[Mostly Weekly ~108]

L'amore ai tempi del vaccino


A cura di Antonio Dini
Numero 108 ~ 28 Marzo 2021

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Intanto, buona lettura!*


Our culture made a virtue of living only as extroverts. We discouraged the inner journey, the quest for a center -- Anaïs Nin



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Scrivere è soffrire?
Chi scrive di lavoro, come nel mio piccolo faccio anche io, ha un rapporto solitario e molto mentale con la scrittura. A differenza di autori che dettavano i loro romanzi ad alta voce (!), in realtà molti di quelli che scrivono si confrontano faticosamente e lentamente con una serie di fantasmi interiori che sono difficili da descrivere a chi si occupa d'altro. Tuttavia, scrivere mette in gioco centri psichici e sensibilità interiori diverse e fa pagare un prezzo elevato a molti (perlomeno, a me e, credo, anche a molti di voi). In questo articolo (opens new window) del Guardian, ad esempio, viene spiegata la torturata relazione tra Douglas Adams (l'autore di The Hitchhiker's Guide to the Galaxy) e la scrittura grazie a una serie di appunti e note finora mai pubblicati. In buona sostanza, Adams sentiva la scrittura come una forma di tortura. In un appunto intitolato "Note generali a me stesso" Adams scrive: "La scrittura può essere utile. Attaccala, non lasciare che ti attacchi. Puoi trarne piacere. Puoi certamente fare molto bene per te stesso!". Adams faceva molta, molta fatica a scrivere. Tutti questi appunti (sono 67 scatole di roba, ma ci sono anche lettere e vari inediti) diventerà un libro (opens new window) intitolato 42 che racconterà molte più cose di Douglas Adams (opens new window) del suo rapporto con la scrittura. Adams era uno scrittore molto amato ma in realtà anche una persona visionaria scomparsa troppo presto. Poter esplorare il suo modo di pensare secondo me è un privilegio. L'ho comprato (versione base) se vi affrettate lo potete comprare anche voi.

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Shanghai Express
Shanghai Express ~ Foto © Antonio Dini

Importantologica

Vivere come i nostri nonni
Da ragazzino ero affascinato all'idea di come aveva vissuto mio nonno alla mia età. Nato all'inizio del novecento, ai suoi tempi si andava da Firenze a Roma anche in carrozza (fu il fascismo a potenziare le tratte ferroviarie, lui già lavorava), lo svago era la radio e non il cinematografo, i libri non avevano la copertina disegnata. Insomma, un altro mondo. Sorrido pensando all'esperimento condotto da questo blogger di "vivere come si faceva nel 1999 (opens new window)" cioè senza smartphone, senza social media e via dicendo. Ha cominciato per curiosità e per tutelare maggiormente la sua privacy (considerando che il ragazzo fa startup nel mondo del software), preoccupato dalla obsolescenza pianificata dei dispositivi che era "costretto" a comprare e alla ricerca della pace interiore. Come lo capisco, il problema sta montando. Ah, i suoi amici, quando ha chiuso i social, hanno pensato che fosse morto. No, sul serio. Invece, il più grosso problema è stato uscire da WhatsApp. (che secondo me andrebbe vietato come strumento per qualsiasi tipo di comunicazione che non sia solo ricreativa).

Split Screen e Personal Bubbles
The Markup, una pubblicazione digitale che ha una prospettiva critica sulla tecnologia, continua a produrre nuovi strumenti interessanti che ci aiutano a comprendere il nostro utilizzo dei social media. Lo schermo diviso in due offre un'istantanea del feed di notizie di Facebook da due angolazioni molto diverse, quella di un Biden e quella di un elettore Trump (opens new window).

Chi lascia i social media dorme meglio (sul serio)
Nel corso degli anni abbiamo letto (anche qui su Mostly Weekly) una buona dose di articoli del tipo "i social media ci fanno male", ma le persone ce portano avanti queste idee (opens new window), i "luddisti" del nostro tempo, sostengono un argomento ancora più forte rispetto agli articoli del NYT basati sulle ricerche scientifiche: "È fantastico che siamo tutti interconnessi e incredibile quello che possiamo fare online. Ma poi inizi a notare cosa negative che si sommano le une alle altre. Ti chiedi: ho il tempo o l'attenzione per leggere ancora un libro? Ho anche il tempo o l'attenzione necessari per leggere un articolo?"

