[Mostly Weekly ~238]

‌Scioperi, auto elettriche e consegne rapide a domicilio


A cura di Antonio Dini
Numero 238 ~ 28 settembre 2023

Archivio: antoniodini.com/archivio/
Per iscriversi: antoniodini.com/iscrizione/


Una bellissima ricostruzione in 3D di Tenochtitlan (opens new window), la capitale dell'Impero Azteco, nel 1518.

Benvenuti su Mostly Weekly, la newsletter settimanale che esce quando è pronta.

Nei prossimi numeri farò qualche esperimento con ciò che condivido, come è scritto e formattato e quante citazioni includo. Se notate queste cose, rispondetemi per condividere cosa ne pensate quando vedete qualcosa di diverso, lo apprezzo ed è molto utile.

Ah, prima che me ne scordo: Mostly Weekly è aperta a tutti, senza pubblicità o affiliazioni. Tuttavia, per supportarla potete fare una donazione qui su PayPal (opens new window) in modalità Amici (è una donazione, dopotutto, non una compravendita).

Intanto, buona lettura.


Je comprends ici ce qu'on appelle gloire : le droit d'aimer sans mesure
– Albert Camus



~~~


Editoriale

Una conseguenza imprevista delle trasformazioni digitali? Negli Usa è in corso uno sciopero epocale di tutti i sindacati degli operai del settore automobilistico. Lo sciopero dei lavoratori della United Auto Workers per una migliore retribuzione "si inserisce direttamente in una lotta più ampia sul futuro dell'industria automobilistica guidata dalle batterie" - una lotta che è già diventata globale, scrive Heatmap (opens new window). Si ritiene infatti (ma ne parlano apertamente solo adesso) che la transizione elettrica comporterà una riduzione dei posti di lavoro nell'industria automobilistica perché i veicoli elettrici richiedono meno manodopera per essere costruiti rispetto alle loro controparti a benzina. Abbiamo già assistito all'espansione del mercato non solo in Europa (opens new window), licenziamenti e conseguenti scioperi in Paesi che vanno dalla Germania alla Corea del Sud. Il settore della produzione di auto è solo il primo, altri seguiranno.

~ ~ ~

That look
That look ~ Foto © Antonio Dini

Importante

In Italia, la Lega nega l'esistenza di qualsiasi prestito. In Francia, il Rassemblement National ha annunciato di aver rimborsato interamente il prestito russo (opens new window). Nel 2014, il partito di estrema destra aveva chiesto un prestito a una banca russa per finanziare la campagna elettorale per le elezioni regionali e dipartimentali del 2015. Ha restituito tutti i soldi. Fa sempre schifo, ma almeno lo ammette.

In uno studio che avrebbe reso felice Heisenberg, gli scienziati della Nasa hanno scoperto che la Luna non solo ha i suoi bei terremoti (pardon: "lunamoti") quotidiani, ma nel sito usato per l'allunaggio sono diventati più intensi a causa del metallo lasciato nel suolo, che si espande e contrae con il cambiamento della temperatura piuttosto radicale su un satellite che non ha una atmosfera capace di isolarlo dagli effetti dell'irraggiamento della luce solare. Qui l'articolo (opens new window), qui lo studio (opens new window). La conclusione è che alteriamo qualsiasi cosa tocchiamo, anche più di quanto non sarebbe lecito aspettarsi.

Ci sono cose che solo alcune testate giornalistiche si possono permettere senza creare la sensazione di una marchetta o di fake news. Uno dei migliori esempi è la BBC: quando lo fa va fino in fondo e si fa capire bene. Tema: automiglioramento. Un argomento sul quale generazioni di autori di pseudoscienza prosperano. Invece, argomenta la BBC, è diventato sempre più evidente che semplici cambiamenti quotidiani nella nostra vita possono alterare il nostro cervello e modificarne il funzionamento. La giornalista Melissa Hogenboom ha messo il proprio cervello nello scanner per scoprirlo. Questo è quello che ha trovato (opens new window). Ed è tanta roba, scientificamente dimostrata, altro che diete vegane e tarocchi.

