[Mostly Weekly ~211]

Dio Irusu (mentre Firenze s'arrabatta)


A cura di Antonio Dini
Numero 211 ~ 19 marzo 2023

Benvenuti su Mostly Weekly, la newsletter settimanale che esce quando è pronta.

Mentre sto per partire, a quanto pare MEF-Lufthansa si comprano davvero Ita Airways (opens new window) (ex Alitalia). Vedremo.

Intanto questa settimana (tipo martedì o giù di lì) esce la nuova puntata di Tilde (opens new window), il mio podcast con Riccardo.

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Intanto, buona lettura.


Most men live lives of quiet desperation
–– Henry David Thoreau



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Editoriale

Abbiamo l'intelligenza artificiale ovunque. La rivoluzione è arrivata alla velocità della luce e sta discriminando due categorie di persone: quelli che sono sul pezzo e "sanno" cosa sta succedendo, e quelli che in questi tre mesi si sono distratti un attimo perché magari avevano da fare e ora vedono un mondo completamente cambiato. Ma è cambiato davvero? E nei prossimi mesi sarà la fine di molto e l'inizio di altro? Mentre Microsoft (opens new window), Google e Facebook fanno di tutto per infilare l'intelligenza artificiale in qualsiasi posto, secondo me sono usciti al massimo due articoli sensati sull'argomento e che vale la pena di leggere.

Uno l'ha scritto Ted Chiang sul New Yorker (opens new window) e ne avevo già dato conto su Weekly 206, e l'altro invece, l'hanno scritto Noam Chomsky, Ian Roberts e Jeffrey Watumull per il New York Times (opens new window). Se volete leggere una-due cose, consiglio questi così siete in pari e anzi, ne sapete pure di più.

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Pali alti
Pali alti ~ Foto © Antonio Dini

Importante

Ci sono persone che vincono la lotteria: poche, ma ci sono. E ci sono quelli che vincono la lotteria della sfortuna, nascendo con qualche rarissima sindrome. Una di quelle cose che capita a una persona su un milione, però se sei quella persona ti senti davvero davvero sfortunato. La sindrome di Alice nel Paese delle Meraviglie (opens new window), ad esempio, è un mistero: influisce sul modo in cui le persone percepiscono il mondo circostante e può distorcere l'esperienza del proprio corpo e dello spazio che occupa. Queste possono includere distorsioni della visione e del tempo. Immaginate di vedere i volti delle persone trasformarsi in facce di drago per tutta la vita. Questo sintomo è solo uno dei 40 tipi di distorsioni visive caratteristiche della sindrome. Alcuni pazienti dicono anche di vedere parti del corpo aggiunte alle persone di fronte a loro, come ad esempio un braccio accorciato attaccato al viso di una persona. Altri sintomi includono la visione di persone o oggetti che si muovono al rallentatore o che si muovono in modo innaturalmente veloce o non si muovono affatto. Anche l'udito può essere compromesso: le persone affette possono sentire i propri cari parlare in modo stranamente lento o innaturalmente veloce. Inoltre, riferiscono di vedere oggetti o parti del proprio corpo che si restringono o si gonfiano davanti ai loro occhi, creando la sensazione di cambiare dimensioni, proprio come raccontato da Lewis Carroll.

Un secolo fa Thomas Midgley Jr ha costruito due innovazioni fondamentali per il nostro pianeta e il nostro stile di vita. Nel bene (si pensava all'epoca) e nel male (riteniamo adesso, con una certa ragione). È l'additivo al piombo per la benzina e i gas propellenti e refrigeranti, altamente inquinanti, dei frigoriferi e condizionatori. Sono due tra le innovazioni più distruttive della storia, però capire di cosa si trattava e di quale conseguenze avrebbero avuto (opens new window) è argomento di un dibattito a sé stante.

Ehi, c'è nessuno in casa? Qual è la sensazione quando si cammina in un palazzo vuoto? E in un condominio? Una grande stazione? Una città? Un intero universo? Anzi, un metaverso? Beh, fatevi un giro su Horizon (opens new window), il metaverso di Meta. Mancano solo li zombie senza gambe e poi c'è tutto. Cioè, più nessuno.

C'è il leggendario design della Braun (opens new window), che è alla base del mondo moderno, cioè di tutta l'elettronica del Dopoguerra, fino agli stilosissimi computer di Apple, Ibm e degli altri. Ma c'è anche un altro linguaggio altrettanto raffinato, potente e importante: quello della Sony. Questo museo aziendale virtuale è straordinario (opens new window). Guardate ad esempio questo straordinario computer HB-101 "mezzo" (opens new window) oppure il lettore MiniDisc MZ-E30 (opens new window) (che ancora mi porto nel cuore) o le mie adorate e purtroppo rotte cuffie MDR-CD7 (opens new window).