I contenuti illegali e la blockchain
Non è un tema di sicurezza, come di solito capita con quelli trattati dal suo autore, ma è stimolante lo stesso da leggere. Cosa succederebbe se incorporassimo materiale protetto da copyright o comunque proibito dalle autorità nella blockchain di Bitcoin? La risposta è facile: resterebbero là dentro per sempre. Ciò significherebbe che ogni utente ufficialmente archivierebbe materiale digitale illegale? In caso affermativo, che cosa succederebbe? Questo articolo di Bruce Schneier è una bella lettura stimolante (opens new window): "E se qualcuno aggiungesse un tipo di discorso politico che Singapore censura abitualmente? O cartoni animati di cui la Disney detiene il copyright?". Pensateci, quando vi spiegano come funziona il futuro.

NFT?
La parola d'ordine nel cervello di tutti quelli dentro la tecnologia in questi giorni è NFT. Ma forse c'è un difetto fatale nel sistema (opens new window). Aprite l'NFT da 69 milioni di dollari che Beeple ha venduto da Christie's e non troverete molto. Il nome dell'opera d'arte non c'è. Manca il nome dell'artista. E soprattutto, non troverete nemmeno la vera opera d'arte. Non è un difetto nell'NFT di Beeple: è solo il modo in cui funziona il sistema. Si scopre che il castello di carte, cioè il sistema NFT, è ancora più precario di quanto non sembri. Le NFT sono fondamentalmente costruite sulla fiducia: la fiducia che un venditore non ti rovinerà, la fiducia che questi token hanno magicamente valore, e questo vale anche al livello più profondo del sistema. In definitiva, state acquistando una raccolta di metadati che definiscono ciò che possedete. Ma c'è una lacuna significativa nel sistema che garantisce che un NFT si tenga davvero assieme: gli NFT utilizzano i collegamenti per indirizzarvi da qualche altra parte, dove vengono archiviati l'opera d'arte e tutti i dettagli su di essa. E come dovrebbe sapere chiunque abbia già navigato in Internet, i collegamenti possono morire. Quindi, cosa succede se il collegamento del vostro NFT si rompe e non punta a nulla?

La petro-mascolinità
Se si viaggia, quando si va per la prima volta negli Stati Uniti si fa faticato a venire a patti con il sovradimensionamento di tutto. La cosa più difficile sono però le dimensioni delle auto, che sembrano le più sconcertanti e intimidatorie. Nel tempo i "pickup trucks", i "camioncini", si sono evoluti fino a diventare ancora più minacciosi nel loro aspetto. In un articolo di giornale del 2018 ampiamente condiviso (opens new window), Daggett ha coniato il termine 'petro-mascolinità' per descrivere espressioni sgargianti dell'uso di combustibili fossili da parte degli uomini (e anche alcune donne, ma soprattutto uomini) come reazione al progresso sociale. Per questi driver, "l'affronto del riscaldamento globale o delle normative ambientali appaiono come pericolose chiusure contro le quali ribellarsi alla pari dei pericoli rappresentati dalle femministe e dai movimenti queer che cercano di sottrarre energia e potere alla famiglia statale di tipo tradizionale". La petro-mascolinità (opens new window) aiuta a spiegare non solo lo stile conflittuale di questi veicoli, ma il modo spesso altrettanto bellicoso in cui vengono utilizzati.

