[Mostly Weekly ~117]

La luce intermittente alla fine del tunnel


A cura di Antonio Dini
Numero 117 ~ 30 maggio 2021

Innanzitutto, buona domenica e grazie di essere qui.

State leggendo Mostly Weekly, la mia newsletter su cose molto diverse tra loro ma tendenzialmente digitali. Grazie soprattutto a tutti voi che supportate la newsletter: siete i miei Mostly Friends (opens new window) e il vostro ruolo è fondamentale.

Come scrive Laura Olin (opens new window), infatti, in rete sta andando a finire tutto a pagamento dietro a un paywall (opens new window). È un problema: "Cosa succede quando tutta l'informazione di qualità e le cose artistiche hanno un prezzo e le sole cose che restano in giro gratuitamente sono disinformazione, propaganda e stronzate varie?". Bella domanda.

Sono 117 numeri e due anni e mezzo che esiste questa newsletter, cinque per il mio canale Mostly, I Write (opens new window) (che mi impegna sette giorni su sette (opens new window)), e poco meno di un anno per Mostly Here (opens new window), il sito. Tutto, come sapete bene, gratuito.

Perché? Beh, quel che sto cercando di realizzare è un approccio alternativo al futuro in cui per avere la qualità si deve pagare. Invece, la mia idea è che alcuni lettori di buona volontà diano un contributo economico perché il mio lavoro sia gratuito per tutti, inclusi gli altri.

Nell'articolo Unlocking the commons (opens new window) il giornalista Tim Carmody (opens new window) scrive: "I fan supportano alcune persone e il loro lavoro. Ma non è una transazione, un prezzo da pagare per un servizio. Invece, è un contributo che va a beneficio di tutti. I freerider sono i benvenuti, anzi il free-riding è il vero motivo di tutto questo. Penso che sia la chiave per capire la psicologia del mecenate. [...] 'Non voglio che i miei soldi servano soltanto a comprare un oggetto; voglio invece che supportino delle istituzioni o degli individui che mi piacciono; voglio supportare il bene comune'.

"Questa – continua Carmody – è una delle cose strane del mecenatismo. Come consumatori, il nostro primo pensiero è per il nostro vantaggio. Come mecenate, invece, è per il bene del nostro beneficiario".

Per me non c'è valore in una versione di questa newsletter o del mio canale o del mio sito che siano a pagamento. Il mio obiettivo è di essere aperto, curioso, disponibile e accessibile. Sono molto grato (veramente: non sapete quanto!) a tutti i lettori che hanno voluto patrocinare le mie attività nel "sistema mostly". Se volete, posso fare una pagina di ringraziamento con i vostri nomi (non ci avevo ancora pensato, ma ci sta). Per chi invece vuole iniziare a contribuire, c'è PayPal (opens new window) o Liberapay (opens new window) (se qualcuno lo preferisce).

Il mio suggerimento? Un caffè alla settimana; a un amico che vi racconta tutte queste cose lo offrireste, no?

Intanto, buona lettura


Forget the message, forget the lyrics, and just play –– The Cream



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Una educación del corazón y de la mente
Come dice Leopoldo María Panero: "No hay otra realidad que tú / ni otro poema que el otro". Fonti di ispirazione oggi si trovano ovunque. E io sono solo una cozza attaccata al palo storto di un vecchio pontile, che filtra e raccoglie quel che circola nel mare. “La literatura es una educación del corazón y de la mente” (Susan Sontag in spagnolo suona molto meglio). María A. (opens new window)

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Letture domenicali
Letture domenicali ~ Foto © Antonio Dini

Importantologica

Braccio di ferro
Whatsapp ha aggiornato le sue regole di privacy, sostanzialmente per consentire di integrare i dati degli utenti con quelli di Instagram e Facebook (sono tutti e tre della stessa azienda). La minaccia era che, chi non avesse accettato le nuove regole entro una certa data (opens new window) (già passata), avrebbe visto lentamente sparire molte funzionalità del servizio nel corso di poche settimane e poi chiudere il suo account. Peccato che adesso (opens new window) l'azienda abbia fatto marcia indietro. Paura di perdere troppi utenti?