Ero rassegnato a non avere niente da proporvi come lettura gustosa, apparentemente banale ma in realtà significativa. E poi all'ultimo minuto sono inciampato in questa intervista sul The Hollywood Reporter (che a quanto pare apre anche la versione italiana, diretta da Concita De Gregori) a Ben Affleck. Ed è una intervista da leggere e gustarsi tutta (opens new window), vi garantisco. C'è tutto: passione, amore, vittoria, sconfitta, resilienza, amicizia senza fine, e la sensazione deliziosa che solo la mezza età sa darti.


Yamato

Irusu (居留守)
La parola di questa settimana per il nostro dizionario tematico di giapponese è una di quelle parole magiche che esistono solo in una determinata lingua mentre tutte le altre la invidiano. Questo succede molto più spesso di quanto non si creda, perché dipende da come una cultura, e quindi una lingua, incornicia e "blocca" determinate situazioni, pensieri, idee.

In particolare, irusu (居留守) ha un significato divertente, visto da fuori: è un'espressione che si riferisce al comportamento di qualcuno che finge di essere assente o di non essere a casa quando in realtà è presente. In particolare, viene utilizzata per descrivere la situazione in cui una persona si comporta come se non fosse in casa quando viene visitata da qualcuno che non desidera incontrare o di cui non vuole parlare.

L'espressione può essere tradotta letteralmente come "residenza con un padrone assente", ma il significato è più vicino all'idea di "fingere di non essere in casa". La pronuncia di '居留守' in giapponese è kyo-ryuu-shu. Tuttavia, è importante notare che la pronuncia può variare a seconda del dialetto giapponese utilizzato. Viene comunemente trascritta come irusu, utilizzando la romanizzazione Hepburn, che è uno dei sistemi di romanizzazione più comuni per la lingua giapponese. Tuttavia, questa trascrizione non rappresenta esattamente la pronuncia giapponese dell'espressione.

Il concetto di irusu ha un significato sociale molto forte nella cultura giapponese, in quanto rappresenta una forma di "evitamento sociale" (meccanismo di difesa dai problemi) indiretto. In Giappone, la cultura dell'ospitalità è molto importante, e il rifiuto diretto di un invito o di un incontro può essere considerato maleducato o offensivo. Invece di rifiutare direttamente, molte persone preferiscono utilizzare la strategia dell'irusu per evitare situazioni socialmente scomode.

Attenzione, l'idea di fingere di non essere in casa quando qualcuno chiama alla porta o evitare il contatto con persone indesiderate non è un concetto esclusivo della cultura giapponese. Tuttavia, l'espressione irusu è specifica della lingua giapponese, e rappresenta una forma particolare di comportamento sociale. Come dicevo sopra, molte lingue hanno parole o espressioni che descrivono situazioni sociali specifiche, che possono essere difficili da tradurre in altre lingue. Questo è dovuto al fatto che la cultura e la società di ogni paese sono uniche, e hanno modi specifici di descrivere e interpretare il mondo intorno a noi.

Tuttavia, c'è una base universale per tutti questi comportamenti e la potete toccare con mano quando qualcuno viene a cercarvi e voi non avete per niente voglia, e alla fine non rispondete e fate finta di non essere in casa: "Quel giorno non volevo incontrare nessuno, quindi ho finto di non esserci". Beh, saggezza orientale, ma si può alzare il livello e usare irusu anche per esprimere in modo sintetico e quasi casuale concetti piuttosto complessi tipo: "Non è che Dio non c’è, è che non si fa trovare"; 神様は居留守中。 (kamisama wa irusu-chuu) cioè, letteralmente: "Dio è in casa ma fa finta di non esserci".


Italiana

La piccola Firenze, che si arrabatta cercando di parlare di sé, centro dell'universo. Al punto da offendersi quando la piccola studentessa americana dice che non s'è divertita (opens new window) perché i fiorentini sono antipatici (opens new window) e lei non s'è fatta amica. Si crea il dibattito (opens new window) sul niente pneumatico (opens new window).

Ogni occasione è buona per parlare di sé, però. Come ben sa l'attuale sindaco di Firenze (opens new window), centometrista dei social (opens new window).

Intanto, a ciascuno lo spazio che il proprio ombelico consente: la piccola Bibbiena vuol fare il museo del fumetto (opens new window).

La stagione che ci aspetta è quella degli sport all'aperto che, per nei tempi moderni sono sempre più le maratone. Ecco come capire perché vi fa male il ginocchio (opens new window).

Com'è il nuovo film dei supereroi, in questo caso Shazam! La furia degli dei (opens new window)? Secondo me così-così (ma c'è di peggio.

Alcune cose che secondo me sono da sapere (opens new window) su James Bond, personaggio letterario oltre che cinematografico, e sul suo creatore.