Libri aperti
Lasciate perdere il titolo per un attimo, Data Science in Julia for Hackers (opens new window), e pensate al metodo: la relazione tra problemi teorici e problemi reali è complessa, non si può scartare semplicemente dicendo che sono cose diverse. Cambia lo statuto delle persone che li trattano, ad esempio. Beh, questo libro vuole metterci una toppa: "Una delle prime cose da notare su questo libro è che non è un libro di testo accademico. Gli autori di questo libro non sono accademici, ma un team multidisciplinare di professionisti appassionati e dilettanti di diversa estrazione, ovvero Ingegneria, Informatica, Fisica ed Economia, che hanno trovato un terreno comune per scrivere questo libro e che giorno dopo giorno continuano a leggere e imparare e applicare nuovi approcci, tecnologie e modi di pensare. Questo libro si trova a metà strada tra una ricetta metodologica e un libro di testo teorico intensivo. Ciò che vogliamo fornire è una metodologia matematica e computazionale per affrontare problemi concreti di Data Science, ovvero applicare la teoria e la scienza a problemi del mondo reale che coinvolgono i dati". Il libro è anche interessante (se è quello che vi interessa) ma il metodo collaborativo e lo statuto dei collaboratori secondo me lo è ancora di più. È una diversa concezione dell'idea di libro (cioè di manuale).

Docker e Discord
Crescere o essere comprati. Alle volte tutte e due le cose: Discord vale 10 miliardi di dollari secondo Microsoft (opens new window), che se lo sta comprando, mentre Docker ha raccolto 23 milioni di dollari di investimenti round B (opens new window). Perché MS compra Discord? Perché vuole possedere il settore della collaboration e si compra tecnologie e pubblico di altri tipi di groupware, e toglie di mezzo anche la concorrenza già che c'è. Con Teams e Skype gli è andata molto bene e ora ci riprova.

Biscottini gamificati
Un gioco per difendersi da cookie (opens new window)

ClickClick
Cosa può vedere chi fa le pagine web dove navigate? Beh, cliccate un po' qui (opens new window)...


Yamatologica

Tsukiji shijō (築地市場)
Per il nostro corso tematico a dispense settimanali di giapponese, la parola di oggi è Tsukiji shijō (築地市場) ovvero il mercato del pesce di Tsukiji, che era una fantastica istituzione di Tokyo. Aperto nel 1935 e finito su tutte le guide per turisti, era il mercato del pesce più grande del mondo, una città nella città, per un certo periodo anche una specie di incarnazione del capitalismo globalizzante (con gli aerei che caricavano e scaricavano tonni in piena notte per portarli, prezzarli, venderli e ridistribuirli nell'arco di poche ore). Era l'erede di un altro mercato del pesce molto grande, chiuso nel 1923 a causa del grande terremoto del Kantō (Kantō dai-jishin, 関東大地震). Tsukiji è stato chiuso per tutt'altri motivi: era collassato su se stesso, schiacciato dal peso del suo successo. Erano venti anni che si discuteva di chiuderlo, e nel frattempo sono riuscito a visitarlo tre o quattro volte. Adesso, dal 2018, si è trasferito tutto al mercato di Toyosu (Toyosu Shijō, 豊洲市場), che è costruito in maniera più moderna e permette di avere sia la parte di aste per il pesce che per la frutta e la verdura. Ha parti studiate per i turisti, un merchandising strutturato, e vari ristoranti ufficiali che lo rendono un "migliore affare". Adesso Toyosu è il più grande mercato tout-court del pianeta. Ma quello di Tsukiji rimane un pezzo di storia (e oggi di speculazione edilizia, visto che ha liberato un sacco di terreno edificabile). La prima incarnazione del mercato era stata creata durante il periodo Edo (in cui Tokyo diventa la capitale) dello shogunato Tokugawa, dopo il grande incendio di Meireki del 1657. Al termine dell'incendio (una cosa complessa, durata parecchio tempo) venne interrato un pezzettino della baia di Tokyo creando un pezzo di terra "sottratta al mare" (sulla falsariga di quello che fanno gli olandesi, per capirsi). Infatti, il nome, Tsukiji (築地), vuol dire "terra costruita" o "reclamata (dal mare)". Il mercato del pesce però era tutto da un'altra parte: nel distretto di Nihonbashi accanto al ponte che dà il nome all'area. Era uno dei luoghi storici di Edo-Tokyo e non dobbiamo dimenticare che la città era nata come villaggio di pescatori (da cui il mercato del pesce). Il mercato serviva a fornire il pesce e altro cibo al castello di Edo, creato su una collina lì vicino da Tokugawa Ieyasu, che aveva trasformato l'area nella capitale. Il primo mercato si chiamava uogashi (letteralmente, "banchina del pesce"). Il problema era che il mercato era diventato troppo grande, la città era cresciuta enormemente e le condizioni igienico-sanitarie oltre che logistiche erano diventate proibitive. Dopo il grande terremoto del Kantō negli anni Venti del 900 si decise di ricostruire il mercato in un'area "nuova" di Tokyo, cioè a Tsujiki. In meno di dieci anni i lavori finirono e il mercato aprì l'11 febbraio 1935. Nell'area c'erano in realtà altri due mercati: oltre a Tsukiji ci sono anche Kanda e Koto, per carne e verdura, più altri piccoli ancora più specializzati che sono stati aperti nei decenni successivi. Viaggiare all'interno di questo mercato era una esperienza surreale, un mix di contraddizioni e colori sgargianti, acqua, pesce, frutti di mare e odori stranissimi e complicati. Oggi rimangono alcune delle strutture esterne che faranno da ponte per le Olimpiadi di Tokyo (se mai si faranno) e poi verso il 2040 l'area sarà completamente trasformata in grattacieli per uffici e grandi alberghi.