Si chiama Study Web
La generazione Z studia online. Anzi, studia insieme online. Le ragazze e i ragazzi oggi studiano online (opens new window) usando YouTube, TikTok, Discord e Twitter, cercando ispirazione, trovando la concentrazione e condividendo le ansie per gli esami e le verifiche

La protesta struggente di un solitario peone
Sto cominciando a incontrare sempre più di frequente Louis Rossmann, la personalità Youtube che cerca sistematicamente la rissa per restare a galla. Comunque, la vulgata (opens new window) è che lui sia diventato celebre in maniera involontaria (sì, come no) per le sue battaglie a favore del diritto di riparare i vecchi computer. Mi puzza.

L'artista
Un giovane fotografo giapponese decide di andare in Europa con la Transiberiana, negli anni Settanta. Strada facendo conosce una giovane artista austriaca, si innamorano, si sposano, vanno a vivere a Berlino Est (c'era ancora il Muro, ebbene sì) dove nasce loro figlio. Lui la ritrae sistematicamente, è il suo grande amore e con la sua arte ne vuole cantare la bellezza. Lei si suicida a metà degli anni ottanta. Di recente lui, esplorando le vecchie casse con le foto, scopre che in realtà spesso era lei a fotografare lui quando lui aveva finito di fotografare lei. E le sue foto sono molto, molto buone. Alla fine, nonostante i cinque libri da lui pubblicati con immagini di lei, quelle che contano le ha scattate lei, che lui pubblica nel nuobo libro Face to Face (opens new window). Era lei l'artista. Che storia (opens new window). Che foto.

Anti-social
Cosa ci fanno i social e come difendersi. Più o meno (opens new window).


Yamatologica

Dorodango (泥だんご)
Il termine per il nostro dizionario ragionato di giapponese questa settimana è dorodango (泥だんご), che è una parola composta da "doro" (泥, "fango") e "dango" (だんご), un tipo di gnocco giapponese sferico creato facendo una pallotta di farina di riso). Tradizionalmente i dorodango sono una cosa che si fa a scuola, da piccoli, ma sta diventando grazie a internet qualcosa di più interessante. In realtà, infatti, fare Dorodango era in origine un'antico gioco per bambini giapponesi evidentemente poveri (dopotutto, facevano delle palle di fango), che è stata per lo più dimenticata fino a pochi anni fa, quando un certo professor Fumio Kayo lo ha reso di nuovo popolare in Giappone. Quelli di cui si parla oggi sono gli hikaru dorodango (光る泥だんご), dove "hikaru" (光る) sta per "luccicanti" o "splendenti". Si tratta di sfere delle dimensioni di una palla da biliardo o un po' più grande (ma meno di una boccia da bowling) luccicanti e fragili, costruite a mano con un lavoro che penso sia anche alquanto rilassante (da cui l'emergente successo sui social). Per farle è necessaria molta attenzione, e si possono usare tecniche varie (opens new window). Il cuore del dorodango è fatto di fango. se ne possono usare di vari tipi e varie densità, basta che non ci siano sassolini o altre impurità, compattato con il giusto quantitativo di acqua. Dopo averlo reso sferico con le mani, bisogno lavorarlo levigandolo e aggiungendo strato sopra strato di altro fango, derivato da materiali diversi e quindi con differenti colori. Finita la fase della levigatura, si mette in un sacchetto e si lascia in frigo per un po'. La prima volta bastano una ventina di minuti: l'operazione serve a togliere l'umidità. Si ripete l'operazione per un po' di volte sino a che la superficie non sembra avere la consistenza del cuoio, procedendo ad aggiungere e levigare con ulteriori strati di materiale (polvere, sabbia) di crescente finezza sino a quando non si usa una polvere leggerissima. Quando la polvere non aderisce più alla sfera, si passa alla lucidatura con un panno facendo attenzione che la sfera sia perfettamente asciutta altrimenti il panno la riga. La sfera è bella, colorata, ma estremamente fragile, quindi bisogna fare parecchia attenzione. Se questa estate volete dedicarvi, una guida visiva agli hikaru dorodango (opens new window).