Intanto, in Europa stanno decidendo (opens new window) di fare la patente di guida tutta digitale. Da noi, come sapete, facciamo a botte tra Spid e CIE, ma Alfonso Fuggetta mi ha spiegato (opens new window) che il problema è un altro.

Infine, Fiorenza Sarzanini intervista Gaia Tortora, la figlia di Enzo, perché certe cose non vanno dimenticate (opens new window). Invece, altre si possono tranquillamente dimenticare, come le interviste tipo quella di Giovanna Cavalli a Laura Freddi (opens new window). Inutile.


Multimedia

Tutte le demo che ho visto sono sempre notevoli. Con un semplice sistema di riconoscimento della direzione del nostro sguardo a l'uso della parallasse, si può dare profondità a qualsiasi contenuto (opens new window). Bello perché in effetti funziona (se avete due occhi che vengono riconosciuti, ovviamente).

Per gli amanti della tecnologia: il docufilm sulla storia del Blackberry (opens new window). Sì, proprio quello, il telefono cellulare della mail che tra fine anni Novanta e primi Duemila è stato il re incontrastato dei manager con accesso ubiquo ai contenuti.

I miei figli (soprattutto la piccola, che ama disegnare) impazziscono per questi video in cui c'è una persona che fa disegni pazzeschi a velocità 1,5x. Questo è davvero bello (opens new window). Attenzione, questi video danno dipendenza.


Tsundoku

Costoso ma molto bello. Gli autori di Bystander: A History of Street Photography (opens new window) esplorano lo sviluppo di uno dei generi fotografici più interessanti e dinamici: la fotografia di strada. Accolto come un'opera fondamentale quando fu pubblicato per la prima volta nel 1994, è ampiamente considerato dai fotografi di strada come la "bibbia" della fotografia di strada. Dentro ci sono artisti di tutti i tipi, dagli sconosciuti della fine del XIX secolo ai maestri riconosciuti del XX, come Atget, Stieglitz, Strand, Cartier-Bresson, Brassai, Kertesz, Frank, Arbus, Winogrand e Levitt, solo per citarne alcuni. Nella nuova edizione la storia della fotografia di strada viene aggiornata con una rivalutazione di alcuni materiali storici, l'inclusione di fotografi più contemporanei e una discussione sulla continua ascesa della fotografia digitale.

L'era degli utenti. Che taglio fantastico. Segnatevi questo libro che sta per uscire: The Apple II Age di Laine Nooney (opens new window), perché è da comprare. "Non contate l'iPhone, l'iPod e il Macintosh. Se volete capire come Apple sia diventata un colosso del settore, non dovete guardare altro che l'Apple II del 1977. Progettato dal brillante ingegnere Steve Wozniak e introdotto sul mercato dal suo cofondatore Steve Jobs, l'Apple II divenne uno dei personal computer più importanti di questo nascente settore. L'Apple II era un hardware versatile, ma la parte avvincente della sua storia non si trova nelle prodezze ingegneristiche, nelle personalità dei fondatori di Apple o nel modo in cui ha posto le basi per il futuro multimiliardario dell'azienda. Invece, come dimostra la storica Laine Nooney, ciò che ha reso l'Apple II iconico è stato il suo software. Nel software scopriamo le ragioni materiali per cui la gente comprava i computer. Non per hackerare, ma per giocare. Non per codificare, ma per calcolare. Non per programmare, ma per stampare. La storia dell'informatica personale negli Stati Uniti non riguarda l'evoluzione degli hacker, ma l'ascesa degli utenti comuni".

Non è un libro, ma la storia di un ladro di libri, che in realtà i libri voleva solo leggerli, ma farlo prima di tutti gli altri. È la storia di Filippo Bernardini (opens new window), personaggio davvero particolare che è davvero un personaggio in cerca di un autore (opens new window) che scriva la sua storia. Secondo me dovrebbe farla J. R. Moehringer (opens new window), quello che ha scritto e facilitato Open (opens new window), la "auto"biografia di André Agassi, e Spare (opens new window) del principe Harry. Quello sarebbe un libro da leggere.

Infine, Hidden Systems (opens new window) di Dan Nott, che esce tra pochi giorni. La graphic novel di 262 pagine del fumettista illustra e spiega magnificamente come concettualizzare internet, l'approvvigionamento idrico e la rete elettrica. Dan Nott affronta ciascuno di questi sistemi in forma di fumetto, mettendo insieme gli elementi costitutivi del loro funzionamento e le basi di come sono stati concepiti, senza ignorare le sfide sociali che ciascuno di essi deve affrontare. "Ho iniziato a disegnare i sistemi nascosti perché i fumetti sembrano avere questa capacità simile a un superpotere di confrontare il modo in cui pensiamo qualcosa con il suo funzionamento concreto", scrive Nott nel libro. Molte delle cose che abbiamo impiegato anni per imparare (se mai le abbiamo imparate), sono state distillate in una forma incredibilmente leggibile. È un libro per ragazze e ragazzi, ma anche gli adulti troveranno probabilmente cose che non conoscono.