Variologica ed eventualogica

Alberi morti che inquinano
Diamo per scontati alberi e foreste, supponendo che ci saranno ancora molto tempo dopo che ce ne saremo andati. Secondo un crescente numero di scienziati ed esperti forestali, tuttavia, la scomparsa delle foreste in tutto il mondo sta accelerando (opens new window) a un ritmo molto più rapido di quanto si pensasse in precedenza. “C'è la preoccupazione che se le foreste muoiono, passeranno dallo stoccaggio del carbonio all'emissione di carbonio, perché gli alberi morti rilasceranno tutto il carbonio che hanno accumulato. Questo aiuta a spiegare perché le proposte tanto propagandate di piantare milioni di alberi per aspirare il carbonio e migliorare la crisi climatica stanno incontrando scetticismo; non funzioneranno se le condizioni sulla Terra non consentono alle foreste di riprodursi e prosperare".

Le parole di Venezia
Spiegone del Post (opens new window) sulle parole che abbiamo ricevuto da Venezia: tante! "A Venezia ci sono solo tre canali, quello della Giudecca, il Canale di Cannaregio e il Canal Grande. Tutti gli altri sono rii. Non esistono quartieri ma sestieri, che dividono in sei la città. Ci sono soltanto una manciata di vie e viali, due di questi intitolati a Giuseppe Garibaldi, prima dei Giardini della Biennale. Le vie si chiamano calli, o fondamenta se costeggiano l’acqua, o salizade se sono state le prime ad essere lastricate. C’è solo una piazza, San Marco, gli altri sono campi o campielli, chiamati così perché in origine erano prati d’erba. I ponti sono 417, dal più famoso, quello di Rialto, al più lungo, quello della Libertà, che con quasi 4 chilometri di lunghezza collega l’isola alla terraferma (in realtà sono due paralleli, uno ferroviario di età asburgica, l’altro stradale costruito durante il fascismo)".

La Terra non è piatta, ma l'universo sì
Tra i tanti misteri dell'universo ce n'è uno che è apparentemente semplice e tuttavia colpisce il cuore stesso della nostra ignoranza del cosmo: qual è la forma dell'universo? Per quanto ne sappiamo (opens new window), è piatto in un sistema tridimensionale. Ora, questo non significa che viviamo in Flatlandia o che in qualche modo la Terra sia piatta (in realtà non lo è). Riguarda la geometria dell'universo e l'universo piatto ha una geometria molto semplice, qualcosa che si trova nelle lezioni di matematica a scuola: due linee parallele in questo universo non si incontreranno mai e la somma degli angoli interni di un triangolo è sempre 180 gradi.