Negli Usa l'economia ci sono segnali non positivi: i due principali circuiti di carte di credito (Visa e Mastercard) stanno per alzare le commissioni (opens new window) (originale (opens new window)) per "compensare l'inflazione" (peccato che i circuiti delle carte di credito siano sostanzialmente immuni ai fenomeno inflattivi e anzi, godano dei privilegi di una "economia segreta (opens new window)" (originale (opens new window))).


Yamato

Takuhaibin (宅配便) La parola di questa settimana per il nostro dizionario tematico di giapponese è takuhai-bin (宅配便) ma potrebbe essere anche takkyū-bin (宅急便), che in realtà l'azienda che l'ha inventato, la Yamato Transport Company, in origine lo scriveva TA-Q-BIN. Un po' come dire "nastro adesivo" oppure "scoth".

Sto parlando di un servizio che può esistere praticamente solo in Giappone, un Paese che ha costruito un sistema e le relative strutture sociali per sostenere in maniera efficace i lavoratori comuni: la conseguenza è che il lavoro svolto è prevedibilmente un buon lavoro.

Qual è il servizio e quindi il lavoro? Ritirare e consegnare i bagagli a domicilio. Le valige. Perché in Giappone potete tranquillamente girare con uno zainetto, sia quando arrivate che quando partite ma anche mentre vi spostate di città in città. Sapendo che il giorno prima vengono a ritirare il vostro bagaglio sotto casa (non importa se si tratta di uno sgrausissimo ryokan o di un hotel a cinque stelle) e che poi ve lo consegnano quando volete voi, a partire dal giorno dopo ma anche dopo quindici giorni. Cioè: potete arrivare e lasciare i bagagli in aeroporto che poi ve li portano loro a destinazione. Potete spostarvi da una città all'altra leggeri come quando fate una passeggiata (basta uno zainetto con spazzolino e il necessaire da viaggio) tanto il giorno dopo arriva il vostro bagaglio. E poi, volendo, vi spedite tutte le cose che non vi servono all'hotel dell'ultima tappa o direttamente in aeroporto, e arriveranno a destinazione immancabilmente, sempre ben tenute, sempre ben trattate. Sono cose di valore, dopotutto. Il valore sta nel fatto che sono l'oggetto di un servizio.

Perché questo è quello che succede con i servizi di takuhaibin giapponesi. Quello della Yamato Transport è il più famoso (hanno quasi la metà del mercato, seguiti da Sagawa Express e da Nippon Express) e si sono ingegnati a tal punto da aver anche sponsorizzato il film di Hayao Miyazaki Kiki consegne a domicilio che in giapponese è in realtà intitolato Majo no Takkyūbin (魔女の宅急便) letteralmente "Servizio di consegna rapido a domicilio della strega".

Tutto questo, direte voi, chissà quanto mi costa. Poco o nulla, dico io. Veramente molto poco. Tipo una quindicina di euro o anche meno, con il cambio che fluttua. E vi permette di evitare di girare come sherpa carichi di valige grandi da contenere i corpi delle vittime di un serial killer particolarmente prolifico. No, questa per chi viaggia è una rivoluzione, totalmente invisibile agli occhi degli stranieri, che infatti spesso e volentieri non capiscono come diavolo si fa a girare per il Giappone, vista la fatica di tirarsi dietro dei container su rotelle. Il sistema invece c'è. Si chiama TA-Q-BIN.


Italiana

Primo presidente della Repubblica a essere rieletto, e prima a lungo leader dell'ala riformista del Partito comunista, è morto venerdì sera a 98 anni. Ecco chi era (opens new window). Qui il video (opens new window) del suo discorso molto duro ai partiti dopo la rielezione nel 2013

Lo Studio Ghibli cambia proprietà (opens new window): venduta la quota di controllo alla Nippon Tv (opens new window).

Il Corriere tocca l'apice e fa piangere e ridere insieme: intervistona a Lino Banfi (opens new window) e, di contorno (oltre al video (opens new window) incastonato nell'articolo) c'è anche questa a Edvige Fenech (opens new window). Che tempi che furono.

Quando Italo Calvino (opens new window) scrisse agli studenti: “Scrivo per comunicare, per farmi strumento di qualcosa che è certamente più grande di me”. Tra gli altri (opens new window), Elle indica i libri da leggere (opens new window) per celebrare il centenario (opens new window) della nascita (opens new window) dello scrittore: il 15 ottobre 1923.


