semplicità ne progetto dell'elettrico vero stile Tesla, batterie ridicole, prezzi enormi) e adesso devono cambiare marcia. Secondo Le Monde (opens new window) i produttori dovranno fare più modelli sotto i 30mila euro, e questo sarà un segno che l'industria europea sta iniziando a rendersi conto della necessità di sviluppare auto elettriche meno elitarie. (Tra le altre cose, a differenza dei nostri giornali, Le Monde sta facendo un gran bel lavoro (opens new window) con degli articoli interessanti come questo (opens new window) (archivio (opens new window)) nella copertura della trasformazione elettrica del settore automotive).
Scriba di noi stessi
C'è questa specie di dibattito che porto avanti con me stesso da due decenni riguardo gli strumenti per la scrittura. Un dibattito nel quale sono ovviamente in piena contraddizione. Da un lato sostengo che sta tutto nelle idee, la penna o la tastiera sono solo un modo per estrarle, non cambiano il senso. Dall'altro, sono anche il primo a dire che la videoscrittura (perdonate il termine d'antiquariato) rende la scrittura non solo digitale ma anche liquida. Perché si può continuare a massaggiare le parole, spostarle, correggerle, cambiarle. E poi ci sono i supporti, l'indicazione degli errori di ortografia, di sintassi. E i template, i modelli precompilati di conoscenza, in prospettiva il machine learning che interviene. Il computer come strumento per scrivere stravolge e cambia tutto.
A rifletterci un attimo meglio, però, bisognerebbe essere un filo più specifici. È il software usato che fa la differenza, non genericamente il computer. E qui, secondo questo articolo della BBC (opens new window), il danno lo ha fatto Microsoft con Word. È la mano invisibile dietro al modo con il quale scriviamo, il recinto dove una parte gigantesca della popolazione umana mette giù le parole. Non io, non più da quando ho lasciato Word 5.1 per Mac nel 1998 o giù di lì (opens new window)(archivio (opens new window)). E grazie a Dio! Questo perché ho seguito altre strade, da TextEdit a iA Writer passando per Scrivener. C'è molto altro là fuori.
Word è una gabbia per la mente in cui sono tenute prigionieri 1.4 miliardi di cervelli al mese. E questo modo per uniformare le menti è solo un assaggio di cosa accadrà quando il machine learning diventerà sistemico (opens new window) e declinato per una scrittura piatta e pensata per la rete (opens new window). Già, perché in un'epoca in cui la chiarezza e la leggibilità sono prioritarie per i motori di ricerca, cambiamenti apparentemente sottili potrebbero avere un impatto di vasta portata sulla scrittura creativa.
Una delle prime esigenze da coltivare e proteggere quando si scrive, cioè trovare la propria voce e farla crescere, verrà semplicemente cancellata.
Yamato
Proseguono i lavori sul libro (mica facile, eh) e di conseguenza lo iato di nuove puntate del mio dizionario tematico della lingua giapponese. Anche se ci sono un paio di concetti che mi sono appuntato.
Italiana
Il tentativo di riconquistare gli anni Ottanta cominciando da Viareggio (opens new window) con la moda in passeggiata per i villeggianti.
Bella la lettera della figlia al papà per i suoi 60 anni. Brava Aurora, grande Eros (opens new window). Unica domanda: come ha fatto a finire sul giornale?
Certo che Antonio Ricci è proprio una vecchia volte della comunicazione, oltre che della televisione e della politica. E suona sempre la musica che vuole lui (opens new window), o no?
La pesca d'altura fatta da navi cinesi (opens new window) (archivio (opens new window)) è tremenda e serve a molte altre cose oltre che a pescare (opens new window).
Multimedia
Ho trovato per caso questo video (opens new window) di un appassionato di Lego che ha costruito in autonomia un Boeing 777-300ER (uno dei miei aerei preferiti). Poi ho guardato il canale e ho scoperto che è un genio del custom big plane! (opens new window)
Per una ragazza i diamanti sono i migliori amici. Ve lo ricordate? Il film era praticamente una pubblicità di De Beers, gli anni dei diamanti sporchi di sangue (opens new window) e via dicendo. Però c'è un motivo se Marilyn Monroe è Marilyn Monroe (opens new window).