La trasformazione digitale di Dropbox
Per me quell'azienda è un mistero. Nonostante gli paghi un sacco di soldi ogni anno, il servizio mi piace sempre meno (e pago per funzionalità che non voglio, oltretutto). Dall'altra parte, raccontano molto bene il lavoro che stanno facendo per crescere dal punto di vista tecnologico. E fanno tanta roba. (opens new window)

Automatizzare i problemi
Un robot molto semplice che serve per muovere 1500 Dvd e trasferire il contenuto dentro degli hard disk. Praticamente un jukebox (opens new window). Non è carino e non particolarmente veloce, ma è sorprendentemente affidabile e "implacabile". Questo robot ha funzionato 12-14 ore al giorno per 15 giorni, con poca attenzione in più rispetto al caricamento del cestino quando si svuotava (di solito 2-3 volte al giorno), consentendo di leggere tutti i dischi con uno sforzo manuale minimo.

Cani da caccia volanti
Darpa prosegue i suoi esperimenti con i combattimenti aerei virtuali fatti usando F16 pilotati dalle intelligenze artificiali (opens new window). Vanno meglio di quelli con il pilota umano.

Carta legale di pecora
Per secoli gli avvocati del Regno Unito (ma forse anche altrove) hanno usato solo fogli fatti dalla pelle di pecora (opens new window) perché rendono più difficili le cancellazioni e la sostituzione delle parole.

Radio di design
La sua storia (opens new window) è particolare come l'oggetto. Però questa radio hipster dal nome di Retio (opens new window) (che probabilmente in Italia non vedremo mai) è intrigante. E i Nixie Tubes ci stanno alla grande.

Rifiuti
Sto coltivando l'idea di scrivere un breve saggio su come non fare carriera: tecniche e trucchi per rimanere al palo a prescindere dal talento e dalla dedizione. Sicuramente ci metto dentro anche questo che secondo me dimostra che per avere un po' di successo professionale bisogna accumulare tonnellate di rifiuti (opens new window).

Sfoglini
Il rapporto che gli americani hanno con la pasta è una cosa molto strana. Cioè, non la capiscono proprio, secondo me. Vedi alla voce "sfoglini" (opens new window).

Queer Coney Island
Per molti, la narrativa prevalente della storia queer nella New York del XX secolo esiste solo a Manhattan. Ma mentre la documentata vita queer di Manhattan si svolgeva negli appartamenti, negli speakeasy e nei dragball, giù a Brooklyn, invece la storia queer si svolgeva anche lungo i waterfront: uno spazio dove, grazie a un alto volume di attività commerciali, gli estranei venivano spesso e si incontravano in relativo anonimato per un giorno prima di scomparire nelle loro case private. Uno dei più importanti di questi spazi era Coney Island (opens new window).

Vecchia fantascienza
Uno dei più bei romanzi di fantascienza che abbia mai letto si intitola Lo scheletro impossibile (opens new window) ed è stato scritto da James P. Hogan una vita fa (i tre seguiti non sono così belli ma valgono comunque). La storia è una specie di alternativa a 2001 Odissea nello Spazio. Una grande alternativa. Mi torna in mente leggendo questo (opens new window). Due giganteschi pezzi di materiale alieno si nascondono in profondità sotto la superficie della Terra: potrebbero essere i resti di un altro mondo chiamato "Theia" che si è scontrato violentemente con il nostro neonato pianeta in un impatto che predata la vita sulla Terra e che ha creato la Luna. Può sembrare una storia di fantascientifica, ma in realtà è una ipotesi proposta da alcuni scienziati (opens new window) alla 52a Conferenza sulla scienza lunare e planetaria del 2021, che si è tenuta la scorsa settimana. La tesi non è nuova, ma aggiunge dettagli più specifici che la rendono più reale.


Multimediologica

Un universo nello specchio
Avete presente Duke Nukem 3D? No? Dovreste, perché è un classico della cultura dei videogiochi. Comunque, hanno scoperto una funzionalità/baco prodigiosa. Lo specchio. Uno dei più bei thread Twitter da leggere (opens new window) per gli appassionati.