Variologica ed eventualogica

La nuova Apple Tv
Ho cambiato Apple Tv, che uso al posto del televisore smart (e che mi permette di non pagare il canone, dato che il televisore non ha né l'antenna né il sintonizzatore radio per il digitale terrestre). Avevo usato con gioia la prima Apple Tv, quella del 2007 con hard disk interno grande come un Mac mini. Poi ho usato per anni con ancora più gioia la versione HD del 2015. Era arrivato il momento di fare un upgrade. Appena ho un attimo ne parlo più diffusamente, comunque è appena arrivata la mia nuova Apple Tv con il suo nuovo telecomando, che è molto meglio di quello prima. La migrazione è stata facile (opens new window). L'apparecchio di per sé a me piace moltissimo e sono molto contento, oltre che più sicuro rispetto ai televisori Android spioni.

Saper contare
In Giappone un'azienda è riuscita a tagliare dell'80% il tempo necessario a contare le perle. Che, se non lo sapete, è parecchio e doveva essere fatto a mano. Questi sono geni (opens new window).

Brutalismo
Sono un po' sempre le solite immagini e i soliti monumenti e il sito lo ammetto che non è dei migliori. Però queste fotografie scattate da Frederic Chaubin delle architetture brutaliste sovietiche (opens new window) è un piacere per gli occhi.

Interfacce
Questa stagione della vita ci ha regalato una raffica di buone serie di fantascienza. The Expanse, fra le altre, è dotata di molto lavoro sul mondo che circonda i protagonisti e l'azione. In questo blog c'è una disamina notevole (opens new window) delle interfacce dei vari computer presenti (serie di fantascienza con astronavi a giro nel sistema solare = un sacco di schermi in cui guardare) e una intervista al loro creatore.

Montagne russe, spiegate bene
Un ingegnere spiega (opens new window) quali sono i differenti tipi di montagne russe in circolazione. Personalmente, ci sono stato una sola volta, circa 18 anni fa nel deserto vicino a Las Vegas, e mi è bastato. Però poi fate voi.

Fatti aiutare dal robot
Dopo i giapponesi anche gli americani stanno scoprendo (opens new window) l'aiuto che i robot possono dare alle persone anziane e sole. Sono robot-pet, ma il senso è che sta aprendosi un nuovo mercato che spingerà innovazione e cambiamenti. Da noi deve ancora arrivare il tutto. Nel medio-lungo periodo i robot faranno da badanti, abbassando un costo sociale significativo.

Fantasmi sessuali
La qualità dell'immagine generata con una Polaroid classica, sia essa quella vecchia magari ricondizionata come questa Spectra che quella moderna che usa emulsioni "Impossible" ancora meno performanti di quelle di una volta, è già di per sé tragica, uno spetto di una fotografia. Polaroid Ghosts (opens new window) è un progetto che va oltre e riesce a dare un senso anche alla funzione di doppia esposizione, adesso "di serie" sulle nuove macchine. Però solo a prezzo di metterci un uomo nudo che fa capolino, una specie di easter egg sessualizzato.

Orefizi misteriosi
Quella cosa meravigliosa che è il baco del calo del malo (opens new window). Anzi, no: del cocomero di mare.


Multimediologica

Qui nessuno diventa più giovane. Questo vuol dire che il mondo sta lentamente perdendo artisti come Peter ed Eric. La musica con cui siamo cresciuti. Musica che ci ricorda quando eravamo giovani (allora si ridiventa giovani? No, è solo un'illusione). Questa musica ci ricorda i tempi che furono con i vecchi amici, alcuni persi in un modo o nell'altro. Come ogni altra cosa nella vita, tutto e tutti finiscono. Dobbiamo solo essere contenti di essere qui in questo momento per sperimentare la musica. Dal Crossroads Guitar Festival 2019 una versione di While My Guitar Gently Weeps (opens new window) di Peter Frampton con Eric Clapton "in prestito" (ancora con la giacchetta). E la cosa bella di Clapton, in questa fase da vecchio saggio della musica, è che non vuole stare davanti, anzi lascia che siano gli amici a fare il pezzo, mentre lui attorno tesse le sue cose leggere e scoppiettanti

Parlando di non diventare più giovani: mi sono guardato la reunion di Friends (e vi consiglio di andarvela a vedere anche a voi). La cosa più forte? L'ospite a sorpresa. Come dice giustamente Slate (opens new window), è lo stesso ospite di Harry Potter: il passare del tempo.

Quanta compagnia che mi hanno tenuto questi concerti della NPR: i Music Tiny Desk Concert. Questa volta suona Peter Frampton (opens new window). Il concerto è del 2016 ma sembra suonato ieri sera, no?