Da quanto tempo non sentivo i Khruangbin! Nella cornice a loro più naturale: Austin City Limits (opens new window)
Tsundoku
Aggiungo questo libro in corsa: pochi minuti prima di inviare questa puntata di Mostly e pochi minuti dopo aver letto che è stato trovato morto Matthew Perry (opens new window), uno dei sei protagonisti di Friends, una delle serie tv più famose al mondo e transgenerazionali. "Friends", amanti e la Cosa Terribile (opens new window) è il titolo e sulla copertina c'è a tutto campo il volto di Perry. È la sua autobiografia, che ho "puntato" per qualche mese ogni volta che entravo nella Feltrinelli dietro casa mia, salvo comprare altro (avevo già dato abbastanza con le biografie di Mel Brooks e Woody Allen) e poi dimenticarmene quando l'hanno spostata dall'espositore a uno scaffale. La morte è sempre tragica, di un attore della propria generazione e che ha rivestito un ruolo significativo per molti (opens new window) lo è ancora di più. Il libro di memorie è quello di una persona profondamente ferita e danneggiata dalla vita che trova la sua redenzione nella fede e in un nuovo inizio. Purtroppo, mentre le cause della morte devono ancora essere accertate, alla redenzione è seguita la fine piuttosto velocemente.
Giovanni Floris in qualche modo come giornalista per me rappresenta l'evoluzione di un ciclo professionale. A parte che abbiamo quasi la stessa età e siamo entrambi nati radiofonici, Floris è cresciuto a partire dall'11 settembre, che coperto dagli Usa dove poi è stato corrispondente, e poi è sbarcato con successo in televisione. Non sapevo pubblicasse libri e con questo L'essenziale (opens new window) (il secondo fatto per Solferino) si avvicina allo stile sincopato dei libri di Enzo Biagi che leggevamo da ragazzi e ha la stessa capacità di spostarsi in maniera trasversale e leggera tra temi molto diversi. Un libro guidato da un'idea, quella dei libri letti, gli "appunti di un lettore avventuroso" o, come si definisce lui, un "lettore naturale". Un po' troppo autobiografia della mezza età, a voler cercare il pelo nell'uovo.
Ho comprato un ennesimo volumetto della Penguin di quelli ricoperti di tela (ne ho comprati anche troppi, a dire il vero) ma in questo caso diverso dagli altri: non un "little" bensì un libro di storie. Tales from 1,001 Nights (opens new window) tradotte da Malcolm C. Lyons e da Ursula Lyons, con apparato critico di Robert Irwin. È una selezione delle Mille e una notte, che i Lyons hanno tradotto in tre volumi. Questa è una versione ridotta, una selezione. L'ho comprato innanzitutto per la traduzione, che è finalmente all'altezza di un lavoro filologico notevole di ricostruzione dei racconti e svelamento delle versioni più aderenti all'originale arabo, che a sua volta deriva da altre storie mediorientali molto più antiche e persino indiane e cinesi. Ad esempio, Shahrazad (la nostra Sherazade) la prima notte con il re Shahriyar viene in effetti deflorata e poi, ovviamente, non uccisa all'alba (come il re aveva preso l'abitudine di fare per vendetta del tradimento della moglie, già giustiziata). Sherazade sopravvive perché si è offerta volontaria avendo dalla sua una incredibile capacità di raccontare storie e storie dentro altre storie, rinviando sempre a un altro momento la sua fine. Gli intellettuali islamici la consideravano una raccolta inutile e infantile, senza una morale e senza una vera e propria trama. Però è diventata una tra le più influenti sorgenti narrative del canone occidentale. Mal tradotta in francese, con invenzioni, censure, aggiunte e stravolgimenti, i Lyons fanno giustizia a un testo ricostruito con calma in due secoli di tempo e Irwin (l'altro motivo per cui ho comprato questa edizione) spiega bene il perché e il percome di questo testo fondamentale. Perché tutta la grande letteratura a un certo punto è stata letteratura per ragazzi.