Multimedia

Per quelli di voi che si vogliono rilassare e fare una piccola NCC 1701 Enterprise di Lego (opens new window). È un modello micro, economico (utilizza i rimasugli del Lego) e segue la filosofia di fare dei mini modelli molto sintetici con pochissimi pezzi. Ho cercato un po' in giro ma se ne parla soprattutto su YouTube: qui (opens new window), qui (opens new window) e qui (opens new window), ad esempio. Invece per gli invasati: qui ci sono i dieci modelli di Lego più grandi (opens new window) tra quelli commercializzati finora. Tanta roba (anche come peso).

Questo museo nel Regno Unito (opens new window) ha 300 carri armati e oltre 100 milioni di visualizzazioni su YouTube (opens new window). Solo poche centinaia di migliaia di persone visitano ogni anno il Tank Museum, nella campagna inglese. Ma su YouTube è più popolare del Met e del MoMA (opens new window).

Si possono ancora fare città a misura d'uomo? Questa specie di villaggio da cartolina dell'Italia del sud è in realtà tutto nuovo ed è stato creato in Guatemala. Si chiama Cayalá e questa è la sua storia (opens new window).


Tsundoku

Leggere i giornali fa bene. Prendi quest'articolo di El Pais (opens new window): racconta una storia interessante che porta a un libro ancora più interessante. La storica Patricia González Gutiérrez, autrice di Cunnus (opens new window), un libro su "sesso e potere a Roma", spiega che i Romani non conoscevano il concetto di consenso e considera il poeta Ovidio "molto peggio di Rubiales", l'allenatore della nazionale femminile di calcio cacciato dopo la violenza pubblica ai danni di una calciatrice. La sessualità può sembrare qualcosa di naturale, come il mangiare, eppure, al di là della biologia, porta con sé un enorme peso sociale; del resto, come la gastronomia e le buone maniere a tavola. Così, l'elemento naturale viene ricoperto da strati e strati di norme, tabù, pregiudizi, desideri e paure, in una difficile coesistenza di tenerezza e violenza, di amore e odio, di cliché e trasgressione. Naturalmente, l'antica Roma non faceva eccezione nel manipolare e "strutturare" socialmente il sesso, e saperne di più su come i Romani concepivano il corpo e il desiderio, su come intendevano la riproduzione e il matrimonio, su come usavano il sesso in politica o su come era impregnato di sacralità, ci aiuta a capire meglio la loro società. E la nostra. Possiamo fidarci delle calunnie sulla lasciva Messalina o sull'ambiguo Eliogabalo? Piuttosto, interroghiamo le fonti, cerchiamo di capire quanto c'è di vero nelle loro esagerazioni o rivolgiamoci all'iconografia, anche se problematica e non sempre ben conservata. Con questo libro Patricia González ripercorre i diversi aspetti del sesso e delle diverse sessualità che esistevano a Roma: da come venivano nominati il sesso e il corpo alla pornografia e ai sex toys, dal matrimonio alla violenza sessuale, dalle caste vestali alle streghe insaziabili capaci di corrompere gli uomini. Capire come certe pratiche siano state naturalizzate, come altre siano state rifiutate o come siano nati certi pregiudizi ci aiuta a decostruire i nostri stessi preconcetti e le cose che ci paiono immutabili. Ci aiuta, insomma, a metterci in discussione, cosa che ogni buon sguardo al passato dovrebbe spingerci a fare.

La ribellione luddista riguardava innanzitutto il potere del lavoro. I luddisti non erano anti-tecnologici. Erano abili artigiani che avevano una storia di incorporazione di nuove tecnologie nella loro professione. La specifica tecnologia a cui si opponevano (il telaio elettrico) era lì per distruggere la loro industria e a sostituirla con fabbriche piene di lavoratori bambini, che avrebbero inondato il mercato con prodotti di qualità e a basso prezzo. il libro di Bran Merchant, Blood in the Machine: The Origins of the Rebellion against Big Tech (opens new window) si ricollega a questo esempio storico e ad altri ragionamenti per spiegare cosa sta succedendo adesso.