Vacant (opens new window) è un progetto realizzato tutto su pellicola della fotografa Patti Simpson. Molto bello.

La grande onda fuori Kanagawa di Hokusai, spiegata bene (opens new window).

Ve lo ricordate Léonard Misonne, il fotografo belga? Ve la ricordate la fotografia pittorialista? Quando scattare un'immagine doveva avere una resa il più vicina possibile a quella di un quadro? Qui trovate molto Misonne (opens new window). Le sue foto sono belle come quadri e fanno sembrare i drogati di HDR dei poveri tossici sballati.

Tetris? Della serie: cose forse divertenti che non pensavo avrei mai fatto. Guardare video di Tetris competitivo, giocato oltretutto su NES (opens new window), che a quanto pare è la piattaforma di riferimento per questo "sport". Perché ci sono non solo commenti tosti alle partite, ma c'è dietro anche e soprattutto una tecnica fluida che sta evolvendo (opens new window). Insomma, tanta roba. Da guardare.

Spioni: con questo video (opens new window) scritto da James Graham il Financial Times spiega quante informazioni sono state raccolte dalle grandi aziende tech durante il lockdown. Tante. Proprio tante.


Tsundokulogica

Vecchi classici che ancora non lo sono
Avete presente il premio Nobel americano per la letteratura, John Steinbeck? Beh, c'è un suo inedito del 1930, il romanzo Murder at Full Moon, che non è mai stato pubblicato perché non è mai stato accettato da nessun editore e poi è rimasto in fondo a qualche cassetto. Adesso gli eredi di Steinbeck chiedono che venga pubblicato. Pare che non sia male (opens new window).


Algoritmologica

La carriera del dev
Qualche giorno fa ho twittato che il software engineering è “the 21st century’s dead end job”, nel senso che è una carriera con solo due posizioni: junior e senior developer. Dopo 3-5 anni si diventa senior e si resta così fino alla pensione. Oppure, molto più probabilmente, si cambia. Si diventa qualcosa d'altro: commerciale, vendite, training, consulenza, architettura, QA, product management. Altro, insomma. Così, mentre dal punto di vista delle opportunità di carriera iniziare come sviluppatore apre un sacco di strade, dal punto di vista di cosa uno vuole fare nella vita è altrettanto chiaro: tutte le opportunità di carriera che si aprono vogliono dire sostanzialmente che non si scrive più codice. Poco, pochissimo o proprio per nulla, a meno di non smettere di muoversi in avanti e muoversi solo di lato. E non è neanche l'inizio del problema.

Ad un certo punto, si scopre che ci sono alcune cose meno che ideali. Il burnout dovuto alle pressioni commerciali e ai luoghi di lavoro tossici potrebbe essere una di queste. Poi, la consapevolezza che imparare in cosa Postgres è diverso da Oracle ed è diverso da MySQL è davvero poco interessante potrebbe essere un'altra. Si impara presto che non si sta imparando niente di nuovo o d'interessante.

E dire che "se continui a imparare, sarai felice, altrimenti sei uno scemo" non basta. Posso capire perché ci sia chi lo pensa, ma la vita passa, le persone invecchiano, cambiano. E non si riesce sempre a giustificare tutto quello che bisogna fare per essere pagati. Ad esempio, imparare non solo le cose che ci piacciono ma anche quelle che non ci piacciono o non ci interessano. E non avere tempo per impararne altre che invece ci piacciono e ci interessano. E poi, serve concentrazione, molta concentrazione. Però andando avanti, crescendo e invecchiando, si scopre che ci sono molte altre cose da tenere in conto: relazioni, hobby, bambini, faccende domestiche, genitori che invecchiano, crescente mancanza di flessibilità mentale. Bisogna lavorare su cose poco interessanti o di nessuna importanza solo fare più soldi per qualcun altro. Il capo tossico diventerà il miglior amico del collega tossico e le giornate saranno davvero difficili e infelici.

Per quanto riguarda la carriera, c'è una brutta notizia: se una persona rimane sempre e solo un buon programmatore, non viene pagato molto di più. Non c'è effetto leva.