Esiste una cosa che si chiama "ansia da matematica". E c'è gente che ci ha scritto libri sopra. Come Sheila Tobias. In particolare, già nel lontano 1978, Tobias ha scritto Overcoming Math Anxiety (opens new window). Tre anni prima aveva creato una clinica per curare l'ansia della matematica. Una cosa che tutti abbiamo incontrato, soprattutto in Italia e altri paesi che privilegiano una formazione di tipo umanistico. L'ansia però viene a persone di tipo diverso. Molte persone sono donne, a cui era stato detto che "le ragazze non fanno i conti". Altre sono uomini che avevano concluso "che sarebbero state brave con i numeri o con le parole, ma che non avrebbero potuto essere brave con entrambi", ha scritto Tobias nel 1990 (opens new window). Grazie anche a questo articolo di Aeon (opens new window) ho capito che in realtà le cose sono molto diverse. Non voglio spoilerare niente, ma anticipo solo un concetto: l'ansia da matematica e la discalculia sono due cose completamente diverse.
Coffee break
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Al-Khwarizmi
Secondo me una notizia tech importante in questi giorni è stato l'annuncio fatto da Qualcomm e Google (opens new window) del primo SoC Android RISC-V. Il progetto consentirà tra qualche anno di realizzare dei dispositivi Android RISC-V, superando l'architettura Arm.
Automattic, la società che gestisce WordPress, Tumblr, Pocket Casts e una serie di altre popolari servizi via web, ha appena effettuato un'altra acquisizione (opens new window): ha comprato Texts (opens new window), un'app di messaggistica universale, pagandola 50 milioni di dollari.
La più grande app di incontri gay della Cina vuole battere Grindr. Di fronte alla censura e alla concorrenza in patria, Blued ha intenzione di costruire (opens new window) la più grande piattaforma sociale gay del mondo.
C'è movimento in tutta l'area che ha a che fare con la creazione e condivisione di contenuti e costruzioni di reti di relazioni. I social stanno andando in corto circuito, per farla breve. Anzi, diciamola meglio. L'era delle piattaforme sta finendo. Invece di costruire nuovi Twitter e Facebook, abbiamo una nuova possibilità davvero unica. Secondo alcuni (opens new window), infatti, possiamo creare un sistema di posting che funzioni meglio per tutti.
È passato un anno da quando Elon Musk ha comprato Twitter per una cifra spropositata, ha licenziato quasi tutti, cambiato nome a uno dei brand più conosciuti del pianeta trasformandolo in una versione della sua personale ossessione per la X, e ha fatto vari altri casini. Secondo me dietro c'è una intenzione non dichiarata e tanta stupidità umana (che non deve essere mai sottovalutata), comunque Casey Newton fa il riassuntone nella sua newsletter (opens new window). La seconda metà è a pagamento ma basta l'inizio per capire il casino che è stato fatto con una certa malizia.
Il card sorting è una tecnica di co-design per progettare l'architettura dell’informazione di un sito web, una app, o uno spazio fisico. Questa è una guida in italiano (opens new window) (per una volta!) che spiega come si fa, quante persone coinvolgere, come analizzare i risultati, esempi.
La coda lunga
Mettiamola così: da qualche parte nel multiverso c'è una linea temporale in cui l'ho fatto. In cui sono riuscito a portare a termine il progetto. Invece, in questa, è andata diversamente. La prova è che, su una mensola della libreria del mio soggiorno, un po' in alto, ci sono una quindicina di scatole di latta delle Altoids, le caramelle alla menta. Le ho accumulate nel corso degli anni (quelle senza zucchero, tranquilli) sia perché avere una caramella alla menta in aereo o in treno o comunque quando si sta fuori a lungo toglie la sete, sia perché a un certo punto sono stato contagiato da un'idea folle (opens new window): costruire un computer dentro una scatolina di latta. Come questo signore (opens new window).
Poi ho lasciato perdere, almeno in questa linea temporale, perché è una cosa veramente complicata. Avete rischiato grosso, perché c'è stato anche un brevissimo momento in cui ho pensato di farne il gadget natalizio per questa newsletter. No, niente paura, non l'ho fatto. Però che bello: c'è chi lo fa (opens new window) ed è divertente (opens new window) e cercano di dimostrare che sia anche utile (opens new window) (sort of). "Mostly Linux", poteva essere una distro da favola.
I link non hanno alcuna affiliazione, puntano orgogliosamente solo all'oggetto culturale citato. Un giorno riuscirò a renderli non tracciati.
“A man must love a thing very much if he practices it without any hope of fame or money, but even practice it without any hope of doing it well. Such a man must love the toils of the work more than any other man can love the rewards of it”
– G.K. Chesterton
END
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