Street View degli anni '40 a New York
Tra il 1939 e il 1941, la Works Progress Administration ha collaborato con il New York City Tax Department per raccogliere fotografie della maggior parte degli edifici nei cinque distretti di New York City. Recentemente li hanno messi su una mappa digitale (opens new window) per consentirci di esplorarli online. Che meraviglioso salto nel tempo!

Navi container in tempo reale
È ancora bloccata (opens new window) la portacontainer dentro il canale di Suez? E quanto sta costando (opens new window)?

Do not Split
Note video sulla resistenza di chi protesta a Hong Kong (opens new window)

The Art Of Warez
Il documentario (opens new window) racconta i giorni prima di Internet, quando i primi hacker e pirati online crearono un movimento artistico originale e, ancora oggi, praticamente sconosciuto. Trenta minuti di pura goduria.

Camminare in Giappone
Prima o poi devo cominciare a scriverne, e sicuramente praticare di più. Comunque, il punto è che mi piace camminare: è la mia cosa, altro che correre e via dicendo (mi piace anche la bici, ma è scomoda per molti versi). Beh, su YouTube è pieno di gente che cammina in posti vari e ti fa vedere solo quello: una lunga camminata (alle volte molto lunghe). Siccome a me piace il Giappone, qui ce ne sono un po': Rambalac (opens new window), Nippon Wandering Tv (opens new window) e Japan 4K (opens new window); poi in giro per il mondo c'è Nomadic Ambience (opens new window) oppure Iureta e (opens new window), ma si può anche andare a Copenhagen (opens new window), a Seoul (opens new window), a Lisbona (opens new window). Mettetelo a tutto schermo e godetevi il 4K, è come esserci, ve lo garantisco.

Vulcani da guardare
Questo è quello in Islanda: Fagradalsfjall (opens new window)

VideoMUSIKA
Videoclip generati (opens new window) da delle GAN, generative adversarial networks.

Tonite Dance
Io questa roba non ho capito cos'è, però se avete gli occhiali per la realtà virtual (anche quelli di cartone) va alla grande. Anche senza. Punti di vista (opens new window). Questo invece è un modo folle per preparare delle percussioni (opens new window) sintetiche. Mentre Groove Pizza, beh è Groove Pizza (opens new window).

The Vault of VHS
Questo è un tumblr (opens new window) “dedicato al design degli imballaggi dei VHS commerciali". Epico.

Tre Poesie di Roberto R. Corsi
Il primo poeta residente di Mostly Weekly sta continuando il suo cammino nella notte del covid. Lo fa leggendo poesie su balconcino lontano, isolato dal mondo e dal morbo, in vestaglia, solo con il rumore attutito del traffico che arriva, pervasivo, a rompere. Ma lui non demorde contro le avversità, siano esse le zanzare estive, le caciare dei piccioni in calore, la movida automobilistica dell'isolamento autistico. Eccolo (opens new window). Unforgettable


Tsundokulogica

Le cose che possediamo
Un libro affascinante: Material World (opens new window): una quindicina di fotografi hanno visitato più di 30 nazioni in tutto il mondo per fare un ritratto di famiglie nella media. Alla fine di ogni visita, il fotografo e la famiglia hanno messo assieme un ritratto straordinario dei membri della famiglia fuori dalla casa, circondati da tutti i loro averi: alcuni barattoli e brocche per alcuni, un'esplosione di gadget elettronici per altri. "Il libro dà un volto umano alle questioni della popolazione, dell'ambiente, della giustizia sociale e del consumo in quanto illumina la questione cruciale che la nostra specie deve affrontare oggi: tutti e sei miliardi di noi possono avere tutto ciò che vogliamo?" Pubblicato a metà degli anni '90, mi chiedo come sarebbe un ritratto di famiglia dei giorni nostri.

Decisioni
È un vecchio libro che adoro: Il paradosso della scelta (opens new window) di Barry Schwartz rompe il modo in cui siamo paralizzati dal costante processo decisionale e suggerisce idee per alleviare quel carico psicologico. Non è un libro su come prendere decisioni migliori, ma prima di tutto su come ridurre lo stress di doverle prendere.