Certo, se uno ama programmare anziché dirigere o coordinare o vendere (così come io amo scrivere, più che dirigere o coordinare) ci sono buone ragioni per non volerlo fare per soldi. Sono d'accordo con questo. Ma avete mai pensato alla pensione? Io non l'ho fatto fino a quando non ho raggiunto i 50 anni e quota due figli. Poi ho capito che un giorno non sarò più in grado di crearmi un reddito che arrivi più o meno regolarmente nel mio conto corrente ogni mese. Dopo, per il resto dei miei giorni, fino alla mia morte, ogni mese mi verrà versata una cifra ridicola (si chiama "pensione minima"). Le scelte sono (a) vivere con una cifra ridicola al mese (b) mentre si può ancora guadagnare, guadagna abbastanza per prepararsi mettendo via un po' di soldi.

Non se ne parla mai abbastanza, perché certamente il mestiere del futuro non è il giornalismo ma la programmazione, e io ho scelto facendo il primo di occuparmi delle cose relative al secondo. Parliamo di quello, quindi, cioè di programmazione. La maggior parte dei lavori di programmazione semplicemente non rende abbastanza per far diventare uno sviluppatore "ricco". Al momento si possono superare i 40mila euro all'anno, il che non è affatto poco, anzi. Ma questo non vuol dire neanche diventare ricco come Jeff Bezos. Anche un'ipoteca su una casa abbastanza modesta in una bella zona taglia via un'altra fetta sensibile di uno stipendio di questo livello. Ci aggiungiamo figli che vanno a scuola e possiamo dire addio al benessere e andare avanti in regime di costante attenzione. All'improvviso si scopre che non è più così facile lavorare solo "per amore del codice".

C'è una fantasia tra i programmatori (e gli aspiranti tali) sul fatto che questo lavoro sia sempre "divertente". Non lo è. Contiene una parte di divertimento. Nella migliore delle ipotesi, in abbondanza. Ma c'è un lato più oscuro, meno gradevole, che non viene alla luce se lo sguardo rimane puntato dentro Vim (o Xcode, o VS Code) tutto il giorno. Mi spiace, ma è così.

Coffee break
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M1 Un difetto nel design del primo chip Apple Silicon, l'M1, consente a due applicazioni in esecuzione nel sistema operativo di scambiare segretamente dati tra loro, senza utilizzare memoria, socket, file o altre normali funzionalità del sistema operativo. Funziona tra processi eseguiti come utenti diversi e con livelli di privilegio diversi, creando un canale nascosto per lo scambio di dati surrettizio. La vulnerabilità si chiama M1racles (opens new window) (perché funziona proprio come un miracolo) ed è incorporata nei chip Apple Silicon e non può essere risolta senza una nuova versione del chip.

Universi alternativi
C'è un social che si è comprato Microsoft e che è una cosa molto, molto strana. Il social si chiama LinkedIn (opens new window) e forse riusciamo a togliercelo di torno, a questo giro.

Sublime Text 4
Lo avete chiesto: è arrivato. Ecco a voi la nuova versione dell'editor di testo (opens new window) che è una IDE ma non lo è. Sarà troppo tardi per tenere il passo con VS Code? Intanto, c'è chi dice che NeoVim sia un portento (opens new window).


Lavorare alla vecchia maniera
Lavorare alla vecchia maniera ~ Foto © Antonio Dini

L'ultima bustina (di Minerva)

Radicali liberi
Sono un cultore di Archive.org, e non solo perché li conosco e li ho visitati a suo tempo con Eugenio. Dentro la pancia del sito si trova di tutto. Questa è una collezione di fanzine che si intitola Radical Software (opens new window) e che tratta cose fighe. Quali, dite voi? Beh, c'è tutta la scena storica (opens new window) della controcultura ibridata con il digitale. Qui altri spiegano come capire cosa sia la DemoScene (opens new window). E qui, indimenticabili, ci sono ancora e lottano insieme a noi quelli di The Well (opens new window) (avere l'indirizzo di posta elettronica con loro fin dagli anni novanta è una delle pochissime cose per le quali vorrei poter fare un salto indietro nel tempo).




I link non hanno alcuna affiliazione, puntano orgogliosamente solo all'oggetto culturale citato. Un giorno riuscirò a renderli non tracciati.



“A man must love a thing very much if he practices it without any hope of fame or money, but even practice it without any hope of doing it well. Such a man must love the toils of the work more than any other man can love the rewards of it”

– G.K. Chesterton


END




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