Gastropolitica. Per decenni la maggior parte delle pubblicazioni gastronomiche in lingua inglese ha ridotto la cucina taiwanese a pochi piatti base, come la zuppa di noodle di manzo o gli xiao long bao resi popolari dalla catena taiwanese Din Tai Fung. Ma nel suo libro di esordio Made in Taiwan (opens new window), la giornalista Clarissa Wei presenta ai lettori un centinaio di ricette che vanno dal "pane della bara" agli abai, fagotti al vapore di riso glutinoso, miglio e carne di maiale preparati dalla tribù Taromak di Taiwan. Qui se ne parla un po' (opens new window).


Coffee break

Mostly Weekly è una newsletter libera e gratuita per tutti. Se volete supportare il tempo che passo a raccogliere e scrivere le notizie, potete fare una piccola donazione su PayPal (opens new window) in modalità amici e parenti (che detto così sembra quasi un "in alto le mani, questa è una rapina", però vabbè ci siamo capiti).


Al-Khwarizmi

La qualità della vita quando si fa assistenza tecnica cambia in base a quanto si guadagna e a quanto viene ritenuto importante il lavoro. Da noi, pochissimo. Invece, il Genius Bar in un Paese dove gli iPhone non possono essere venduti legalmente sono fenomenali. Benvenuti a Cuba (opens new window), terra di embargo statunitense di nuovo durissimo, i tecnici Apple sono dei re.

Non tutte le transizioni vengono per nuocere. I nuovi iPhone sono Usb-C (opens new window)? Beh, anche gli accessori. E alcuni sono molto interessanti, come questi auricolari con filo. Lossless e USB-C a meno di 20 euro. I nuovi EarPods di Apple da 19 euro sono un acquisto più intelligente degli AirPods Max da 549 euro (opens new window), datemi retta. E potete usarle anche con il l'iPad e il computer.

L'iPhone 15 è arrivato: la risposta a tutte le vostre domande sull'Usb-C (opens new window).


Communiqué
Communiqué ~ Foto © Antonio Dini

La coda lunga

Non ne faccio una cosa di nostalgia, perché non è questo il punto. Ma aver fatto fuori il telefono fisso, quello con il numero di casa, non sempre è stata una buona idea. Anzi, in molti casi pessima. Negli Usa l'Atlantic prova a rilanciare il dibattito (opens new window) (originale (opens new window)): con meno del 30% degli adulti americani che l'anno scorso ha vissuto in una casa con un telefono fisso, c'è una categoria specifica che invece ancora lo usa: gli anziani. Più della metà degli americani sopra i 65 anni si affida al telefono fisso e meno del 2% degli americani lo usa come unico telefono. Tutto ciò non deve sorprendere. Una volta che si ha un cellulare in tasca o in borsa, non è necessario tenere un telefono separato a casa. Tuttavia, sostiene l'Atlantic, una buona ragione per avere un telefono fisso di casa c'è: un numero unico per la famiglia. Per i bambini piccoli che ancora non possono (e non devo) avere un cellulare; per rispondere alle telefonate con i parenti (tipo i nonni); come strumento per collegare parti diverse della casa; persino per le chiamate d'emergenza. Insomma, di usi per il telefono di casa ce ne sono fin troppi e forse ha ragione l'opinionista Ian Bogost: abbiamo abbandonato il telefono fisso troppo presto.




I link non hanno alcuna affiliazione, puntano orgogliosamente solo all'oggetto culturale citato. Un giorno riuscirò a renderli non tracciati.



“A man must love a thing very much if he practices it without any hope of fame or money, but even practice it without any hope of doing it well. Such a man must love the toils of the work more than any other man can love the rewards of it”

– G.K. Chesterton


END




Ti è piaciuta? Inoltrala a chi potrebbe essere interessato.
Se l'hai ricevuta, qui puoi iscriverti
Qui invece c'è l'archivio dei numeri passati
Se vuoi contribuire al futuro di Mostly Weekly, puoi fare una piccola donazione usando PayPal (opens new window) modalità Amici e parenti
Buona domenica!