Progettare i programmi
Tutto online, il libro del Mit su How to design programs (opens new window), seconda edizione.

No Starch Press e HumbleBundle
Adoro i libri di No Starch Press, ne ho tre o quattro da anni e li venero. In questa combo Humble Book Bundle (opens new window) si possono prendere 487 dollari di ebook fantastici a pochissimo (i primi quattro a 1 euro) ma solo da qui al cinque aprile.

Dalla Teoria...
Claude E. Shannon ha definito e provato matematicamente il segreto perfetto della comunicazione: A Mathematical Theory of Cryptography (opens new window).

...Ai praticoni
Antifragile di Nassim Taleb recensito bene (opens new window)

Far funzionare il co-design
La nozione di "co-progettazione", ovvero il coinvolgimento di tutte le parti interessate nel processo creativo per rendere i risultati veramente inclusivi, sta prendendo quota (opens new window). L'autrice australiana Kelly Ann McKercher ha recentemente pubblicato un libro molto pratico su come trasformare in realtà il co-design: “Beyond Sticky Notes ti insegna cos'è il co-design e come farlo. Ricco di suggerimenti utili, diagrammi chiari e framework pratici, questo libro vi aiuterà a guidare il lavoro di progettazione collaborativa e a condividere realmente il potere".


Algoritmologica

Fuga da NodeJS
Per alcuni (me compreso) è un lontano punto di arrivo. In realtà ci sono molti che vogliono scappare. E potrebbe avere senso se non altro capire come si fa ad andarsene da questa tecnologia (opens new window), dopo aver capito perché è diventata così attraente. Ci sono varie considerazioni nella prima parte (soprattutto il ragionamento sulla centralità delle strutture dati) che valgono comunque la lettura.

Dendron
Dendron è uno strumento per prendere appunti di tipo open source, local-first, basato su markdown, costruito su VSCode. Come la maggior parte di questi strumenti, Dendron supporta tutte le solite funzionalità che ci si possono aspettare come tag, backlink, visualizzazione su grafico, riquadri divisi e così via. Ma non finisce qui (opens new window). Sempre parlando di VSCode, qui spiegano come farsi i propri temi (opens new window). E invece CodeTour (opens new window) permette di registrare delle dimostrazioni del vostro codice (utile anche per chi scrive, fa vedere bene le revisioni).

Dotfilehub
Dice lo sviluppatore: "Ho sempre trovato che le varie soluzioni che usano git per condividere i file di configurazione siano ingombranti. Ho deciso di creare il mio semplice sistema di controllo delle versioni e una applicazione web leggera in cui posso sfogliarli e modificarli in remoto. L'idea principale è che i percorsi siano alias per nomi semplici, quindi posso dire dotfile pull i3 e installerà https://dotfilehub.com/knoebber/i3 su ~ / .config / i3 / config Il tutto si trova qui (opens new window)

Nyxt
Un browser molto particolare (opens new window), per gli amanti di Vim e non solo.

Nella tana del Bianconiglio
Tutti visitiamo tutti i siti in mobilità. E usiamo le app. Spesso le due cose hanno più elementi in comune di quanti non si immagini. La cosa drammatica però è che nessuno più progetta le nuove app perché funzionino sui dispositivi con lo schermo più piccolo. Siamo diventati tutti gigantofori (opens new window): una bella rassegna di schermate che non ci stanno più dentro agli iPhone piccoli.

Webapp per Shopify
Il percorso di trasformazione del web e delle web-app sta passando una fase critica. Alcune tecnologie vengono rimesse in discussione, altre cominciano a mostrare le loro reali possibilità. In particolare, se si sviluppa sopra Shopify, vale la pena sapere alcune cose (opens new window).

Nella mente della macchina
Un tizio per abbonarsi a Substack ha pagato 2.023 dollari anziché 10. Come mai? Colpa del form di Substack, colpa del suo gestore di password e numeri di carta di credito (1Password) o della fretta o di chissà cos'altro? Da leggere (opens new window)

Un forno digitale
Cosa serve per far funzionare il proprio sogno, cioè aprire un forno dove fare il pane? Ovviamente PostgreSQL ed Emacs (opens new window) (il topo del blog ha messo la sua foto ed ha una barba che un hipster si spaventa se lo vede). In realtà questo secondo me è un esempio spettacolare di processo di digital transformation: da Excel a un mondo completamente diverso e molto, molto più interessante. Superando il paradigma delle idee analogiche.