Coffee break

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Al-Khwarizmi

L'iPhone si deve aprire: presto sarà possibile fare cose prima ritenute impossibili, fino a usare app store alternativi al suo. È un enorme problema di sicurezza. Tra la gente che cerca di "rompere" questo monopolio c'è infatti altra gente dalla quale è meglio stare ben lontana (opens new window). Ma vale la pena guardare anche alcune delle cose che stanno succedendo, come Google che cerca di mettere il suo cavallo di Troia (opens new window), cioè Chrome, in pista.

Ci sono un sacco di computer portatili oltre al mio (il MacBook Air sul quale sto scrivendo) per Windows o ChromeOS. A quanto pare, però, fanno uno più schifo (opens new window) di quell'altro (opens new window).

Remarkable (opens new window) produce l'omonimo tablet eInk costoso ma sublime, che ho preso (opens new window) e recensito (opens new window) a suo tempo. Ora, l'azienda ha da poco presentato la tastiera Type Folio (opens new window) che non ha layout italiano e costa un botto e mezzo. Non ho ancora avuto modo di provarla, ma c'è chi lo ha fatto e la trova straordinaria (opens new window): "Come suggerisce il nome, si tratta di una custodia e tastiera per il Remarkable 2. Se avete un Remarkable 2 completamente aggiornato, potete acquistare questa custodia, collegarla alla vostra tavoletta eInk, ripiegare la tastiera e iniziare a scrivere. Le cose funzionano così bene che probabilmente rimarrete affascinati dalla sua facilità estrema. Io lo sono stato sicuramente. Ho inserito il mio Remarkable 2 e ho potuto iniziare a scrivere appunti immediatamente. La mia tavoletta all'improvviso si è trasformata in una macchina da scrivere eInk priva di distrazioni. Non ho dovuto modificare le impostazioni o aprire un taccuino speciale. Ho semplicemente aggiornato il dispositivo e ho iniziato a scrivere. Anche le poche persone presenti in ufficio il giorno in cui ho installato Type Folio sono rimaste impressionate. Quando si maneggiano abbastanza gadget, ci si abitua a stranezze che la maggior parte dei consumatori disapproverebbe. Ma il Type Folio non ne ha affatto. Fa esattamente quello che si prefigge di fare, anche se il modo in cui si ripiega per trasformarsi da custodia a tastiera può sembrare un po' troppo 2014".

Gli antivirus per il computer sono sempre più obsoleti. È un settore che vale ancora miliardi, ma da tempo gli esperti spiegano che basta quello installato con Windows (opens new window). Meglio ancora, non usare Windows.


Pali non alti
Pali non alti ~ Foto © Antonio Dini

La coda lunga

Quiet software. Non so neanche come tradurlo, ma non credo serva, si capisce bene così. Viviamo in un mondo in cui le informazioni sono in costante e rumorosa gara per prendersi la nostra attenzione. Avvisi, feed, promemoria: software rumoroso. Personalmente, preferisco un software semplice che rimanga in disparte fino a quando non ne ho bisogno. Per questo motivo, ho scelto di eliminare le notifiche praticamente di tutto da qualsiasi parte e tendo a scegliere software che fanno una cosa sola. E lo scelgo il più possibile per quanto è silenzioso. Dall'interfaccia, alle funzioni e al modo in cui queste interagiscono, il mio obiettivo è quello di essere leggero, usando il software per la sua semplicità e, soprattutto, per il suo silenzio. Software silenzioso, quiet software, appunto. Quieto, visto che esiste anche in italiano.

Provo a dirlo meglio. Il software silenzioso è privo di distrazioni e compare solo quando è necessario. Il software silenzioso si concentra su meno, quando tutti cercano di più. Il software silenzioso è muto in modo spettacolare, è semplice e furtivo. Pensateci. Abbiamo bisogno di tutti questi avvisi? Tutte le informazioni sullo schermo? Abbiamo bisogno di ricevere costantemente richieste di input? No. Non per moltissimi tipi di software, almeno. E, a mio avviso, forse per nessuno.

Cerchiamo il software silenzioso. Concentriamoci su funzionalità discrete, applicativi con meno e non di più.




I link non hanno alcuna affiliazione, puntano orgogliosamente solo all'oggetto culturale citato. Un giorno riuscirò a renderli non tracciati.



“A man must love a thing very much if he practices it without any hope of fame or money, but even practice it without any hope of doing it well. Such a man must love the toils of the work more than any other man can love the rewards of it”

– G.K. Chesterton


END




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