Coffee break
Mostly Weekly è una newsletter libera e gratuita per tutti. Se volete supportare il tempo che passo a raccogliere e scrivere le notizie, potete farlo magari offrendomi un caffè alla settimana (opens new window) oppure mandandomi proprio dei soldi direttamente su PayPal (opens new window) (che detto così sembra quasi un "in alto le mani, questa è una rapina", però vabbè ci siamo capiti).

DDlog
DDlog (opens new window) è un linguaggio di programmazione per il calcolo incrementale. È adatto per la scrittura di programmi che aggiornano continuamente il proprio output in risposta a modifiche di input. Con DDlog, il programmatore non deve preoccuparsi di scrivere algoritmi incrementali. Invece specifica la mappatura input-output desiderata in modo dichiarativo, utilizzando un dialetto di Datalog. Il compilatore DDlog sintetizza quindi un'implementazione incrementale efficiente.

La barra dei menu
Una volta, tanto tempo fa, c'era BitBar per Mac OS X. Adesso c'è xbar (opens new window), che permette di mettere tutto dentro la barra dei menu del Mac. Ma proprio tutto.

Cose da database
Nel caso foste interessati all'argomento: con Union si accelerano tanto le query su SQL (opens new window); come farsi una tabella enorme con una sola query (opens new window). Una volta che avete i dati e sapete gestirli, qui c'è una raccolta interessante di informazioni su come usarli con il Deep Learning e Modules (opens new window).

Gnome 4.0
Esiste un ambiente di lavoro digitale privo di distrazioni e che massimizza la semplicità e la concentrazione? Secondo i suoi autori, è l'ultima release di Gnome (opens new window).

Lisp per tutti
Qui si spiega come fare a scrivere piccoli programmi per la shell (opens new window) usando il Common Lisp. Interessante.

L'eterno mattino
Alcuni consigli e suggerimenti di straordinaria saggezza (opens new window)

Generatore di moduli basato su testo
Tally (opens new window) adotta un approccio leggermente diverso dagli altri costruttori di moduli in quanto la costruzione viene eseguita principalmente all'interno di una semplice interfaccia di testo, non diversamente dalla modifica di un documento Notion. In effetti, si può incorporarlo (quasi) perfettamente in Notion.

Soluzioni ingegnose
Un trucco del cavolo ma che funziona (opens new window): se amministrate un server tenete un file vuoto da 8 GB che potete buttare quando lo spazio su disco sta per finire. Vi salva la giornata.


Qualcosa di nuovo
Qualcosa di nuovo ~ Foto © Antonio Dini

L'ultima bustina (di Minerva)

Chi paga l'innovazione? (suggerimento: state leggendo insieme)
In questo saggio (opens new window) Joshua Adams riesce a riassumere i pensieri di molti su Elon Musk (e altri miliardari tecnologici) quasi perfettamente. Vale la pena leggerlo: "In un certo senso, Musk è la quintessenza di come pensiamo che funzioni l'innovazione: il genio solitario all'interno di una più ampia narrativa del progresso che prova il potere dell'individuo e del mercato su tutto. Dietro questa narrazione però ci sono spesso miliardi e miliardi di dollari di sussidi governativi. L'innovazionismo ci fa dimenticare che finanziamo lo sviluppo di tutte le cose interessanti che entrano nei nostri iPhone e poi dobbiamo comprare l'iPhone, apparentemente pagandolo due volte".




I link non hanno alcuna affiliazione, puntano orgogliosamente solo all'oggetto culturale citato. Un giorno riuscirò a renderli non tracciati.



“A man must love a thing very much if he practices it without any hope of fame or money, but even practice it without any hope of doing it well. Such a man must love the toils of the work more than any other man can love the rewards of it”

– G.K. Chesterton


END




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